Balts have always been European.Les Baltes:Européens depuis toujours.Di Balten:Europaeer seit immer.
Con lo scatenarsi della crisi economica dei Paesi dell’Europa Orientale, proprio quelli che Rumsfeld aveva imprudentemente battezzato “New Europe”, ha fatto nascere in molti cittadini, soprattutto della vecchia,"piccola Europa" carolingia, la tentazione di dire: ma che cosa ce ne facciamo di questi Nuovi Europei, che, poi, in realtà, sono Americani, si mettono nei guai per seguire l’America e di ricordano di noi solo quando non sanno più come sbrigarsela?
Seguendo quello che avevamo detto in occasione della crisi dei missili, crediamo che affermare che tutti coloro che stanno al di là dell’Oder-Neisse, dei Sudeti, della Leitha e del Carso non siano "veri europei", a noi pare semplicemente folle, ed una delle principali ragioni per cui non c’è mai stata pace in Europa.
Perciò, stiamo compiendo un excursus su questi territori della Nuova Europa, per verificare in che modo questi Paesi siano europei.
Vediamo oggi i Paesi Baltici in senso stretto (cioè Lituania e Lettonia), che costituiscono il cuore di un’antica civiltà “balto-slava”.Questi popoli, che, nell’Era Volgare, abitavano fra la Bielorussia e
La tematica del Sarmatismo e del cosiddetto “Progetto Greco” sta alla base della rivolta dei Cosacchi contro la Polonia, e del successivo movimento sarmatistico in Polonia ed in Lituania.Questo movimento serviva, allora, per giustificare le ambizioni della Polonia sull’Ucraina (antica patria dei Sarmati) e sulla Moldavia.Inoltre, la “szlachta” (piccola aristocrazia) polacca, che dominava nel Granducato di Lituania, si impadronì del nascente mito ariano per difendere la tesi che l’aristocrazia polacco-lituana fosse la discendente dei più antichi Indoeuropei.
Paradossalmente, l’unico territorio in cui le autorità favorissero l’uso del Lituano (divenuto lingua del popolo), anziché del Polacco e del Latino, era
I Balti sono, dunque, convinti da 600 anni di rappresentare il “nocciolo duro” delle antiche aristocrazie europee.Sta di fatto che, in realtà, le prime tracce di civiltà nei Paesi Baltici non sono baltiche, bensì germaniche (vichinghe), ed i primi testi (dopo
All’inizio del Medioevo, i guerrieri lituani barbari ed analfabeti colonizzarono la Bielorussia, di lingua paleoslava, assorbendone la lingua slavonica e la religione ortodossa.Nel frattempo, i commercianti tedeschi dell’Hansa cominciavano a commerciare con i Vichinghi della costa, ed i principi polacchi indipendenti della Mazovia avevano richiesto ad Hermann Von Salza, Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, di indire una crociata contro i Balti ancora pagani (gli antichi Prussiani).Fu così che, nel Nord della Polonia, venne costruita, secondo il modello crociato, la fortezza di Malbork, sede del Gran Maestro dell’Ordine Teutonico. Di lì, i Cavalieri Teutonici, ed i loro confratelli della Croce, Portaspada e di Livonia, mossero alla conquista della Prussia Orientale, della Lettonia e dell’Estonia.
L’avanzata dei Tedeschi sul Baltico spinse i Grandi Principi di Lituania ad avvicinarsi sempre più al Re di Polonia, fino al momento in cui il Gran Principe Jogaila (Jagełło) sposò la Principessa di Polonia Edvige (Jadiviga) e creò l’unione personale fra Polonia e Lituania.Da questo momento, la Lituania si latinizzò e polonizzò sempre di più, giungendo, progressivamente, a spartirsi, con i potentati tedeschi, Prussia e Lettonia.
In Prussia, dove gli originali abitanti antico-prussiani, di lingua baltica, erano stati ridotti in schiavitù dai Cavalieri Teutonici, il Gran Maestro, che era anche l’Elettore di Brandeburgo, in seguito all’adesione alla Riforma, divenne altresì Duca laico entro la sfera del Regno di Polonia.La parte occidentale della Lettonia, la Curlandia, divenne un potente Stato semi-indipendente di cultura tedesca, che partecipò alle grandi conquiste intercontinentali.Finalmente, la Svezia conquistò la Lettonia, creando il grande centro universitario di Tartu (Dorpat), ma, poco dopo, Pietro il Grande l’annesse all’Impero Russo.
Mentre Lettonia e Lituania venivano governate, per conto dell’Imperatore russo, dall’aristocrazia svedese e polacca e dalla borghesia tedesca ed ebraica, il mondo contadino baltico rimaneva ai margini.Soltanto alla fine dell’Ottocento, per piegare le ambizioni di potere dei Polacchi, l’Impero Russo permise il riformarsi di una cultura lituana e lettone.Per affermarsi, le nuove nazionalità dovettero combattere su tre fronti: contro i Freikorps tedeschi, che volevano annettere i territori alla Germania; contro l’Armata Rossa, che voleva annetterli alla Russia Sovietica; contro gli eserciti occidentali che tentavano di occupare l’ Impero Russo.
L’indipendenza dei due paesi non durò neppure 20 anni, ché, in seguito al Patto Molotov-Ribbentrop ed alla guerra russo-tedesca, i due paesi furono occupati da Tedeschi e Russi.L’Unione Sovietica trasformò Lituania e Lettonia in due Repubbliche Sovietiche, in cui, pur riconoscendo il principio della nazionalità, si imponevano anche diversi principi, come la cittadinanza sovietica, il nazionalismo russo e la tutela delle minoranze nazionali, per esempio, polacche.
L’indipendenza dall’URSS significò la vittoria del principio piccolo-nazionale e piccolo-borghese, di recente origine, vista la storia essenzialmente multietnica ed aristocratica di questi territori.
Nella speranza di ingigantire il ruolo delle identità baltiche a spese delle comunanze con i vicini tedeschi, russi, scandinavi, polacchi e bielorussi, i governi di Lituania e Lettonia adottarono politiche e politiche economiche di impronta nettamente americana.Cominciarono anche assurde politiche di discriminazione nei confronti delle minoranze etniche, in primo luogo quella russa, accusata di essere stata, in realtà, una longa manus della politica comunista sovietica, dimenticando, con ciò, che i Paesi Baltici sono stati russi per duecento anni prima dell’indipendenza, e che, in questo periodo, le classi dirigenti russe si sono semplicemente affiancate alle precedenti classi dirigenti scandinave, tedesche ed ebraiche.In nessun momento, nei Paesi Baltici, l’elemento baltico è stato l’esclusivo dominatore del territorio.Questo elemento composito, baltico-slavo-germanico-ebraico, non può essere disconosciuto, se non disconoscendo tutta la storia del mondo baltico, e penalizzando circa la metà degli abitanti dei Paesi Baltici, che è di origine “non-baltica”.
Tutto ciò, senza alcuna avversione per i Popoli Baltici e per le loro tradizioni culturali, a cui appartengono grandissimi Europei, anche se non solo di lingua baltica, come, per esempio, Jogaila, Kant, Herder, Mickiewicz, von Ungern-Sternberg e Marija Gimbutas.I caratteri di universalità di quelle terre meglio non potrebbero esprimersi se non attraverso il verso inimitabile del loro più grande figlio, lo scrittore polacco Adam Mickiewicz, nato in Bielorussia, a Navahradac (Novogrodec), antica capitale della Lituania, il quale scrisse la più famosa frase della letteratura polacca, che suona, paradossalmente, così: “Litwa, Oicyzna moja” (“Lituania, Patria mia”).