venerdì 7 agosto 2009

CIRCA L’EUROPEITÀ DELLA POLONIA



How to recover a European Poland? Comment revenir à une Pologne européenne? Wie kommt das Europäische Polen zurück?

Uno dei Paesi che ha costituito uno dei più seri problemi per la definizione unitaria di una politica europea è stata la Polonia.Si tratta di una situazione paradossale, in quanto, da sempre, la Polonia ha fatto, della sua europeità, un punto di forza della propria ideologia. In definitiva, la Rzeczpospolita (Res Publica) polacco-lituano-rutena ha, da sempre, avuto l’ambizione di costituire l’immagine speculare del Sacro Romano Impero -Romano, Germanico e Slavo-.

La Polonia nasce come parte indifferenziata del “Barbaricum” (cfr. Karol Modzelewski, I Barbari), quella vastissima parte dell’Europa che andava dal Limes romano agli Urali, ma dove l’influenza della cultura romana non era indifferente, come dimostra, per esempio, la città preistorica fortificata di Biskupin.

La Polonia rinasce a nuova vita grazie alle invasioni unne ed avariche, che suscitano le migrazioni germaniche e slave. Nel 3° secolo d.C., un’infinità di popoli germanici attraversa il Baltico, in provenienza dalla Scandinavia (la “Scanzia oficina gentium”, di Jordanes): Goti, Gepidi, Longobardi, Eruli; essi si incontrano con Rugii, Svevi, Vandali, e migrano verso Sud, in Moravia, in Pannonia, in Dobrugia, e, poi, da lì, in Illiria e Roma, e nel resto dell’Occidente.

Anche il mito fondatore della Polonia, legato alla prima capitale (Gniezno), ed alla bandiera (l’Aquila Bianca, “Orel Biały”), è di origine gotica: i tre fratelli gotici, Lech (Polacco), Czech (Ceco) e Rus (Russo), si separano a Gniezno, presso il nido dell’Aquila Bianca.

Il Re di Polonia viene battezzato cristiano dai Cechi, ma diviene vassallo dell’Imperatore di Germania.Per contrastare i Cavalieri Teutonici, alleati dell’indipendente Ducato di Mazovia, si allea con i Lituani pagani e li difende in quel Concilio di Basilea dove viene bruciato Jan Hus. Jogaila di Lituania diviene re di Polonia; più tardi, i due paesi costituiscono, nell’ambito di un’unione personale, un enorme stato, di cui fanno parte Polacchi, Ucraini, Bielorussi, Lituani, Moldavi, Tedeschi, Lettoni, Ebrei, Tartari.

Il Regno di Polonia si trasforma sempre più secondo il modello di una repubblica aristocratica, in cui anche il più piccolo aristocratico è sovrano, come nella Germania Post-Vestfalica. È l’“aurea libertas” che costituisce il modello politico per i Polacchi. Tuttavia, l’Aurea Libertas ha un risvolto negativo: il “Liberum Veto”, il diritto di ogni nobile polacco di bloccare le decisioni della Dieta.

La Repubblica Polacca viene governata da Re stranieri eletti dall’aristocrazia: questo modello costituzionale degenera sempre più nel conflitto fra i grandi vicini, Russia, Prussia ed Austria, per la supremazia in Polonia, finché si giunge alle tre spartizioni ed alla “Finis Poloniæ”. Fine relativa, ché a partire da Napoleone, e, poi, all’interno dell’Impero Russo, la Polonia mantiene una propria identità, come Granducato e/o come Regno.

Con la 1ª Guerra Mondiale, rinasce la Grande Polonia, con le sue appendici tedesca, lituana, bielorussa ed ucraina.

La sconfitta nella 2ª Guerra Mondiale e l’occupazione sovietica significano anche la vittoria della politica piccolo-nazionalista, di uno Stato etnicamente puro, con enormi scambi di popolazioni alle frontiere, ai danni della Germania, ma non soltanto.

Con Papa Giovanni Paolo II (battezzato “Rex Polonorum”) rinascel’illusione di una Grande Polonia mitica, europea e lontana dallo sciovinismo piccolo-nazionale. Purtroppo, il modo in cui è stata gestita la transizione dal socialismo all’Europa, in modo ferocemente ideologico, capitalistico e piccolo-borghese, non poteva portare se non ad un’interpretazione restrittiva della storia nazionale, in cui le grandi lezioni di Czartoryski, di Mickiewicz, di Piłsudski e di Miłosz vennero abbandonate a favore dei teorici più fanaticamente nazionalisti, come Hoëne-Wroński e Dmowski.

Si giunge, infine, alle tragicommedie dei Fratelli Kaczynski, edella Lustracja, contro cui così nobilmente si era battuto il nostro amico Bronisław Geremek.

Come far sì che la Polonia ritorni al suo antico europeismo?

A nostro avviso, lì come qui, si impone uno studio approfondito sulle identità, con una lente d’ingrandimento su una preistoria veramente pan-europea, con un’attenzione particolare alla protostoria del Barbaricum, con un interesse rafforzato per il Regno di Polonia, e con grande apertura verso la cultura romantica, verso l’eredità culturale dell’antica Rzeczpospolita e del dissenso anti-sovietico.

1 commento:

  1. una piccola aggiunta: il BISKUPIN è stato costruito nel VIII aC, qnd chiamare qst influenza "romana"non è prorio esatto..;-)

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