domenica 27 maggio 2012

I MARXISTI NON SONO IN SUDAMERICA; SONO IN OCCIDENTE




Benedict XVI Challenges to  a Reflexion on Overcoming Marxism.
Bénoit XVI lance une provocation sur le dépassement du Marxisme.
Benedikt XVII fordert heraus zur Überwinndung des Marxismus.

Avendo sostenuto fin dal 1961, anno della “crisi dei missili” con Cuba, che il Marxismo non fornisce una chiave adeguata per l’interpretazione e la soluzione dei problemi del mondo contemporaneo, non possiamo certo essere sospettati di una sorta di “Ostalgie”.
Quindi, innanzitutto, condividiamo, dal punto di vista formale, l’invito di Benedetto XVI a prendere atto di quella che, a nostro avviso, è sempre stata una circostanza pacifica.
E, tuttavia, il modo stesso in cui la frase è stata formulata è, a nostro avviso, ambigua, e rivelatrice di una ben più ampia ambiguità del discorso della Chiesa.
L’affermare che il marxismo non è più in grado di cogliere la realtà contemporanea, significa che esso, in un qualche tempo precedente, lo era stato. Il che, per un cristiano convinto, non è molto convincente. Anche perché, secondo l’insegnamento della Chiesa, ribadito ancora recentemente, la verità non dovrebbe mutare nel tempo.Sicché non si vede come, se, per esempio, Benedetto XVI considera non convincente la Teologia della Liberazione, possa ammettere che, prima, essa, convincente, lo era.
Soprattutto ci pare poco appropriato esprimere quest’affermazione nel corso di un viaggio verso il Centroamerica. Infatti, è proprio in quest’area che il Marxismo, per un certo periodo, era stato considerato come un valido strumento interpretativo della realtà, ma, oramai, da molti anni non lo è più.
I vari regimi di sinistra centroamericani non sono più marxisti, anzi, sono, o nazionalisti, o, ancor più spesso, neo-pagani. Un esempio eclatante: l’art. 71 della Costituzione dell’Ecuador del 28 settembre 2008 afferma che “la natura, o Pachamama, dove la vita si realizza e si riproduce, ha diritto al rispetto della sua esistenza, così come al mantenimento e alla rigenerazione dei suoi cicli vitali, delle sue strutture, delle sue funzioni e dei suoi processi evolutivi”.Orbene, Pachamama è la prima delle divinità femminili del Pantheon incaico, una dea a cui il Presidente boliviano Morales ha giurato fedeltà al momento del proprio insediamento.
Quindi, i Centroamericani sono ben più avanzati degli Occidentali sulla strada del superamento del marxismo, anche se in una direzione che certamente non può piacere a Benedetto XVI (anche se piaceva, invece, forse, molto a Giovanni Paolo II). Sono invece agli Occidentali che il Papa dovrebbe ammonire circa l’inadeguatezza del marxismo per capire i problemi del mondo. Sono infatti  proprio gli Occidentali quelli che sono fermi alle idee di Marx, come, per esempio, quella della storia come “inveramento”, nel Progresso, della tradizione giudaico-cristiana, quella del primato dell’economia, quella del determinismo nella descrizione delle varie fasi della “modernizzazione”, quella del carattere salvifico del capitalismo mondiale e della globalizzazione (quale descritti nel Manifesto del Partito Comunista).
Si noti, per esempio, che, da quando è caduto il muro di Berlino, l’establishment occidentale, che, prima, si definiva patriottico o democratico, liberale o socialdemocratico, ora si autodefinisce “capitalista”, abusando così anch'esso di questa impropria espressione di Marx.
I veri marxisti sono, oggi, proprio gli Occidentali, i quali si comportano, infatti, esattamente come una volta si comportavano gli stalinisti  ai tempi del Socialismo Reale. Gli Occidentali di oggi sono retti da una ristrettissima cerchia teocratica, che crede fanaticamente che la scienza, la tecnica, il mercato e l’eguaglianza possano salvare l’umanità dalla finitezza della propria condizione. Sono governati da un “paese-guida” che ha truppe in tutto il mondo e che quando, in qualche paese, si afferma un sistema radicalmente estraneo alla sua visione del mondo, lo reprime con la forza, secondo i ben noti copioni di Berlino, Budapest, Praga, dell' Afganistan.
Hanno una “linea di partito” inderogabile (il “pensiero unico”), e tutti coloro i quali non vi si attengono vengono esclusi dal dibattito pubblico.
Hanno un approccio dirigistico alla vita economica e sociale, dove le grandi decisioni vengono prese a livello centrale, quelle amministrative  sono di fatto delegate al mondo finanziario globale,  mentre la gestione del day-by-day (livello delle tasse, spartizione delle tangenti) viene lasciata a ristrette élites locali strettamente controllate dal centro.
La propaganda del “pensiero unico” è martellante (com’era nei Paesi del Pensiero Reale). Le masse non vengono più radunate fisicamente perché, a questa finzione di “democrazia reale” bastano i talk-show e Internet.
E, si noti bene, nessuno è estraneo a questo regime, così come i vari Alleanza Socialista jugoslava, “Pax” polacca, partiti, “Nazionaldemocratico”, “Liberaldemocratico”, “Democristiano” e “Socialdemocratico” della DDR non erano certo estranei alla dittatura del socialismo reale.
Basti pensare che Angela Merkel aveva iniziato la propria carriera politica   come dirigente, nella DDR, del Front der Jugend, organizzazione giovanile unitaria dei partiti della coalizione filosovietica, ed era entrata nel mondo democristiano attraverso la collaborazione con De Maizière, che per decenni aveva diretto la CDU "dell' Est", cioè membra del governo di coalizione con la SED (Partito Comunista della Germania Orientale).
Ma, visto che stiamo parlando della Chiesa, è la Chiesa stessa capace di uscire dai condizionamenti storicistici, materialistici, individualistici, della Modernità, per guidare la transizione verso la Tarda Modernità?



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