giovedì 11 dicembre 2008

Che cos'è per noi l'identità europea


European Identity as a space of debate and confrontation.
L'identité européenne: un espace de débat et de confrontation.
Europaeische Identitaet als ein Rahmen fuer Debatte und Auseinandersetzung.
Abbiamo dedicato una delle prime opere della nostra Casa Editrice (nella quale il sottoscritto appare non solamente come editore, bensì anche come autore), al tema dell’Identità Europea. Ciò perché riteniamo che la definizione di questo concetto sia prioritaria all’interno del progetto, culturale e politico, che condividiamo, volto a fare dell’Europa uno dei pilastri di un futuro ordine mondiale federale, fondato sulla multiculturalità, sul pluricentrismo e sulla convivenza, sulla scena mondiale, di una serie di modelli fra di loro alternativi e competitivi.
In questo contesto, è stata una nostra precisa scelta quella di rifiutare, fino ad ora, di esprimere una personale complessiva presa di posizione circa le (purtroppo non frequentissime) dispute in corso sulla definizione dell'“Identità Europea”.
Alle richieste pressanti in questo senso ricevute da molti amici e lettori, abbiamo sempre reagito con la stessa risposta: “Fare la storia dell’identità europea consiste nel ricercare ciò che gli Europei hanno pensato, detto e scritto di se stessi. Certo, anch’io, in quanto Europeo, credo di avere diritto ad esprimere la mia opinione, ma, ciò, solamente, dopo aver dato la parola agli altri, ai vivi, ma, soprattutto, ai morti, che costituiscono l’enorme maggioranza dei nostri concittadini”.
Ma, mentre, in qualità di autore, solo al termine del mio lavoro non potrò esimermi dall’esprimere anch’io un mio articolato e motivato punto di vista, non credo, invece, come cittadino, di potermi ritirare in una sorta di “epoché”, rimandando “sine die” ogni presa di posizione su questo argomento.
Si tratterà qui, per altro, di prese di posizioni puntuali, “giornalistiche”, se vogliamo, emotive, non dell’esito motivato di una ricerca, come quella intrapresa con la serie
“10.000 Anni di Identità Europea”.
Facendo di necessità virtù, poiché il “blog” costituisce una forma privilegiata di dialogo con il pubblico, esso dovrebbe fornirmi anche l’occasione di raccogliere reazioni che entreranno a fare parte integrante del 2° e del 3° volume della mia ricerca - l’uno, dedicato alla storia dell’identità europea nel corso della Modernità; l’altro, a ciò che gli Europei hanno pensato e pensano, sognano e/o fantasticano, circa il loro avvenire -.
Infine, che cosa si intende, oggi, con il termine “Identità Europea”?
Intanto, si tratta di un termine “alto”, diffusosi negli anni ’80, con la rinascita, soprattutto negli Stati Uniti, del fenomeno delle Identità Collettive, e recepito dagli stessi legislatori europei con il
Trattato di Maastricht.
Si noti che, nel
Trattato di Lisbona, il termine è, invece, scomparso.
I più affezionati a questo termine sembrano essere politici o letterati conservatori, che, nel termine “identità”, vedono un’affermazione di continuità con la storia passata. Questa continuità viene ricercata, secondo i paradigmi propri alla filosofia hegeliana, nella duplice discendenza “da Atene e da Gerusalemme”, da cui, attraverso le Monarchie Nazionali, i Comuni, il Rinascimento, le “Grandi Scoperte”, la Riforma e l’Illuminismo, deriverebbero tutte le caratteristiche dell’attuale “Occidente”, appiattite su una storia prevalentemente giuridica ed economica, che trascura, fra l’altro, aspetti come l’inconscio, l’arte, le tradizioni locali e di classe.
Anche noi siamo stati educati, nell’Europa del 2° Dopoguerra, all’interno di simili vulgate. Tuttavia, a noi pare che gli ultimi decenni abbiano permesso, ad un numero impressionante di autori europei e non, di mettere in discussione molti aspetti di queste ultime, che lasciano fuori, solo per fare degli esempi, Gilgamesh e Zarathustra, Averroè e Carlo V, Pascal e Kierkegaard, Dostojevski e Nietzsche, Coudenhove Kalergi e De Gaulle.
Nel commentare fatti, prese di posizione, opere letterarie e/o artistiche, a mano a mano che essi si verificheranno, contiamo di essere in grado di porre in luce quanto stiamo perdendo, in termini di profondità storica e di autenticità esistenziale, dall’imposizione di siffatte “vulgate” e quanto sia, invece, necessario aprire le finestre, fare entrare aria nuova, aprire nuovi dibattiti.
In sintesi, per noi, l’Identità Europea è uno “spazio” di incontro e scontro fra tendenze storico-culturali diverse (politeismo dei valori, escatologia individuale, millenarismo secolare) specifiche al nostro Continente, all’interno delle quali si è svolta la sua storia, e che lo qualificano nei confronti di altri Continenti.
Qualcosa di simile sono, per l’India, la dialettica fra tradizioni induiste, dottrine ascetiche ed Islām, e, per la Cina, il “San Jiao”, cioè la coesistenza di Taoismo, Confucianesimo e Buddhismo, ai quali aggiungerei anche la “religione popolare” ed il Maoismo.
Per questo capire l’Europa significa, da un lato, capire la sua molteplicità, e, dall’altro, confrontarla con le altre grandi regioni del mondo.

2 commenti:

  1. come fa ad esserci un' identità comune a parecchie centinaia di milioni di persone?

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  2. Pocemu, kogda dumajem o identicnosti evropy, nigda ne govoritsia tozhe o Rossii?

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