Le Associazioni torinesi
celebrano in Comune il 9 maggio nel silenzio dei politici.
L’anno
scorso, la Giornata dell’ Europa 2012 era stata celebrata, dalle nostre
Associazioni, in modo addirittura trionfale, costituendo così, essa, un inedito
punto di convergenza fra piemontesi, savoiardi, nizzardi, francesi, rumeni e
cinesi, fra politici di destra e di sinistra, intellettuali, accademici di fama
mondiale, imprese, amministratori locali , giornalisti, scrittori, musicisti,
ecc.. con la partecipazione, al Circolo dei Lettori, di più di 400 persone, fra Autorità,
Associazioni e pubblico.
Quest’anno,
in questo clima di continua mascherata,
in cui l’ Europa è onnipresente, ma solamente sotto la forma caricaturale di
un’ inflessibile Angela Merkel, magari sotto le sembianze di Adolf Hitler, la quale impone a tutti inutili sacrifici, solo
le Associazioni culturali torinesi continuano imperterrite a seguire il loro
progetto di cultura europea radicata nel territorio, e a celebrare puntualmente
la Festa dell’ Europa il 9 maggio di tutti gli anni. Già l’anno scorso, non
erano certo mancate, alla nostra celebrazione del 9 maggio, critiche all’ Europa ufficiale, che fosse,
questa, rappresentata dall’ Unione, dagli Stati membri o dagli Enti locali. In
particolare, Franco Cardini aveva denunziato il mancato rispetto delle promesse
fatte da Schuman in quel fatidico giorno del 9 maggio 1950.
Riconosciamo
intanto che con quella data si era voluto (forse) anche fare concorrenza al
Den’ Pobiedy (il giorno della vittoria sul nazismo) celebrato fin dal 1946 dall’allora “blocco socialista”, Den’ Pobiedy che,
nonostante il crollo del Muro, sembra ancora più vivo e vegeto che non la
Giornata dell’ Europa. Auspicio certo non favorevole per chi creda che l’
Europa coincida con l’ Unione Europea e possa prescindere dall’ Unione
Euroasiatica e dal Neo-Ottomanismo turco (per carità, anch’essi in seria difficoltà).
Infatti,
il Den’Pobiedy viene ancora celebrato a tutt’oggi, contrariamente alla Giornata
dell’Europa, in una ventina di Stati,
con dovizia di parate e di feste popolari. Ad esempio, nel Kazakhstan (che, avendo
in Europa molte migliaia di chilometri quadrati di territorio e alcuni milioni
di cittadini di lingua slava, si considera un paese europeo), sono state fatte quest’anno addirittura le
grandi manovre dell’ Esercito e della Marina sulle del Mar Caspio, con l’attiva
partecipazione del Presidente Nazarbayev.
Si
noti che Sol’zhenitsin avrebbe voluto invece escludere il Kazakhstan dalla
Comunità di Stati Indipendenti perché “non slavo”.
Si
noti anche, soprattutto, che, nonostante ciò sia stato nascosto dai media
occidentali, il Den’ Pobiedy 2010 era stato celebrato con la sfilata, sulla
Piazza Rossa di Mosca, di contingenti militari americani, francesi, polacchi,
oltre che degli Stati dell’ ex URSS, con la deposizione di una corona ai caduti
dell’ URSS da parte di Angela Merkel, del Presidente polacco Donald Tusk e del
Primo Ministro turco Tayyep Erdogan, e, per finire, con l’esecuzione, da parte della
banda dell’ Armata Russa, sulla Piazza Rossa, del “Hymn an die Freude” (9°
Sinfonia di Beethoven e Inno dell’ Europa).
A
noi sembra schiacciante e scandaloso che l’Unione Europea e i suoi Stati Membri
non coltivino le proprie memorie, e si vergognino perfino se qualcun altro lo
fa. I nostri leaders partecipano a queste cose perché sanno che facendo altrimenti le
conseguenze sarebbero gravissime, ma lo fanno di nascosto (anche perché per la molti di loro esistono schiaccianti documentazioni di quando partecipavano a
ben altre manifestazioni). Come potrà mai nascere, da questo guazzabuglio,
un’autentica Identità Europea?
Tornando
a noi, quest’anno, il carattere polemico della nostra manifestazione torinese è stato
accentuato, da un lato, dal paradosso di una celebrazione ufficiale in Comune
tenuta dalla Società Civile senza la partecipazione dei rappresentanti,né del comune, né della regione, e, dall’ altra, dalle molte voci critiche
che si sono levate, da parte delle nostre Associazioni, nei confronti degli orientamenti
assunti dall’ Unione negli ultimi anni.
Tali
critiche hanno avuto di mira, soprattutto, l’atteggiamento economicistico delle
Autorità Europee e la loro assenza di progettualità. Un panel composto da
rappresentanti del Movimento Popolare dei Lavoratori, dei Comuni della Valle di
Susa, dell’università e del giornalismo del nostro Territorio, ha tentato di
formulare proposte per la diffusione della cultura europea, per lo studio
comparato della letteratura europea, ecc..
La
giornata era stata deliberatamente dedicata a un tema specifico, che ci appare,
ancora, particolarmente preveggente: il ruolo delle comunità immigrate nel
rilancio del nostro territorio.
Questo
ruolo risulta, a nostro avviso,
evidente, intanto, già “a livello meta-storico”, proprio dal confronto
con le comunità immigrate. Infatti, tanto la visione cinese arcaica dell’
Europa (di Roma e del Cristianesimo) come “Da Qin” (la Grande Cina), vale a
dire come un modello per lo stesso Impero del Mezzo, quanto la caparbia pretesa
dei Romeni di essere gli autentici discendenti dei Romani ( i Rhomaioi dell’
Impero Bizantino, i Hromaig dei Persiani, i Rumi degli Arabi, i Rum dei
Turchi), ci confermano circa la nostra convinzione che un’unitaria “identità
europea” fosse percepita universalmente fin dai tempi più antichi:” Per quanto riguarda il re, non è una figura
permanente ma viene scelto fra gli uomini più degni... La gente in questa
regione è alta e di fattezze regolari. Assomigliano ai cinesi, ed è questo il
motivo per cui questa regione viene chiamata Da Qin (la "Grande Cina").
Tutto ciò è confermato dalla
frenesia che, come racconta Die Zeit, ha colto recentemente gli abitanti della
città cinese di Liqian (che significa
anch’essa “Impero Romano”) , di presentare se stessi come i legittimi
discendenti dei 145 legionari di Licinio Crasso finiti fortunosamente in Cina
Come
ospiti d’onore abbiamo avuto, dunque, la
Professoressa Gao dell’Università di Shanghai, direttrice cinese dell’ Istituto
Confucio di Torino, Chen Ming, Presidente dell’ ANGI (associazione Nuova Generazione Italo-Cinese) la Professoressa Irinà Strakovà, dell’ Associazione
slovacca Vy@My, e Cristea Petre, dell’ associazione rumena Flacara.
A
dispetto degli Euroscettici e dell’ indifferenza di Autorità e cittadini, noi
continuiamo così, giorno dopo giorno, a costruire l’ Europa con chi ci sta
Quale
sarà la nostra prossima mossa?
Saranno
addirittura due:
- la
presentazione del libro “ Intorno alle
Alpi Occidentali, L’identità di
un’Euroregione”, dell’Associazione Culturale Diàlexis, finanziata dalla
Regione Piemonte, e, oramai, in avanzata fase di editing;
- un libro di Diàlexis sulle Elezioni Europee.
Vi
attendiamo, come sempre, alle nostre prossime manifestazioni.
Cittadini Europei!
Nonostante la défaillance generalizzata delle
Vostre classi dirigenti, noi delle Associazioni continuiamo
a batterci, giorno per giorno, per la Patria Europea.
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