lunedì 3 giugno 2013

GIORNATA DELL’ EUROPA 2013 A TORINO




Le Associazioni torinesi celebrano in Comune il 9 maggio nel silenzio dei politici.



L’anno scorso, la Giornata dell’ Europa 2012 era stata celebrata, dalle nostre Associazioni, in modo addirittura trionfale, costituendo così, essa, un inedito punto di convergenza fra piemontesi, savoiardi, nizzardi, francesi, rumeni e cinesi, fra politici di destra e di sinistra, intellettuali, accademici di fama mondiale, imprese,  amministratori locali , giornalisti, scrittori, musicisti, ecc.. con la partecipazione, al Circolo dei Lettori,  di più di 400 persone, fra Autorità, Associazioni e pubblico.

Quest’anno, in questo clima di  continua mascherata, in cui l’ Europa è onnipresente, ma solamente sotto la forma caricaturale di un’ inflessibile Angela Merkel, magari sotto le sembianze di Adolf Hitler,  la quale impone a tutti inutili sacrifici, solo le Associazioni culturali torinesi continuano imperterrite a seguire il loro progetto di cultura europea radicata nel territorio, e a celebrare puntualmente la Festa dell’ Europa il 9 maggio di tutti gli anni. Già l’anno scorso, non erano certo mancate, alla nostra celebrazione del 9 maggio,  critiche all’ Europa ufficiale, che fosse, questa, rappresentata dall’ Unione, dagli Stati membri o dagli Enti locali. In particolare, Franco Cardini aveva denunziato il mancato rispetto delle promesse fatte da Schuman in quel fatidico giorno del 9 maggio 1950.

Riconosciamo intanto che con quella data si era voluto (forse) anche fare concorrenza al Den’ Pobiedy (il giorno della vittoria sul nazismo) celebrato fin dal 1946  dall’allora “blocco socialista”, Den’ Pobiedy che, nonostante il crollo del Muro, sembra ancora più vivo e vegeto che non la Giornata dell’ Europa. Auspicio certo non favorevole per chi creda che l’ Europa coincida con l’ Unione Europea e possa prescindere dall’ Unione Euroasiatica e dal Neo-Ottomanismo turco (per carità, anch’essi in seria difficoltà).
Infatti, il Den’Pobiedy viene ancora celebrato a tutt’oggi, contrariamente alla Giornata 
dell’Europa,  in una ventina di Stati, con dovizia di parate e di feste popolari. Ad esempio, nel Kazakhstan (che, avendo in Europa molte migliaia di chilometri quadrati di territorio e alcuni milioni di cittadini di lingua slava, si considera un paese europeo),  sono state fatte quest’anno addirittura le grandi manovre dell’ Esercito e della Marina sulle del Mar Caspio, con l’attiva partecipazione del Presidente Nazarbayev.

Si noti che Sol’zhenitsin avrebbe voluto invece escludere il Kazakhstan dalla Comunità di Stati Indipendenti perché “non slavo”.

Si noti anche, soprattutto, che, nonostante ciò sia stato nascosto dai media occidentali, il Den’ Pobiedy 2010 era stato celebrato con la sfilata, sulla Piazza Rossa di Mosca, di contingenti militari americani, francesi, polacchi, oltre che degli Stati dell’ ex URSS, con la deposizione di una corona ai caduti dell’ URSS da parte di Angela Merkel, del Presidente polacco Donald Tusk e del Primo Ministro turco Tayyep Erdogan, e, per finire, con l’esecuzione, da parte della banda dell’ Armata Russa, sulla Piazza Rossa, del “Hymn an die Freude” (9° Sinfonia di Beethoven e Inno dell’ Europa).

A noi sembra schiacciante e scandaloso che l’Unione Europea e i suoi Stati Membri non coltivino le proprie memorie, e si vergognino perfino se qualcun altro lo fa. I nostri leaders partecipano a queste cose perché sanno che facendo altrimenti le conseguenze sarebbero gravissime, ma lo fanno di nascosto (anche perché per la molti di loro  esistono schiaccianti documentazioni di quando partecipavano a ben altre manifestazioni). Come potrà mai nascere, da questo guazzabuglio, un’autentica Identità Europea?

Tornando a noi, quest’anno, il carattere polemico della nostra manifestazione torinese è stato accentuato, da un lato, dal paradosso di una celebrazione ufficiale in Comune tenuta dalla Società Civile senza la partecipazione dei rappresentanti,né del comune, né della regione, e, dall’ altra, dalle molte voci critiche che si sono levate, da parte delle nostre Associazioni, nei confronti degli orientamenti assunti dall’ Unione negli ultimi anni.
Tali critiche hanno avuto di mira, soprattutto, l’atteggiamento economicistico delle Autorità Europee e la loro assenza di progettualità. Un panel composto da rappresentanti del Movimento Popolare dei Lavoratori, dei Comuni della Valle di Susa, dell’università e del giornalismo del nostro Territorio, ha tentato di formulare proposte per la diffusione della cultura europea, per lo studio comparato della letteratura europea, ecc..

La giornata era stata deliberatamente dedicata a un tema specifico, che ci appare, ancora, particolarmente preveggente: il ruolo delle comunità immigrate nel rilancio del nostro territorio.

Questo ruolo risulta, a nostro avviso,  evidente, intanto, già “a livello meta-storico”, proprio dal confronto con le comunità immigrate. Infatti, tanto la visione cinese arcaica dell’ Europa (di Roma e del Cristianesimo) come “Da Qin” (la Grande Cina), vale a dire come un modello per lo stesso Impero del Mezzo, quanto la caparbia pretesa dei Romeni di essere gli autentici discendenti dei Romani ( i Rhomaioi dell’ Impero Bizantino, i Hromaig dei Persiani, i Rumi degli Arabi, i Rum dei Turchi), ci confermano circa la nostra convinzione che un’unitaria “identità europea” fosse percepita universalmente fin dai tempi più antichi: Per quanto riguarda il re, non è una figura permanente ma viene scelto fra gli uomini più degni... La gente in questa regione è alta e di fattezze regolari. Assomigliano ai cinesi, ed è questo il motivo per cui questa regione viene chiamata Da Qin (la "Grande Cina").
Tutto ciò è confermato dalla frenesia che, come racconta Die Zeit, ha colto recentemente gli abitanti della città cinese di  Liqian (che significa anch’essa “Impero Romano”) , di presentare se stessi come i legittimi discendenti dei 145 legionari di Licinio Crasso finiti fortunosamente in Cina

Come ospiti d’onore abbiamo avuto, dunque,  la Professoressa Gao dell’Università di Shanghai, direttrice cinese dell’ Istituto Confucio di Torino, Chen Ming, Presidente dell’ ANGI (associazione Nuova Generazione Italo-Cinese)  la Professoressa Irinà Strakovà, dell’ Associazione slovacca Vy@My, e Cristea Petre, dell’ associazione rumena Flacara.

A dispetto degli Euroscettici e dell’ indifferenza di Autorità e cittadini, noi continuiamo così, giorno dopo giorno, a costruire l’ Europa con chi ci sta

Quale sarà la nostra prossima mossa?

Saranno addirittura due:
- la presentazione del libro “ Intorno alle Alpi Occidentali, L’identità  di un’Euroregione”, dell’Associazione Culturale Diàlexis, finanziata dalla Regione Piemonte, e, oramai, in avanzata fase di editing;

- un  libro di Diàlexis sulle Elezioni Europee.

Vi attendiamo, come sempre, alle nostre prossime manifestazioni.

Cittadini Europei!
Nonostante la défaillance generalizzata delle Vostre classi dirigenti, noi delle Associazioni continuiamo a batterci, giorno per giorno, per la Patria Europea.

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