lunedì 12 gennaio 2009

Le delusioni della politica e della cultura

The disillusion of citizens includes both politics and culture.
La désillusion des citoyens à propos de la politique et de la culture.Die Enttaüschung der Bürger schliesst beide Politik und Kultur ein.

Potrebbe sembrare a molti che questo blog, seppure dedicato a temi apparentemente molto alti ed impegnativi, sia, alla fine, molto lontano dalle preoccupazioni della maggior parte dei cittadini.
I quali, anche i più seri e combattivi, non sembrano, in questi giorni, prendere di petto questioni come il federalismo mondiale, la diversità culturale, e, tanto meno, l’identità europea, perchè alle prese, vuoi con conseguenze della crisi economica, vuoi con un sempre più generalizzato disgusto per la politica e per la cultura.
Ci siamo preoccupati in altra sede della crisi economica.
Qui ci resta da dire che la crisi della politica viene vista da una minoranza come la scivolata “cesaristica” di un sistema politico gestito sempre più in modo aziendalistico, e sempre meno in base a programmi e principi.
Ma anche la maggioranza, indipendentemente dal partito per cui essa vota, è sempre più disgustata da politici privi di idee e di programmi, attenti solamente ad esaltare i propri meriti ed a diminuire quelli degli altri.
I politici appaiono tutti sempre più uguali nel loro grigiore.
Ma anche coloro che, più che della politica, hanno a cuore le sorti della cultura, non cessano di lamentare la mancanza di qualità e competenza da parte dei dirigenti dell’economia, l’indifferenza dei cittadini, la crescente incultura dei giovani.
Siamo sicuri che queste lamentele che sentiamo ogni giorno siano del tutto slegate dai grandi temi, come l’identità europea, il federalismo mondiale e la diversità culturale?
Non ci rendiamo conto che proprio l’avvento di una società come quella in cui oggi viviamo è stato profetizzato, e inutilmente scongiurato, dalla maggior parte dei grandi intellettuali europei, che, a nostro avviso, costituiscono parte integrante dell’identità europea?
Di Goethe, che già nel Werther esprimeva, in un grande affresco lo scontro fra l’economia e la cultura; di Kierkegaard, che denunziava lo svuotamento del Cristianesimo, ridotto a strumento di benessere mondano; di Nietzsche, che descriveva l’“ultimo uomo”; di Heidegger, che denunziava la perdita del senso dell’Essere, e così via...
Si potrà uscire dall’indifferenza della cultura, dalla stagnazione politica, e, perfino, dalla crisi economica, senza andarsi a rileggere quei classici che costituiscono l’identità europea, senza fare concreti sforzi, fuori dalla moderna omologazione, nel senso di una sana differenza di gusti e di culture, e senza riportare al centro della politica un serio ed effettivo dibattito sui grandi problemi, che, a questo punto, non possono essere solamente più domestici, bensì debbono elevarsi al livello europeo e mondiale?

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