martedì 17 febbraio 2009

FEDERALISMO MONDIALE E POLITEISMO DEI VALORI

World Federalism and Polytheism of values. Le Fédéralisme mondial et le polythéisme des valeurs. Weltfoederalismus und Polytheismus der Werte

Nel suo intervento nell’ultimo numero di “The Federalist Debate”, Simone Vannuccini discute se il federalismo mondiale sia compatibile con il politeismo dei valori, concludendo la sua analisi in senso positivo, anche se, a nostro avviso, in modo non del tutto esplicito per ciò che concerne il “politeismo dei valori”.

A nostro avviso, il federalismo mondiale si giustifica proprio in relazione all’esigenza di preservare la diversità culturale anche in presenza della globalizzazione.

Infatti, a nostro avviso, da un lato la diversità culturale sarà inevitabile fintantoché gli uomini saranno soggetti liberi e responsabili, e, quindi, saranno capaci di esprimere valori in forma consona alle loro specificità intellettuali, istintive, sentimentali e storiche. Tentare di sopprimere queste diversità culturali per imporre un unico modello di civiltà richiede un livello elevatissimo di repressione, simile a quello teorizzato a suo tempo da Vyšinskij (e praticato da Stalin) come necessario nella fase finale della rivoluzione per impedire il riemergere di tendenze controrivoluzionarie.

Questa è, per altro, la strada attualmente perseguita quando si parla di “esportare la democrazia”, che significa, in pratica, tenere occupati militarmente interi continenti per tentare di modificarne la cultura e le istituzioni, a costo di sopportare una “guerra infinita”. La soluzione federalistica, al contrario di quella dell’“Impero Mondiale” (ed in modo simile per altro alla teoria imperiale classica, per esempio quella di Monsignor De Las Casas), riconosce una pluralità di soggettività culturali, ed anche giuridiche, su basi territoriali, le quali convergono armonicamente nel determinare le sorti del mondo.

Questa situazione è quella attualmente esistente, nella quale i popoli, superate le utopie omologatrici dell’egualitarismo e del mercatismo, sono alla ricerca di una propria identità non spersonalizzante per l’oggi e per domani, pescando, con ciò, profondamente nell’eredità di ieri:che sia l’American Creed o i San Jiao, le Religioni indiche o l’Identità europea, i vari islamismi e i diversi neo-politeismi sudamericani. Ma anche, a livello più modesto, un’identità basca o occitana, padana o kossovara, osseta o kurda, ecc.. Prendere atto di questo, considerarlo un fatto positivo, sostenere che ciò richieda appropriati strumenti giuridici attuativi, è, per altro, solamente l’inizio.

Le difficoltà nella redazione della Costituzione Europea dimostrano che la definizione di ruoli e di poteri ai vari livelli (locale, cittadino, regionale, nazionale, euroregionale, continentale e mondiale) non è affatto un processo scontato. Infatti, fa parte proprio del politeismo dei valori fare sì che non sia immaginabile un Pensiero Unico, un General Intellect, una Dea Ragione, che, in modo obiettivo, stabilisca una volta per tutte ciò che è meglio.

La definizione di ruoli, regole e poteri è sempre il risultato di conflitti, anche aspri.

Neanche il processo del federalismo mondiale ne potrà essere esente.

Attualmente, assistiamo al conflitto fra, da un lato, l’America, che ritiene di impersonare tale ragione astratta e superiore, e gli altri continenti, che non accettano questa identificazione, ed il cui obiettivo sostanziale è, sostanzialmente, circoscrivere e relativizzare il ruolo dell’America. In futuro, potrebbe sorgere un conflitto fra un “duopolio” od un “oligopolio” di poteri ed il resto del mondo.

Lo stesso meccanismo della delega parlamentare non può funzionare, a livello mondiale, nello stesso modo che in uno Stato nazionale e dovrà, alla fine, essere adattato. Infine, le nuove realtà demografiche, economiche e militari del mondo imporranno anche una ridefinizione dei ruoli delle varie culture nel definire i principi di funzionamento degli organismi sovrannazionali, i linguaggi di comunicazione, gli equilibri politici e di rappresentanza.

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