martedì 3 marzo 2009

I PAESI DELL’EST-EUROPA CHIEDONO AIUTO A QUELLI DELL’OVEST


East European Countries urge West Europeans for help.Les Européens de l’Est demandent l’aide des Européens du Ouest.Osteuropäer beantragen eine Hilfe von der Seite der Westeuropäer.

Tutti i nodi vengono al pettine.
Il rapporto fra Est ed Ovest dell’Europa, messo in luce con grande lucidità già negli Anni ’30 dal Principe Trubeckoj (il grande linguista russo-bianco fondatore del Circolo di Praga), emerge finalmente in tutta la sua chiarezza.

I Paesi dell’Europa Centrale (dalla Polonia all’Estonia, all’Ucraina, alla Bulgaria) sono storicamente più poveri di quelli dell’Ovest (senza che occorra qui ricercare le ragioni di tale povertà).Da quando è diventato patrimonio comune dell’umanità pensare che tutti i Paesi debbano, innanzitutto, sforzarsi di sollevare il loro sistema economico per raggiungere quello dei “paesi più sviluppati”, i Paesi dell’Europa Centrale hanno fatto di tutto per raggiungere l’Europa Occidentale, imitando, prima, le potenze dell’Asse, poi, l’industrializzazione forzata staliniana, ed, infine, la de-regulation di Reagan e di Bush.

Nonostante ciò, essi non sono riusciti a raggiungere il livello dell’Europa Occidentale, la quale, in un modo o nell’altro, anche nel contesto dell’attuale crisi, se la cava molto meglio, con le sue strutture conservatrici, di Paesi come gli Stati Uniti e la Cina, che hanno puntato tutto su una crescita esasperata dell’economia, nonché dei Paesi dell’ Est, che hanno imitato, mutatis mutandis, ricette americane o cinesi.

Orbene, secondo quali criteri rispondere alle richieste di aiuto degli Europei dell’Est?Come al solito, in base ai gretti criteri del compromesso economico giorno per giorno?Oppure, in base a pregiudizi ancestrali, o a considerazioni ideologiche?

A nostro avviso, il criterio determinante non può essere che politico. La trasformazione delle economie dell’Europa Centrale ed Orientale in senso occidentale è stata voluta, consciamente od inconsciamente, anche dalle élites dell’Europa Occidentale, come parte integrante di un progetto meta-politico di realizzazione di un’Identità Europea.

Questo progetto è stato concepito e realizzato in modo inadeguato a causa dell’insufficiente sviluppo dell’Identità Europea nella stessa Europa Occidentale.In particolare, l’Europa ha abdicato ad un ruolo di dialogo paritetico con l’Europa Centrale ed Orientale, includente tanto le Nomenclature, quanto la dissidenza; ha delegato i ruoli politici ed economici agli Stati Uniti; non ha preteso di inserire, nelle agende politiche dei nuovi Stati, accanto a temi genericamente occidentali, anche quelli specificatamente europei.

Le conseguenze di tutto ciò erano abbastanza prevedibili.
Le Nomenclature post-staliniste, sulla base della loro cultura opportunistica, hanno scelto di identificarsi con un modello americano che, da un lato, era particolarmente consono al loro background materialistico, e, dall’altro, si presentava come vincente.Di conseguenza, queste élites hanno sdegnato i suggerimenti di saggezza da parte dell’Europa Occidentale e si sono buttati a capofitto nella “turbo-economia” di tipo americano (per altro, la più facile da realizzare nella loro situazione storica, in cui il comunismo, con il suo egualitarismo, aveva eliminato tutte le possibilità di compensazione offerte dai ceti intermedi).

A questo punto, era facile prevedere che, dopo un’iniziale ubriacatura grazie al sistema “americano” dell’economia creditizia, questi popoli “déracinés” sarebbero caduti, non appena ci fosse stata una crisi del sistema occidentale, nella più profonda depressione.

A questo punto, che fare?
Rinfacciare agli Europei Orientali la loro ancestrale arretratezza, oppure la loro attuale povertà, oppure, ancora, le sequele nefaste del comunismo e del neo-liberismo?

Ciascuno può avere una sua risposta a queste domande.
Noi, essendo, in primo luogo, europeisti, abbiamo una nostra precisa risposta.
Questa è un’occasione d’oro per sancire una volta per tutte, a dispetto di tutte le ideologie, la solidarietà fra Europei.

È in quest’ottica che, come già anticipato in precedenti post, avviamo, da oggi, una serie di approfondimenti sui Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale, volti a dimostrare che, nonostante tutti i luoghi comuni, e nonostante tutte le traversie storiche, gli Est-Europei sono europei a tutti gli effetti.

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