venerdì 20 marzo 2009

La tenaglia - 2


Ideology or Utopy? Idéologie ou Utopie? Ideologie oder Utopie?
Al di là della questione delle ideologie, il libro di Irti ne propone un' altra, di portata più generale: con la caduta delle cosiddette “Grandi Narrazioni”, non si è forse andati troppo in là, pretendendo che si possa fare a meno, non solamente delle ideologie, bensì anche di una qualsivoglia forma di collegamento fra il pensiero speculativo e la realtà fattuale?

L’urgenza di una risposta è data dalle conseguenze di questa assenza di pensiero politico. Conseguenze che si possono ridurre alla perdita del controllo, da parte dell’umanità, sul divenire del processo storico.È proprio a questa perdita di controllo che si riferisce la metafora della “Tenaglia”.

Nel mondo senza ideologie, le scelte vengono effettuate da apparati apparentemente impersonali, ma che, di fatto, impersonano la logica burocratica della pura volontà di potenza fine a se stessa.

Per Irti, le due ganasce della tenaglia che stringono l’umanità di oggi sono, da un lato, la tecnocrazia del mercato; dall’altro, l’interventismo clericale.Sviluppando questo pensiero dell’autore, a noi sembra che ambedue queste forze si apparentino per il loro carattere anomico: esse, anziché riallacciarsi consciamente alle forze storiche e culturali che le hanno poste in essere, interpretano semplicemente l’esigenza di potere che scaturisce dalla presenza di potenti strutture organizzate.

Aggiungendo ancora una nostra interpretazione, questo “modus operandi” si ritorce contro queste stesse forze, le quali non sono in grado, per questo motivo, di perseguire in modo razionale i loro propri obiettivi storici.Ma, sorge spontanea la domanda, l’assenza di ideologie (ovvero di una qualche forma di pensiero politico), non è forse la conseguenza di un fenomeno epocale, contro cui è difficile difendersi?

A nostro avviso, tale fenomeno epocale è la “Dialettica dell’Illuminismo”.

Le “ideologie” della Rivoluzione Francese, bollate, prima che da Marx, da Napoleone, e rivendicate, invece, dagli intellettuali “progressisti” sotto la Restaurazione, altro non sono che l’articolazione dialettica del cosiddetto “chiliasmo del filosofo”, predicato da Kant, secondo cui l’escatologia delle religioni monoteistiche avrebbe dovuto essere interpretata in senso mondano, come infinita perfettibilità dell’uomo.Cristianesimo sociale e nazionalismo, liberalismo e socialismo, sono la declinazione in modo dialettico di quest’unico “programma di sistema” (come lo avevano definito Hölderlin, Kant e Schelling).

Lo “scacco” del “chiliasmo del filosofo” si rivela sotto due diversi punti di vista:
a) l’ineliminabilità del male;
b) la vittoria storica dei Paesi dell’Oriente, i quali, non avendo una tradizione monoteistica, non hanno spazio per l’idea di “chiliasmo”.

Ma il pensiero politico può esistere solamente come forma secolarizzata di chiliasmo, oppure può prescindere totalmente da qualunque forma di escatologia terrena, come fa, per esempio, il Confucianesimo, e come facevamo le religioni monoteistiche fino a qualche secolo fa?

L’idea di “utopia”, che preesisteva a quella di “ideologia”, non aveva bisogno di presupporre un “lieto fine” cosmico.

L’utopia era desiderio, provocazione, progetto, non una sentenza del Tribunale della Storia.

Quello di cui abbiamo, probabilmente, bisogno oggi, è una qualche forma di utopia, che non pretende di risolvere il problema del male del mondo, bensì di risolvere le esigenze (tutte le esigenze, spirituali, culturali, istintuali, emozionali, fisiche, economiche e/o giuridiche) degli uomini di oggi, così come sono, con le loro diversità, ed anche con i loro difetti.
Una siffatta “utopia” non è, certo, meno impegnativa di un irrealistico e sfuggente “chiliasmo del filosofo”.

Ma siffatte utopie, oggi, esistono?
A nostro avviso, solo ora si sta incominciando a ragionare intorno ad esse.
Il federalismo è, a nostro avviso, il nuovo asse portante della creazione del pensiero politico.

Esso, al contrario dell’idea di “Progresso”, è, per sua natura, relativistico e pluralistico. Esso non mira a schiacciare, bensì ad esaltare le diversità. Esso tende a creare una pluralità di utopie fra loro non confliggenti; utopie che si propongono di risolvere problemi parziali dell’umanità: quello della cultura, quelli dell’ambiente, quello della libertà, quello della religione, quelli dell’Occidente, quelli dell’Oriente, quelli del Sud del Mondo.

Nessun commento:

Posta un commento