lunedì 19 ottobre 2009

PARTECIPAZIONE, MA A COSA?


Italy's confuse debate on workers' participation. En Italie, le débat sur la participation est confus.Verwirrte italienische debatte ueber Mitbestimmung.

La recente proposta di legge, prima presentata e poi ritirata da deputati della maggioranza governativa, ha ridato nuovo fiato al dibattito sulla partecipazione. La quale corrisponde ad una caratteristica tipica del modello economico "renano" (Europa Centrale, Francia, Spagna e Scandinavia), che non esiste, tradizionalmente, nei Paesi anglosassoni.

Gli uomini politici che affrontano il dibattito, o non sono al corrente di come il modello funzioni, per esempio in Germania, o fanno volutamente confusione.

Il modello tedesco, che è il più completo, prevede sostanzialmente tre cose:

-la partecipazioni paritetica di lavoratori e lavoratori al Consiglio di Sorveglianza delle grandi imprese del settore carbosiderurgico (Montanmodell);

-la partecipazione un terzo/due terzi dei lavoratori ai consigli di sorveglianza delle grandi imprese(Betriebsverfassungsgesetz);

-la co-gestione (Mitbestimmung) di tutte le imprese.

La co-gestione è l' insieme dei poteri delle RSU, e non si distingue gran ché dai poteri che queste ultime hanno in Italia.

I compiti del Consiglio di Sorveglianza non sono di gestire, bensì di controllare.Nel sistema "duale" (che, ormai, esiste anche in Italia, per esempio nelle banche), il Consiglio di Sorveglianza svolge i compiti di controllo che, nel sistema "monistico", svolgono i membri non operativi dei consigli di Amministrazione, mentre i compiti di gestione (quelli degli "amministratori operativi") vengono svolti dal Direttorio.

Da quando in tutto il mondo è diventato importante il "Sistema di controllo interno", è praticamente inevitabile, nelle grandi imprese, avere un sistema indipendente di controllo interno, indipendentemente dall' esistenza di un sistema di gestione "Duale" o "Monistico".

Quindi, la partecipazione di tipo "europeo" realizza, sotto altre forme giuridiche, obiettivi che, a parole almeno, sono perseguiti in tutti i sistemi di diritto societario. L' unica differenza è che, nel sistema "tedesco", i lavoratori partecipano anche alla nomina dei "membri non operativi", nominano un membro del Direttorio e hanno un diritto di veto sulla nomina del Presidente del Direttorio (Amministratore Delegato).

Sono questi tre ultimi principi a discostarsi dalla prassi italiana.

Tutto ciò non ha però nulla a che vedere con la "partecipazione agli utili", che può esserci o non esserci, ma non è oggetto di cogestione, bensì di negoziazione sindacale, come in Italia e nei paesi anglosassoni.

Ciò dimostra che questa riforma non avrebbe nulla di rivoluzionario, e che i motivi addotti contro la riforma si riconducono ad un fatto psicologico: la paura, da parte di imprenditori e sindacati, di perdere il loro alone di superiorità e di irraggiungibilità, creato dal meccanismo della contrattazione collettiva.

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