martedì 21 settembre 2010

EVET!

Affirmative Vote at Turkish Referendum Confirms Trend Towards Europe.Le vote affirmatif dans le referendum turque confirme l’orientation en faveur de l’Europe.Bejahende Volksabstimmung in türkischem Referendum bestätigt Richtung nach Europa.



La Turchia non cessa di suscitare l’interesse degli osservatori politici grazie all’attivismo in tutti i campi del Governo Erdogan.

Attraverso il recente referendum, il Governo dell’AKP è riuscito, nello stesso tempo, a “centrare” due diversi obiettivi:

- indebolire le obiezioni dell’Unione Europea circa la non completa democraticità della Turchia, così eliminando uno dei principali pretesti contro la sua adesione all’Unione;

- infliggere un colpo all’opposizione militare e laicistica, attraverso l’eliminazione di molte norme che, fino a ieri, garantivano, da un lato, un diritto di veto contro le decisioni del Parlamento e del Governo, e, dall’altro, l’immunità degli alti ufficiali dalla persecuzione giudiziaria dei reati contro i diritti umani compiuti in occasione dei passati colpi di Stato.

Il referendum apre, così, la porta ad una completa riforma della Costituzione, con la possibilità di legalizzare completamente l’associazionismo islamico.

La Turchia rappresenta, sempre di più, un chiaro esempio di come, in un’epoca in cui vi è la tendenza ad imporre in modo autoritario l’omologazione culturale indotta dalla globalizzazione, la democrazia si riveli un potente strumento di difesa delle identità e delle differenze culturali.

Non casualmente, nel recente “forum”internazionale in Russia per commemorare il primo millennio della Città di Jaroslavl’, anche il Presidente Medvedev ha lanciato un’ampia offensiva nel senso della democratizzazione della Russia ,abbinata alla riproposizione del progetto di un nuovo patto per la sicurezza europea.

In tale modo, Russia e Turchia, pur non venendo considerate come possibili candidate in tempi brevi all’ingresso nell’Unione Europea, divengono, di fatto, due elementi motori della sua dialettica interna.È significativo che si moltiplichino studi di Think Tanks legati al Cremlino, che ipotizzano varie forme di integrazione della Russia nella NATO e nella UE.

Tutto ciò con una singolare coincidenza con studi di origine americana ed europea che segnalano un significativo spostamento nell’opinione pubblica europea, favorevole alle politiche del Presidente americano Obama, ma sfavorevole alla prosecuzione della “leadership”, all’interno dell’Occidente, da parte degli Stati Uniti. In definitiva, si prospetta un “Occidente allargato”, comprendente anche Russia e Turchia (oltre, eventualmente, ad alcuni Stati turcofoni e slavofoni ex-sovietici), ma in cui la leadership sarebbe destinata a spostarsi gradualmente “verso Oriente”.

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