venerdì 10 settembre 2010

TORINO,CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA?

In 2019, Italy Will Host one of the European Culture Capitals. En 2010, l'Italie hébergera l'une des deux Villes Capitales d' Europe. In 2010, wird Italien eine der zwei Kulturhauptstaedte beherbergen.


La decisione 1622/2006/CE (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2006/l_304/l_30420061103it00010006.pdf ) ha offerto all’Italia un’importante opportunità.

Nell’ultima tornata dell’“Azione Speciale Capitale Europea della Cultura”, quella del 2019, il Governo italiano e quello bulgaro dovranno proporre una città ciascuno le quali, insieme, costituiranno le “Capitali Europee della Cultura”.

Nel corso della lunga vicenda, prima delle “Città Europee della Cultura”, poi delle “Capitali Europee della Cultura”, l’Italia ha già ottenuto questo riconoscimento tre volte: nel 1986, con Firenze; nel 2000, con Bologna; nel 2004, con Genova.

La “Capitale Europea della Cultura” è una città dove, con il supporto dell’Unione Europea, si svolge, nel corso dell’anno di designazione, un’intera serie di manifestazioni culturali, tutte di orientamento europeo.

La città in questione viene scelta, all’interno della rosa dei candidati, da una commissione europea e dallo Stato membro proponente, e viene confermata dal Consiglio dell’Unione.

Per il 2019, si sono già candidate il Triveneto, Ravenna, Siena, Terni, L’Aquila, Bari e Matera.

La questione era già stata sollevata in Consiglio Comunale di Torino nell’ambito della 5ª Commissione Consiliare, ma nessuna decisione è ancora stata, fino ad ora, adottata.

La gestione di un programma annuale di Capitale Europea della Cultura è un’impresa complessa. Essa implica la realizzazione di molte e diverse attività, di carattere puntuale, ma, più spesso, pluriennale, delle quali talune sono specifiche alla qualifica di Capitale Europea della Cultura, ed altre, invece, fanno parte di un programma di sviluppo a lungo termine della città.

Per questi motivi, la scelta di candidarsi quale Capitale Europea della Cultura dev’essere adeguatamente ponderata da parte delle città dello Stato membro prescelto, anche sulla base di un complesso conto economico, che tenga conto, da un lato, degli investimenti richiesti da parte dei diversi soggetti coinvolti, e, dall’altro, dei ritorni, diretti, e/o indiretti, attesi. Tali importi sono in gran parte rientranti nel bilancio dello Stato membro proponente, in misura minore in quelli degli Enti Pubblici Territoriali, degli Sponsors e delle Associazioni.

Il nostro nuovo libro, "Torino, capitale europea della cultura? Riorientare le energie del Piemonte" (Alpina, Torino, 2010), ha l'obiettivo di:

-informare la cittadinanza torinese dell' esistenza di questa opportunità;

-sollecitare le Autorità ad assumere una decisione circa l' eventuale candidatura della Città;

-suscitare un movimento di opinione sull' argomento;

-cogliere l' occasione per prospettare importanti trasformazioni, delle quali, secondo noi, la Città avrebbe bisogno indipendentemente dalla designazione quale "Capitale Europea della Cultura"

A nostro avviso, vale la pena di impegnarsi su questa strada solamente per quelle città che decidano comunque di focalizzare le proprie energie verso la cultura europea.

A suo avviso, per altro, Torino avrebbe tutto l’interesse a rientrare fra queste città, in quanto la sua attuale crisi è, in un certo senso, parallela a quella che scuote l’Unione Europea nel suo insieme.

L’una e l’altra, crisi culturali. La cultura “funzionalistica”, incentrata su una visione tecnicistica e meccanicistica della storia e della società, non è stata in grado, infatti, di prevedere fenomeni come il crollo del sistema comunista, l’emergere dei BRIC, le crisi finanziarie dell’Occidente.

L’Europa, e Torino, si trovano ora "spiazzate", e si chiedono quale possa essere il loro ruolo nel futuro.

Noi proponiamo che tale ruolo venga ricercato, senza pregiudizi, in una rilettura attenta della storia e della cultura europee. L’occasione del 2019, con l’annesso onere di dibattere su questi temi e di affrontare una complessa procedura di selezione, ci offre l’opportunità di compiere questo sforzo. Tuttavia, secondo l’Autore, tale sforzo andrebbe comunque affrontato, per la stessa sopravvivenza della Città.

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