giovedì 21 luglio 2011

FINALMENTE IL DISCORSO E' CHIARO SULLA POLITICA ESTERA E DI DIFESA COMUNE

                                                      Sobieski con il Principe Eugenio sotto le mura di Vienna
How to React to Hague's Destructive Comments
Comment réagir aux comments destructif de Hague
Wie kann man zu Hagues zerstoererischen Bemerkungen reagieren?

Stranissima partenza per la Presidenza polacca dell' Unione. Inaspettatamente, questa aveva inserito, fra le proprie priorità, l' avanzamento della Politica Estera e di Difesa Comune, che giace nel sonno da circa vent'anni. Cosa, questa, già notevole, essendo stata la Polonia per lungo tempo, cioè ai tempi dei Fratelli Kaczinski, un paese assolutamente atlantista. Altra novità, l' idea di un comando generale comune, da collocarsi in Inghilterra, era condivisa da Lady Ashton, Inglese e Alta Commissaria per la Politica Estera e di Difesa Comune.

Eppure, non appena la proposta è emersa, essa è stata bocciata dal Minisdtro britannico della Difesa, con la classica argomentazione americana che tale comando costituirebbe un inutile doppione del comando SHAPE della NATO e, quindi, indebolirebbe, anziché rafforzare, la NATO stessa, unico strummento di difesa di tutto l' Occidente.

A questo punto, Lasy Ashton ha commentato che la posizione di Hague è eguale a quella dei precedenti governi laburisti, e che quindi non costituisce una sorpresa. Altri fanno notare che, se Francia,Germania,Polonia e Italia volessero veramente una Politica Estera e di Difesa Comune, basterebbe che lanciassero una Cooperazione Rafforzata.

La realtà vera è che non si possono distinguere la politica estera dell' Europa e la Difersa Comune.

I vari Governi europei sono divisi al 100% sulla loro visione del futuro assetto mondiale.

L'Italia non vede alcun problema nell'accresciuto peso dei BRIC e della Turchia, tant' è vero che   ha stipulato importanti accordi strategici con questi Paesi, fra cui quelli petroliferi, aereonautici e di difesa con la Russia, quello con la Cina per il Porto di Taranto e quelli per lòa difesa con la Turchia e perfino con la Libia di Gheddafi.

La Germania vorrebbe soprattutto evitare coinvolgimenti in nuove guerre.

La Francia vorrebbe farsi delegare dagli Stati Uniti un ruolo egemone sulle attività militari dell' Europa, continuando a interferire nella politica africana.

L'Inghilterra è interessata solamente all' alleanza con l' America.

Per poter condurre una politica estera e di difesa comune occorre vedere nello stesso modo il ruolo dell' Europa nel mondo.

Orbene, non c'è un' idea europea su questo punto. Il "sistema occidentale" deve tentare di espandersi all' infinito, con la sua ideologia, le sue élites, le tecnologie del post-umano, il suo sistema onnipervasivo di "intelligence",il suo individualismo di massa,  la sua finanza senza controllo, le sue multinazionali,  la sua spesa militare pari al 50% di quella mondiale, ecc...?Oppure siamo favorevoli ad uno scenario in cui, come dice Martin Jacques, "China Rules the World". Vogliamo imporre i sistemi occidentali con il "soft power" anziché con la forza come gli Stati Uniti? Vogliamo un mondo multipolare come propone la Russia? Accettiamo di coprire a nostre spese la ritirata dell' America dai fronti più caldi, come vorrebbe Sarkozi? Vogliamo continuare a essere una "potenza civile", come vuole la Germania, pronunziando sermoni e lasciando che gli altri se la sbrighino?


I punti di vista sono così disparati che, in altri tempi, la decisione sarebbe spettata alle armi.Oggi, fortunatamente, una guerra o una guerra civile fra gli Europei non è ipotizzabile. Tuttavia, questo ha paralizzato il processo decisionale. Non è vero che con un vero governo europeo le cose migliorerebbero, perchè anche all' interno di un Parlamento o di un governo ci possono essere i punti di vista più disparati. Il problema a monte è quello di raggiungere una maggiore omogeneità culturale. Non certo un' omoplogazione, bensì il raggruppamento intorno ad alcuni poli principali di pensiero.

Per fare ciò ci vogliono più cultura e più politica. Le posizioni sono disparate perchè sono quelle di restretti circoli nazionali autoperpetuantisi, che non lasciano alcuno spazio di intervento, né alla società civile, né alla cultura. Ma, visto che non si può bloccare tutto in attesa che gli Europei abbiano studiato e discusso abbastanza, la nostra modesta proposta è quella di non cominciare dal tetto, ma dalle fondamenta. Non dal Comando Generale, ma dalla "cellula di analisi"; non dai "Corpi Europei", ma da un' Accademia Militare Europea, non da spedizioni comuni, ma da un' "Intelligence" comune, ecc...

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