mercoledì 21 dicembre 2011

APPELLO DEL CENTRO STUDI SUL FEDERALISMO

  We shall recall  all Europeans to their duties, now

Nous devons desormais rappeller tous les européens à leur devoir, maintenant

Wir sollen jetzt alle Europaeer zu ihren Pflichten mahnen, jetzt

 

Siamo lieti di pubblicare su queste pagine l'appello del Centro Studi sul Federalismo ai leaders europei sulla crisi economica, di cui condividiamo i contenuti. Condividiamo anche il fatto che sia irrealistico aspettarsi che i leaders  possano avere, alla ulteriore integrazione dell' Europa, un approccio diverso da quello del cosiddetto "piano inclinato", vale a dire quello di attendere che siano i fatti stessi a rendere inevitabili i successivi passi dell' integrazione .

Riteniamo per altro anche che i fatti umani non si svolgano secondo un piano prestabilito, bensì siano in gran parte anche l'effetto di azioni spregiudicate di intellettuali e politici eccentrici, come dimostrano gli eventi e i personaggi più rilevanti della storia italiana e europea: per esempio, Carlo Magno e Papa Leone, Lutero, Melantone, Zwingli e Calvino, Mazzini, Gioberti e Cavour, Coudenhove-Kalergi, Galimberti, Spinelli, Monnet, Schumann, Adenauer e De Gasperi. 

D'altronde, è anche ben vero  che, come aveva sostenuto già Nietzsche più di un secolo fa, sono i fatti stessi a spingere verso l'unificazione europea, ma, tuttavia, tale unificazione sarebbe praticamente inutile se, prima ch'essa si  realizzasse, se ne fossero neutralizzati tutti gli effetti positivi. 

Nietzsche credeva infatti nella positività dell' Europa perchè, nonostante il suo pessimismo, riteneva che il superamento dell' umano fosse un obiettivo da perseguire incondizionatamente. Invece, noi ci stiamo rendendo conto che tale superamento potrebbe rivelarsi una catastrofe, soprattutto se la tecnocrazia e il complesso burocratico-militare fossero  riusciti, prima della nascita della Federazione Europea,  a completare la militarizzazione integrale del mondo, eredità del "Secolo Breve", e attualmente in corso a tutto volume, attraverso la centralizzazione, in pochi centri segreti, di tutte le informazioni rilevanti, il controllo capillare  della vita di ciascuno attraverso la "trasparenza" del web e la strumentalizzazione delle neuroscienze, la censura in automatico delle opinioni dissenzienti, il trasferimento di tutte le funzioni umane rilevanti alle "macchine intelligenti", e la diffusione a tappeto delle nascenti tecniche della cyberguerra (disinformazione attraverso il web, bombe elettroniche, droni,"robot in grigioverde", ecc...).

A nostro avviso, il ruolo storico dell'Europa Unita è proprio quello di incarnare in modo energico lo jonasiano  "principio di precauzione", che ci impone di adoprarci contro gli eccessi della tecnocrazia. E' un compito che non può essere lasciato ai politici, né, tanto meno, ai tecnocrati, bensì dev' essere preso decisamente in carico  dagli intellettuali.

Per questo, noi, come Associazioni, abbiamo già, da gran tempo, avviato, fin dalla "Festa dell' Europa" del 9 Maggio 2010, un processo volto a portare avanti un progetto di chiamata a raccolta degli intellettuali europei ("Ricominciare dalla Cultura"), i quali, a nostro avviso, avrebbero la precisa responsabilità di svolgere tempestivamente una riflessione collettiva e di carattere complessivo su questi temi, e, poi, di indirizzarsi ai politici, e, infine, di formare la coscienza del popolo europeo. 

Il rivolgersi rispettosamente ai potenti sul tema dell' Europa,cosa che ha, per altro, una tradizione eccelsa (Marini, Petrarca, De las Casas,  Lutero, Erasmo, Machiavelli, Vieira, Sully, St.Pierre, Rousseau, Leibniz, Baader, De Maistre, Nietzsche, Coudenhove-Kalergi, Spinelli), forse, non funziona più (se mai ha funzionato).

Crediamo, in ultima analisi, che, oramai, gli intellettuali europei, senza cessare di rivolgersi alla Casta, debbano sforzarsi anche di mobilitare il popolo europeo.

 

"Appello ai leader europei:

per un euro e un'Europa della stabilita' e dello sviluppo


La crisi economica e finanziaria internazionale e quella dei debiti sovrani europei sta mettendo a rischio le fondamenta dell'eurozona. L'Unione europea potrebbe disintegrarsi.

I decisori politici dell'Unione e degli Stati membri sono chiamati a dare prova di fermezza, coraggio e lungimiranza adottando subito provvedimenti in grado di scongiurare i gravissimi rischi mondiali che la crisi di credibilita' dell'eurozona puo' ingenerare.

Solo tenendo insieme le ragioni del rigore e quelle dello sviluppo, l'urgenza presente e le opportunita' future sara' possibile fornire una risposta coordinata e credibile alla crisi.

E' necessario che i leader europei sappiano rispondere, con i fatti, alle aspettative dei mercati ma, anzitutto, ai timori e alle speranze di milioni di cittadini europei.

Questo puo' avvenire solo se, uniti e solidali, fin dal Consiglio europeo del 9 dicembre prossimo, si muoveranno in tre direzioni, coordinate ed esplicitamente annunciate:
- la messa sotto controllo delle finanze pubbliche degli Stati membri dell'eurozona;
- una credibile azione europea per stabilizzare i debiti pubblici degli Stati membri dell'eurozona;
- il varo di un piano europeo di sviluppo sostenibile.


Va definito un pacchetto di misure che consenta di rafforzare, sotto l'egida della Commissione europea, la disciplina di bilancio degli Stati membri, con misure vincolanti in termini di controllo, sanzioni, costituzionalizzazione degli impegni assunti. A questo si devono accompagnare le necessarie riforme interne, in particolare negli Stati membri in cui e' piu' pesante l'onere del debito pubblico.

Proprio le garanzie di disciplina nazionale possono e devono aprire la via a una risposta europea al problema del debito, attraverso gli stability bond e il rafforzamento del Fondo Salva-Stati, incluse le sue capacita' di rapido finanziamento sul mercato. La Banca centrale europea, nell'ambito del proprio mandato, puo' compiere i passi necessari per assicurare la liquidita' indispensabile al sistema finanziario.

Ma e' fondamentale che il 9 dicembre si annunci anche il varo di un "piano di sviluppo sostenibile" europeo, da mettere in atto a partire dal 2012. "Agli stati il rigore, all'Unione lo sviluppo". Va appoggiata la posizione della Commissione europea e del Parlamento europeo per un bilancio dell'Unione dotato di risorse proprie comunitarie, in sostituzione di quelle nazionali, che possa mettere in cantiere un piano di investimenti per le infrastrutture, la promozione della ricerca e la creazione di beni pubblici, finanziato da project bond.

Per consolidare la capacita' dell'eurozona di rispondere alle crisi future - e di beneficiare delle opportunita' di crescita di un mondo in trasformazione - sara' necessario riformare i Trattati, anche per raggiungere l'obiettivo finale di una finanza federale europea. Ma fin da ora i leader della Ue e degli Stati membri dell'eurozona possono agire come un "Governo provvisorio dell'economia europea".

Solo se si sapra' costruire un ponte tra il presente e il futuro si potranno superare i limiti di un progetto che rimane un'acquisizione formidabile e insostituibile per l'Europa tutta, alla quale ha assicurato pace, stabilita' e crescita. Un'Unione europea all'altezza delle sfide della crisi richiede, da subito, leadership e lungimiranza.

Torino, 1 dicembre 2011


CENTRO STUDI SUL FEDERALISMO
(www.csfederalismo.it)



Appeal to European leaders:

for the Euro and the European stability and development


The international economic and financial crisis and the problem of European sovereign debt is seriously undermining the foundations of the Eurozone: the European Union could disintegrate.

The decision-makers of the Union and its Member States are being called upon to show fortitude, courage and vision by immediately putting measures in place able to stave off the hugely serious worldwide risks that the credibility crisis in the Eurozone can engender.

Only by combining rigour with development, the present urgency with future opportunities, will it be possible to provide a coordinated and credible response to the crisis.

It is necessary for European leaders to be able to give a concrete, factual response to the expectations of the markets and, above all, to the fears and hopes of millions of European citizens.

This can only happen if the members of the European Council work as one in concert at the meeting of 9 December in order to take three coordinated and unequivocally announced steps:
- keeping control over the public finances of the Member States in the Eurozone
- a credible Europe-wide action for stabilising the public debt of Member States in the Eurozone
- the launch of a European plan for sustainable development.

A package of measures needs to be defined for strengthening - overseen by the European Commission - the budgetary discipline of Member States by means of binding measures in terms of control, sanctions and constitutionalisation of the commitments undertaken. This must come with the necessary internal reforms, particularly in those Member States where the burden of public debt is highest.

It is the guarantee of national discipline that can and must pave the way to a European response to the problem of debt. This should take the form of stability bonds and a reinforcing of the EFSF, including its capability for rapidly funding on the market. The European Central Bank's mandate allows it to take the necessary steps to ensure the liquidity indispensable for the financial system.

But it is essential that, on 9 December, there is also announced the launch of a "European plan for sustainable development", to be implemented as of 2012. "To the Member States, rigour; to the Union, development". Support must given to the position of the European Commission and the European Parliament for a budget of the European Union funded by independent own resources instead of national ones, which could be the basis for an investment plan focused on infrastructures, research and common goods, financed by project bonds.

To consolidate the Eurozone's ability to deal with future crises - and to benefit from the growth opportunities in a changing world - it will be necessary to reform the Treaties, also aiming to the final objective of a European federal financial plan. However, the EU leaders and the Member States of the Eurozone can begin straight away by acting as a "Provisional Government of the European economy".

Only if we are able to build a bridge between the present and the future will it be possible to overcome the limitations of our project of unity, which still continues to be a formidable and irreplaceable achievement for the whole of Europe, and which has ensured peace, stability and growth. A European Union able to rise to the challenge of the crisis requires an immediate show of leadership and vision.

Turin, 1 December 2011


CENTRO STUDI SUL FEDERALISMO
(www.csfederalismo.it)"
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