Huang Nubo e il suo sogno svanito in Islanda |
Chinese elites love Europe
Les elites chinoises auiment l' Europe
Chinesische Eliten lieben Europa.
Riportiamo l’interessante intervista
della Frankfurter Allgemeine Zeitung del 10 dicembre con i Cinesi Zhao Tingyang e Huang
Nubo.
L’articolo di Mark Siemons,
intitolato “Wir Können nicht die ganze Welt Retten” (“Non possiamo salvare il
mondo intero"), è dedicato alla fondamentale questione di come le enormi
disponibilità finanziarie della Cina possano, e/o debbano, essere utilizzate per
finanziare la stabilizzazione e il rilancio dell’economia europea.
L’articolo prende, e opportunamente,
le mosse dal “Florentia Village”, una città artificiale costruita fra Pechino e
Tianjing, la quale costituisce, per così dire, un "riassunto" di Roma, Venezia e
Firenze.Si tratta, ovviamente, di un “outlet”
facilmente raggiungibile, in pochi minuti, dalle due metropoli cinesi, grazie al
modernissimo treno ad alta velocità “Armonia”.
L’articolista approfitta di questo scenario per porre
in evidenza la domanda fondamentale che tutti si pongono in Cina (ma anche in tutti
gli altri BRICS), circa la la quale ultima, secondo il Cinese (ma anche il Russo)
medio, sarebbero inficiate soprattutto dall’eccessivo benessere degli abitanti, ben
superiore a quello dei Cinesi (e dei Russi).Basterebbe, in quest'ottica, che gli Europei
accettassero di ridurre il loro benessere per avvicinarlo a quello dei Cinesi (e/o dei Russi),
ed, allora, non vi sarebbe più alcuna crisi economica.
Vi è, in tutto questo, molta verità,
e lo abbiamo già detto in altri post. E, tuttavia, le cose non sono così semplici. Esistono, infatti, per la Cina, eccellenti ragioni
economiche per investire in Europa.
Intanto, è fondamentale l’esigenza di non
fare fallire l’Europa, principale partner commerciale della Cina.
In secondo luogo, vi è l’obiettiva
necessità, da parte della Cina, di diversificare le proprie riserve.
Infine, c’è la volontà, della Cina stessa, di
utilizzare le proprie disponibilità finanziarie come uno strumento per rendere
più equilibrata la “governance” economica mondiale.ù
Zhao Tingyang, filosofo, insegna
all’Accademia di Scienze Sociali di Pechino. Zhao si dimostrerà ben più
favorevole alla cooperazione con l’Europa della media dei suoi connazionali, e
perfino dei “filoeuropei” politici cinesi. Intanto, in quanto filosofo, Zhao
parte dalla constatazione che l’idea di Kant, secondo cui la vittoria delle
repubbliche mercantili avrebbe portato alla pace perpetua, non si è verificata,
in quanto, come ha osservato giustamente Huntington, Kant non aveva considerato
sufficientemente la diversità fra le culture e le visioni del mondo.
Secondo Zhao, ciò che è rilevante non
è l’omogeneità fra le culture, bensì l’equilibrio nei rapporti.Sulla base di questo punto di vista, Zhao
intravede, per il futuro, una sorta di "triumvirato" mondiale, costituito dagli Stati
Uniti, dall’Europa e dalla Cina. Ubn' Europa trasformata sotto l’influenza della
Germania, potrebbe essere aiutata a rafforzarsi attraverso massicci
investimenti cinesi nelle infrastrutture.
Ancor più europeista, il grande
finanziere Huang Nubo, che, dopo aver cercato inutilmente di creare un grande
centro turistico sinico-europeo-americano in Islanda, ed essendo stato, alla fine, rifiutato
dagli Islandesi, organizza ora un grande progetto conoscitivo cinese nel
Nord Europa, per studiare leggi, politica e clima degli investimenti, in vista
di creare, in quella regione, una nuova centrale del proprio impero finanziario,
che si estende già ora fra la
Cina e gli Stati Uniti.
Secondo l’articolista Mark Siemons,
questo progetto finanziario costituirebbe già l’attuazione pratica della visione
geopolitica di Zhang.
Nessun commento:
Posta un commento