martedì 20 dicembre 2011

IN CINA QUALCUNO CI AMA


Huang Nubo e il suo sogno svanito in Islanda

 Chinese elites love Europe
Les elites chinoises auiment l' Europe
Chinesische Eliten lieben Europa.

Riportiamo l’interessante intervista della Frankfurter Allgemeine Zeitung del 10 dicembre con i Cinesi Zhao Tingyang e Huang Nubo.

L’articolo di Mark Siemons, intitolato “Wir Können nicht die ganze Welt Retten” (“Non possiamo salvare il mondo intero"), è dedicato alla fondamentale questione di come le enormi disponibilità finanziarie della Cina possano, e/o debbano, essere utilizzate per finanziare la stabilizzazione e il rilancio dell’economia europea.

L’articolo prende, e opportunamente, le mosse dal “Florentia Village”, una città artificiale costruita fra Pechino e Tianjing, la quale costituisce, per così dire, un "riassunto" di Roma, Venezia e Firenze.Si tratta, ovviamente, di un “outlet” facilmente raggiungibile, in pochi minuti, dalle due metropoli cinesi, grazie al modernissimo treno ad alta velocità “Armonia”.

L’articolista approfitta di questo scenario per porre in evidenza la domanda fondamentale che tutti si pongono in Cina (ma anche in tutti gli altri BRICS), circa la la quale ultima, secondo il Cinese (ma anche il Russo) medio, sarebbero inficiate soprattutto dall’eccessivo benessere degli abitanti, ben superiore a quello dei Cinesi (e dei Russi).Basterebbe, in quest'ottica,  che gli Europei accettassero di ridurre il loro benessere per avvicinarlo a quello dei Cinesi (e/o dei Russi), ed, allora, non vi sarebbe più alcuna crisi economica.

Vi è, in tutto questo, molta verità, e lo abbiamo già detto in altri post. E, tuttavia, le cose non sono così semplici. Esistono, infatti, per la Cina, eccellenti ragioni economiche per investire in Europa. 

Intanto, è fondamentale l’esigenza di non fare fallire l’Europa, principale partner commerciale della Cina.

In secondo luogo, vi è l’obiettiva necessità, da parte della Cina, di diversificare le proprie riserve.

Infine, c’è la volontà, della Cina stessa, di utilizzare le proprie disponibilità finanziarie come uno strumento per rendere più equilibrata la “governance” economica mondiale.ù

Zhao Tingyang, filosofo, insegna all’Accademia di Scienze Sociali di Pechino. Zhao si dimostrerà ben più favorevole alla cooperazione con l’Europa della media dei suoi connazionali, e perfino dei “filoeuropei” politici cinesi. Intanto, in quanto filosofo, Zhao parte dalla constatazione che l’idea di Kant, secondo cui la vittoria delle repubbliche mercantili avrebbe portato alla pace perpetua, non si è verificata, in quanto, come ha osservato giustamente Huntington, Kant non aveva considerato sufficientemente la diversità fra le culture e le visioni del mondo.

Secondo Zhao, ciò che è rilevante non è l’omogeneità fra le culture, bensì l’equilibrio nei rapporti.Sulla base di questo punto di vista,  Zhao intravede, per il futuro, una sorta di  "triumvirato" mondiale, costituito dagli Stati Uniti, dall’Europa e dalla Cina. Ubn' Europa trasformata sotto l’influenza della Germania, potrebbe essere aiutata a rafforzarsi attraverso massicci investimenti cinesi nelle infrastrutture.

Ancor più europeista, il grande finanziere Huang Nubo, che, dopo aver cercato inutilmente di creare un grande centro turistico sinico-europeo-americano in Islanda, ed essendo stato, alla fine,  rifiutato dagli Islandesi,  organizza ora un grande progetto conoscitivo cinese nel Nord Europa, per studiare leggi, politica e clima degli investimenti, in vista di creare, in quella regione,  una nuova centrale del proprio impero finanziario, che si estende già ora fra la Cina e gli Stati Uniti.

Secondo l’articolista Mark Siemons, questo progetto finanziario costituirebbe già l’attuazione pratica della visione geopolitica di Zhang.





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