giovedì 4 febbraio 2010

IL FUTURO DELLA LIBERTA'

Fini's Book Stimulates Reflexion and Critics.Le livre de Fini stimule la reflection et la critique.Fini's Buch reizt Ueberlegung und Kritik.



Rientra certamente nei compiti delle figure istituzionali, come il Presidente della Repubblica e quello della Camera, esprimere in modo persuasivo le convenzioni culturali che stanno alla base del sistema politico di cui sono rappresentanti, ed invitare le giovani generazioni ad aderirvi.

Perciò, non resta che da applaudire al fatto che i nostri Presidenti lo facciano autorevolmente.

Una tipica espressione di questa attività è il libro di Giancarlo Fini, "Il Futuro della Libertà"(Edizioni Rizzoli).

Tuttavia, è, a nostro avviso, altrettanto ovvio che tale tipo di pubblicistica, proprio per la sua natura e la sua genesi, corra il rischio di lasciare un poco un senso di incompletezza, se si pensa alla complessità delle questioni che essa affronta, e alle rigidità entro cui le posizioni istituzionali in genere sono costrette ( al contrario di quelle dei "bloggers").

La storia della libertà

Concordo con l' idea di fondo di Fini, vale a dire che il tema della libertà sia il più critico per le giovani generazioni, ma credo che visioni irenistiche, come quella offerto dal libro di Fini, corrano il rischio di indebolire, più che rafforzare, la consapevolezza dei giovani per il problema, e la loro disponibilità a battersi per esso.

L'identificazione della storia con la storia della libertà è una grande tradizionieitaliana, di cui il massimo rappresentante fu Benedetto Croce(di cui, stranamente, non si parla più). Un limite di questa impostazione è quella di fare perdere il senso della complessità della storia, ma, soprattutto, del concetto di libertà.

Come Fini giustamente ricorda verso la fine del libro, occorre distinguere una "libertà negativa"(libertà da ingerenze altrui) e una "libertà positiva"(libertà di fare delle specifiche cose concrete). Filosofi e teologi ci ricordano che esiste anche una "libertà morale" (libertà di fare il bene, qualunque cosa questo sia).

Esempio della prima: poter vivere in un' isola deserta, senza seccatori.

Esempio della seconda: poter essere curato in un ospedale.

Esempio della terza: avere il coraggio di rifiutare un ordine disumano, affrontando la morte.

Bene, contrariamente alla "storia della Libertà" che ci viene costantemente insegnata, la storia non procede necessariamente ed incontrovertibilmente verso un incremento indiscriminato della libertà. Anche perchè i tre tipi di libertà non sono paralleli, ma si condizionano (e, talvolta, si escludono) a vicenda.

Per esempio, la libertà negativa tende a diminuire sempre più, a mano a mano che il legame sociale si fa intenso, ed aumenta la "libertà positiva", qualla di ricevere "prestazioni" dalla società.Infine, la "libertà morale", difesa da Catone, Seneca, i Martiri della Legione Tebana, Bonhoeffer, Kolbe, ecc.... in genere ha modo di manifestarsi in tempi duri, in cui tanto la libertà positiva che quella negativa vengono negate.

La libertà oggi

Orbene, come si stanno muovendo, oggi, i tre tipi di libertà, e che cosa ci attende per il futuro?

La libertà negativa si sta certo affievolendo sempre più.Come rileva Conrad Lorenz, lo stesso sovraffollamento del pianeta costituisce l' attacco più violento a questa libertà. Non parliamo degli orari senza interruzione, delle luci e delle musiche sempre accese, della regolamentazione del traffico, ecc..

La libertà positiva, dopo avere conosciuto un vertice nell'Europa Comunitaria di fine secolo, dove si cumulavano le prestazioni materiali dell' "affluent society" di tipo capitalistico, con la più completa gamma delle prestazioni sociali del socialismo, sta subendo bruschi contraccolpi, in quanto, né il mercato è più in grado di garantire agli Europei una crescita quantitativa continua, né lo Stato è in grado di mantenere le vecchie prestazioni sociali.

Quanto, infine, alla libertà morale, essa è, oramai, praticamente inesistente, in quanto la stessa struttura antropologica che la sosteneva (fondata sulla civiltà classica)è stata minata in tuttio i suoi aspetti (rifiuto dei modelli dell' antichità e delle religioni trascendenti, funzionalizzazione e giuridicizzazione di tutte le decisioni, mancanza di veri margini di manovra per il singolo).

I pericoli per la libertà

Nel futuro, questo panorama tenderà a peggiorare in modo drastico.

La libertà negativa tenderà a scomparire nel modo più assoluto in un mondo di dieci miliardi e più di persone. Tutto sarà razionato e regolamentato. Qualunque atto ostile o di sabotaggio potrebbe provocare catastrofi immani: le Autorità saranno obbligate a controllare e reprimere senza remore qualunque anomalia. La robotica, la cibernetica e le tecniche elettroniche di controllo stanno fornendo strumenti spaventosi, come i "centri di ascolto" intercontinentali, la censura del web,i campi di concentramento "segreti",i "robot guardiani", i droni, lo "scanner del pensiero", ecc...

La libertà positiva, se ci sarà, si tradurrà in una progressiva sostituzione della macchina all' uomo.Per rendere tutti più intelligenti, e possibilmente egualmente intelligenti, si accrescerà la simbiosi fra l' uomo e il computer.Per garantire la salute e la longevità, si sostituiranno tutti gli arti, e perfino il cervello, con delle protesi. Lo stesso uomo verrà programmato biologicamente, poi tramutato gradualmente in un cyborg, e infine connesso ad una rete intelligente, di cui sarà solamente un "terminale"....L'eccesso di prestazioni tecnologiche e sociali si tradurrà cosìnella dipendenza totale da un universo macchinico organizzato a livello mondiale.Ideologia, informatica, cibernetica, finanza e tecnica saranno uniche a livello mondiale, e tutto ciò che si muove nel mondo sarà controllato centralmente in modo elettronico.

Le profezie di Zamiatin, di Capek, di Asimov, di Lem, di Huxley e di Oorwell si sono già realizzate: il futuro potrebbe essere molto peggio!

Un programma di battaglia per la libertà morale

La libertà diventa cruciale proprio perchè tende a sparire.In queste condizioni, quella che torna ad essere determinante è la libertà morale.

La fine della libertà negativa può essere scongiurata innanzitutto da una cultura critica, che veda i limiti dello sviluppo, e da un' educazione alla sostenibilità, che abitui ad accontentarsi di poco, come gli antichi.Poi, da un' attenzione accresciuta per gli aspetti anche procedurali della libertà. Per esempio: il diritto di parola, anche contro i dettati del "politicamente corretto"; il diritto alla "privacy" contro gli arbitri polizieschi e informatici; la tutela di tutti contro i trattamenti inumani e contro la detenzione abusiva, ecc.....Infine, la democrazia non già come "dittatura dei sondaggi", o "apoteosi della mediocrità", bensì come partecipazione quotidiana,agita e combattuta.

Che la libertà positiva non si traduca nella "trasfusione senza spargimento di sangue" , dall' umano alla macchina, può essere scongiurato solo da un rinnovato pensiero teologico, il quale, dedicandosi alla "cosa ultima", fornisca una leva contro l' autoreferenzialità della tecnocrazia. Tale pensiero, per essere operativo, non potrà essere disgiunto da una robusta cultura scientifica e tecnologica, capace di penetrare a fondo la dialettica delle "macchine intelligenti", di proporre alternative, di intervenire in tale dialettica, di limitarla, di condizionarla. Anche qui, bisogna difendere la "libertà delle religioni", cioè una laicità ben intesa, con creazione di uno spazio difeso, in cui la tecnocrazia non possa entrare, e la "libertà di ricerca", intesa come accesso agli aspetti più esoterici della tecnica, e libertà di critica della tecnocrazia.

Tutte queste cose si potranno realizzare solamente nella misura in cui si saprano utilizzare al massimo le sinergie fra le tradizioni liberali (che garantiscono l' "habeas corpus", il "due process of law" e la certezza del diritto), e quelle democratiche, che partono dall' originaria libertà positiva (il "diritto naturale"), per riconoscere il ruolo insostituibile delle formazioni sociali storiche (famiglia, città, professione), per poi costruire sistemi storici e concreti di partecipazione attiva di circolazione delle élties, di formazione dell'opinione, di deliberazione e di controllo. Quanto gli attuali strumenti normativi permettano tutto questo, va riverificato in ogni momento, soprattutto in una fase che, come dice Fini, è "costituente" (ma, a nostro avviso, più per l' Europa che per l' Italia).Vorrei solo ricordare, a quest'ultimo proposito, che l' unico soggetto politico che abbia seriamente intrapreso autonomamente l' impresa di scrivere la costituzione europea (nel 1944), il comandante partigiano piemontese Duccio Galimberti, lo fece scrivendo "in simultanea" (prima di essere ucciso), e la Costituzione Europea, e la nuova Costituzione Italiana. E' ovvio, infatti, che le due non potrebbero essere in contrasto fra di loro.

Come si vede, c' è un enorme programma di intervento culturale, educativo, scientifico, imprenditoriale, politico e giuridico.

A nostro avviso, solo sul presupposto di un siffatto programma sarà possibile lanciare un appello concreto ai giovani per la difesa della libertà.

Giacché la libertà è un valore tipicamente europeo, crediamo anche che il livello giusto per proporre un programma come quello sopra sia quello europeo.








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