martedì 16 febbraio 2010

LA BATTAGLIA DELL' EURO

Weakness of Euro-Economy in front of Crisis Shows "Cultural Gap" of Euro. La faiblesse de l' économie européenne démontre les "lacunes culturales" de l' Euro. Wirtschaftsschwaeche entlarvt Euros"Kulturleeres" .


Mentre, fino ad oggi, la nostra critica alla costruzione europea in quanto priva di un persuasivo elemento culturale fondante sembrava destinata a restare una "vox clamantis in deserto", stiamo constatando che si levano sempre più voci a sostegno della necessità di mettere in rilievo tale elemento.

Nel sito de Il Sole 24 Ore , il corrispondente dalla Germania, Beda Romano, afferma che la crisi finanziaria in corso "scuote le fondamenta culturali" dell' Euro.

A ciò hanno fatto eco le dichiarazioni del Segretario Generale della CGIL, Epifani: In questa crisi paghiamo l’assenza di un’identita’ europea”. Parola del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che, a margine dell’assemblea congressuale della Fisac Cgil, ha spiegato: “Durante la crisi si sta vedendo la differenza tra l’avere un governo democratico e avere un istituto che e’ a meta’ strada come l’Unione europea e la Banca centrale europea. Scontiamo debolezze costituzionali e funzionali dell’Ue”. La differenza e’ che “la Federal Reserve americana risponde a una logica, la nostra Banca centrale a che logica risponde? Ci sono 27 Paesi, ognuno con la sua politica economica e fiscale, come puo’ pensare l’Europa di affrontare la crisi con strumenti vecchi?”.

Politica economica europea e critica del monetarismo

Il fondamento "culturale" dell' Euro sarebbe costituito dalla supposizione che gli Stati Membri sarebbero riusciti ad armonizzare le rispettive politiche economiche, cosa che non è avvenuta, in quanto, per esempio, la Germania e la Grecia hanno imboccato strade completamente opposte

Inoltre, come affermato poi in un'altra sede dallo stesso Romano, un fondamento mancante della cultura dell' Euro è anche la sua incapacità a legarsi con la politica economica, e con la politica generale, dellì' Europa.

In effetti, a crisi greca mostra due limiti della costruzione dell' Euro: la mancanza di strumenti dell' Unione per guidare la politica economica dell' Europa e il rigido monetarismo.

Che questa situazione sia in fase di superamento, lo dimostrano molti sintomi, dalla proposta dei "fondi anticrisi" alla riaffermazione della centralità della politica economica.

Fin qui, tutto bene.

Che la crisi dell' Euro sia un fenomeno politico di primaria importanza, che impone di riconsiderare anche in modo radicale le scelte già fatte, è una cosa ovvia.

Crisi culturale, quindi, sì, ma più vasta.Questa crisi non è certo solo economica, né di dottrina economica.

Carattere endemico e politico delle crisi finanziarie

La ciclicità delle crisi del sistema economico mondiale dimostra che tali crisi non sono accidentali, esse sono endemiche: si verificano puntualmente ogni circa 5 anni.La funzione delle crisi finanziarie è innanzitutto ideologica: distruggere ricchezza con un fenomeno che sembra "accidentale", in modo da poter dire che "normalmente", nella società moderna, la ricchezza dei cittadini cresce costantemente. In realtà, se ciascuno si facesse bene i conti, constaterebbe che il suo patrimonio e la sua capacità di produrre reddito, nel lungo periodo, restano, nella migliore delle ipotesi, costanti, in quanto le crisi distruggono tutto quanto si è acquisito con la carriera , con il risparmio e con gli investimenti.A questo punto, molti potrebbero chiedersi: ma, allora, a che cosa mi serve il progresso?Quindi, ogni crisi dev'essere solo la colpa di errori economici o della disonestà dei banchieri.

La "dottrina" dell' Euro, basata sull' esperienza storica della Germania Federale partiva dall' idea che, con una politica economica molto prudente, un colosso come la Germania, e, a maggior ragione, l' Europa, può crescere, anche se lentamente, senza fenomeni speculativi, e così tenersi lontani dalle crisi. Ciò non è più vero come una volta, perchè le economie di tutto il mondo sono così intrecciate che le crisi degli Stati Uniti, che perseguono una politica economica ben più avventurosa ed aggressiva di quella della Germania e dell' Europa, si ripercuotono su tutti i continenti.

Di conseguenza, la battaglia per le monete è innanzitutto una battaglia politica fra grandi potenze continentali, per il predominio economico, ma, innanzitutto, per scaricare sugli altri le conseguenze delle proprie crisi.Il che costituisce innanzitutto la materia del contendere del contenzioso USA-Cina.

Nel caso della crisi Euro, istituzioni, pubbliche e private, americane e inglesi, dalle agenzie di "rating" al "Financial Times" stanno facendo di tutto per distruggere il "rating dei "PIGS" (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna),e fare rivalutare il dollaro e la sterlina nei confronti dell' Euro. Come tutti hanno potuto osservare, il livello di indebitamento dei "PIGS" è perfino inferiore a quello dell' America e dell' Inghilterra: allora, perchè tanto allarmismo?

Le esigenze dell' Europa

L'Euro ha effettivamente conseguito un livello di successo notevole. Se non ci fosse l' Euro, la situazione di cui sopra sarebbe, per l' Europa, ancora peggiore.Deve, però, difendere questo successo.E, certamente, per fare ciò, deve, innanzitutto, darsi gli strumenti di politica economica, monetaria e industriale che hanno gli Stati veri e propri: una programmazione indicativa, ma, sotto certi aspetti, vincolante anche ai livelli sottoordinati; la possibilità di intervenire sul mercato dei cambi; la possibilità di indebitarsi; un collegamento stretto fra queste politiche economiche e le politiche estere e di difesa.

Dubitiamo che la cultura puramente tecnica che ha presieduto, fino ad ora, alla creazione dell' Euro sia sufficiente. Sarebbero necessari una maggiore attenzione alle caratteristiche specifiche della società europea verso quella di altre parti del mondo. Inoltre, una maggiore attenzione anche per le culture specifiche dei diversi Paesi, i quali, pure con il coordinamento dell' Europa, non dovrebbero essere soffocate.Infine, una maggiore attenzione alla geopolitica, e a tutte le aree a questa connesse, come per esempio i contenuti dell' import-export, il rapporto centri-periferie, le tendenze di fondo nelle grandi aree extraeuropee, come America e Cina, che tanto influenzano le nostre stesse realtà politiche ed economiche . Tutto quello che, a nostro avviso, costituisce, appunto, l' oggetto dello studio dell' Identità Europea.



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