Cardinal Dziwisz'Homely of Reopens Dialogue Between Poland and Russia.L'Homélie du Cardinal Dziwisz rouvre dialogue entre Polonais et Russes.Kardinal Dziwisz's Homelie oeffnet Dialog zwischen Polen und Russen wieder.
L'atteggiamento sollecito del popolo e delle atorità russe nei confronti dello Stato e del popolo polacco in occasione della commemorazione della strage di Katyn', e, soprattutto, della successiva e concomitante catastrofe di Smolensk, ha commosso diversi settori del popolo polacco, contribuendo a creare un nuovo clima culturale e politico, nel quale vengano superati dissapori di ordine diverso, ma che si accumulano oramai da secoli (invasioni polacco-lituane approfittando della dominazione mongolo-tartara; rivolte cosacche contro i Polacchi; spartizioni della Polonia; Patto Molotov-Ribbentrop; colpo di Stato di Jaruzelski; controversie circa gli Uniati; appoggio polacco alle "Rivoluzioni Colorate", alla guerra della Georgia contro l' Osset
ia e all' installazione di missili americani in Europa Orientale; proclamazione di festa ufficiale della Russia l'anniversario della liberazione del Cremlino dalle truppe polacche).
In particolare, l'atteggiamento di particolare "pietas" di Putin e di Medvedev, che hanno fatto ogni sforzo per partecipare alle commemorazioni di Katyn' e di Smolensk, hanno convinto l'episcopato polacco che sia giunto il momento di "lanciare un sasso nello stagno", chiudendo 20 anni di polemiche (a cui non era, certo, estraneo Lech Kaczynski), e ritornare allo spirito di collaborazione costruttiva fra i popoli slavi, di cui era stato campione Giovanni Paolo II, il "Papa Slavo".
Giovanni Paolo II aveva instaurato un rapporto personale strettissimo con Gorbaciov, che aveva costituito una delle chiavi di volta dell'" '89 Europeo".Giovanni Paolo aveva fatto proprio l' entusiasmo della Chiesa ortodossa russa per la celebrazione del "Millennio del battesimo della Rus' di Kiev".Ma, soprattutto, aveva affermato, riprendendo alla lettera le parole dello scrittore russo Ivanov-Razumnik, che "la Cristianità europea deve respirare con due polmoni".
Il Cardinale di Cracovia Dziwisz, già segretario personale di Giovanni Paolo II, ha affermato testualmente:"Przed blisko półwieczem biskupi polscy wykonali prawdziwie proroczy krok w kierunku Niemców, mówiąc do nich w imieniu narodu polskiego: +Wybaczamy i prosimy o wybaczenie!+ Musimy dorastać do wypowiedzenia podobnyc słów wobec braci Rosjan" ("Circa mezzo secolo fa, i vescovi polacchi avevano compioto un passo veramente anticipatore verso i Tedeschi, dicendo loro, a nome del popolo polacco:"Perdoniamo, e chiediamo di perdonare".Dobbiamo porci all' altezza di parole simili nei confronti dei fratelli russi.")
Si tratta di parole forti, atte a cambiare un clima culturale, non solo in Polonia e in Russia, ma in tutta l' Europa. Il trasformare il "nemico ereditario" in "fratello" è la base dell' idea di unificazione europea. Chi può compiere queste trasformazioni traumatiche sono in primo luogo le Chiese, che presiedono ai momenti fondamentali per l' uomo: la vita e la morte.
Questa fratellanza è tanto più viva fra popoli affini, come i popoli europei, e, fra i polpoli europei, fra gli Slavi, molto più simili fra di loro di quanto la storia partigiana e le ideologie vogliano fare credere.
Lo ha dimostrato, oltre alle ispirate parole del Cardinale Dziwisz, l'atteggiamento determinato e coraggioso del Presidente Medvedev, il quale, unico fra i Grandi, ha voluto essere presente al grandioso funerale di Cracovia nonostante la "nube"dell'Eiafjaellajoekull, volando, a rischio di fare la fine di Kaczynski, con il suo aereo, a bassissima quota sotto la nube di ceneri , ed arrivando, così, a mettere il suo sigillo sul rito maestoso dei Polacchi, con quel gesto, che gli è così congeniale, di accendere un cero, che ha accompagnato tutta l' evoluzione degli ultimi anni nell' Europa dell' Est (da Praga a Danzica, da Vilnius, a Bucarest).
Non per nulla Vàclav Klaus, il solito contestatore, ha osservato che, come al solito, gli Occidentali hanno lasciato soli gli Slavi. Erano, infatti assenti, con il pretesto della nube, fra gli altri, Obama, Sarkozy e Merkel.
Ma la distensione non si estende solamente a Dziwisz e a Medvedev. Anche Adam Michnik, altra "colonna", questa volta laica, di Solidarnosc, ha espresso soddisfazione per questo nuovo clima.
Speriamo che tutto questo permetta una ripresa dei rapporti fra gli Europei e gli Slavi Orientali dal punto in cui essi erano stati interrotti al tempo delle guerre jugoslave e dell' adesione alla NATO di buona parte degli Stati est europei.
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