mercoledì 28 aprile 2010

IPAZIA E L'EUROPA

Recent Film Renews Interest for Haethen Martyr.Film récent renouvelle l' intéret pou la martyre payenne.Film erneuert Interesse fuer heidnische Martyrerin.









Il film su Ipazia di Amenàbar riprende un recente romanzo, ma il tema era già noto dalla storiografia bizantina e dalla letteratura sette e ottocentesca.

L' argomento si presta a strumentalizzazioni ideologiche: dopo l' editto di Teodosio, non sono più i pagani a perseguitare i cristiani, ma viceversa.

Nella metropoli orientale di Alessandria, i cristiani sono strutturati come una vera e propria milizia, che organizza "pogrom" contro i propri avversari e tiene in ostaggio le autorità imperiali.

La filosofa e scienziata Ipazia, custode della Biblioteca di Alessandria, rifiuta di convertirsi, prosegue i propri studi e incoraggia il Prefetto Oreste a resistere alle imposizioni del Vescovo.

Per questo, essa è presa di mira dalla "milizia" cristiana e linciata.

Nonostante l' inevitabile deriva anticlericale, il film presenta un quadro ampio e differenziato della società tardo-imperiale, dove diverse culture (quella greco-romana, quella ebraica e quella cristiana) lottano per prevalere.

Ciascuna di essa viene mostrata con i suoi pregi e con i suoi difetti.Alla fine, lo "spirito della storia" privilegia quella cristiana. Ma, intanto, si tratta di un Cristianesimo molto di facciata: tutte le Autorità si convertono per avere salva la vita.Poi, prevale uno spirito settario e violento, che, oggi, verrebbe definito "fondamentalista". Ciò che è effettivamente più scioccante è che i Cristiani sono descritti un pò sulla falsariga dello stereotipo del fondamentalismo medio-orientale. Viene in mente la misteriosa setta evocata da Jusef Shahin ne "Il Destino". E, in effetti, non è che non vi siano affinità. Siamo in Egitto, l' Islam non c'è ancora, ma ci sono già tutte quelle caratteristiche culturali e sociali che alimenteranno i settarismi cristiani ed islamici.

Inoltre, le vicende dell' Irak e dell' Afganistan ci mostrano quanto si assomiglino i fondamentalismi islamico e occidentale.

Troppo schematica la figuradi Ipazia, che, con il solito anacronismo progressista, viene dipinta come se fosse atea, o almeno agnostica, femminista e tutta dedita alla geometria.

Ora, è praticamente impossibile che ,nel basso Impero, vi fossero degli atei: semmai, i filosofi neo-platonici, come Ipazia, erano dediti ad un misticismo che sconfinava nel paganesimo. Ed è per questo che si scontravano con i cristiani.

Comunque, nel complesso, un' opera equilibrata, che ci fa riflettere sulle nostre origini.

Anche perchè, oggi, Alessandria è nell' Islam.

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