
Il film su Ipazia di Amenàbar riprende un recente romanzo, ma il tema era già noto dalla storiografia bizantina e dalla letteratura sette e ottocentesca.
L' argomento si presta a strumentalizzazioni ideologiche: dopo l' editto di Teodosio, non sono più i pagani a perseguitare i cristiani, ma viceversa.
Nella metropoli orientale di Alessandria, i cristiani sono strutturati come una vera e propria milizia, che organizza "pogrom" contro i propri avversari e tiene in ostaggio le autorità imperiali.
La filosofa e scienziata Ipazia, custode della Biblioteca di Alessandria, rifiuta di convertirsi, prosegue i propri studi e incoraggia il Prefetto Oreste a resistere alle imposizioni del Vescovo.
Per questo, essa è presa di mira dalla "milizia" cristiana e linciata.
Nonostante l' inevitabile deriva anticlericale, il film presenta un quadro ampio e differenziato della società tardo-imperiale, dove diverse culture (quella greco-romana, quella ebraica e quella cristiana) lottano per prevalere.
Ciascuna di essa viene mostrata con i suoi pregi e con i suoi difetti.Alla fine, lo "spirito della storia" privilegia quella cristiana. Ma, intanto, si tratta di un Cristianesimo molto di facciata: tutte le Autorità si convertono per avere salva la vita.Poi, prevale uno spirito settario e violento, che, oggi, verrebbe definito "fondamentalista". Ciò che è effettivamente più scioccante è che i Cristiani sono descritti un pò sulla falsariga dello stereotipo del fondamentalismo medio-orientale. Viene in mente la misteriosa setta evocata da Jusef Shahin ne "Il Destino". E, in effetti, non è che non vi siano affinità. Siamo in Egitto, l' Islam non c'è ancora, ma ci sono già tutte quelle caratteristiche culturali e sociali che alimenteranno i settarismi cristiani ed islamici.
Inoltre, le vicende dell' Irak e dell' Afganistan ci mostrano quanto si assomiglino i fondamentalismi islamico e occidentale.
Troppo schematica la figuradi Ipazia, che, con il solito anacronismo progressista, viene dipinta come se fosse atea, o almeno agnostica, femminista e tutta dedita alla geometria.
Ora, è praticamente impossibile che ,nel basso Impero, vi fossero degli atei: semmai, i filosofi neo-platonici, come Ipazia, erano dediti ad un misticismo che sconfinava nel paganesimo. Ed è per questo che si scontravano con i cristiani.
Comunque, nel complesso, un' opera equilibrata, che ci fa riflettere sulle nostre origini.
Anche perchè, oggi, Alessandria è nell' Islam.
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