venerdì 12 febbraio 2010

EUROPARLAMENTO DIFENDE PRIVACY EUROPEI

EU-Parliament Blocks Agreement with CIA Limiting Banking Privacy. Parlement Européen bloque accord avec CIA limitant la confidentialité bancaire.EU-Parlament blockiert CIA-uebereinkunft gegen Bankgeheimnis.



Il Parlamento Europeo ha bloccato un accordo, raggiunto dai Governi negli scorsi giorni con le Autorità americane, in forza del quale l' Europa stessa avrebbe obbligato il consorzio interbancario internazionale Swift a comunicare agli Stati Uniti i dati delle transazioni bancarie degli Europei.

Questo accordo era stato reso necessario dalla decisione di Swift di trasferire in Europa i servers precedentemente in America. In tal modo, la cooperazione di Swift con le Autorità americane, durata dall' 11 Settembre, non può più essere basata sulla legge americana, bensì richiede, per poter esere attuata, una base giuridica in Europa. Pertanto, i dati, accessibili alla CIA da 10 anni, non lo saranno più senza una procedura approvata dal Parlamento Europeo.

Il voto ha dimostrato che il Parlamento Europeo, quando vuole, può incidere anche su questioni di carattere fondamentale.Così facendo, ha dimostrato di volere esercitare energicamente i diritti di veto appena concessigli dal Trattato di Lisbona

Tecnocrazia contro tutela della persona

Infatti, la questione dei dati elettronici fa parte del "campo di battaglia" complessivo fra le due grandi tendenze che dividono in modo trasversale la società contemporanea.

Da un lato, i fautori della globalizzazione tecnocratica, i quali ritengono che i progressi tecnici conseguiti e progettati nell' ambito dell' attuale modello di sviluppo costituiscano il bene supremo da difendere con qualunque mezzo. Di conseguenza, la libertà di pensiero, di religione, di parola, di associazione, di manifestazione, e perfino economica, debbono essere subordinate a questo supremo obiettivo.

Dall' altro, coloro i quali ritengono che l'obiettivo dell' Umanità resti il massimo dispiegamento della personalità di ciascuno. Di conseguenza, gli obiettivi, seppur validi, della concordia fra i popoli, della pianificazione razionale, dello sviluppo economico, della sicurezza collettiva, debbono cedere quando possano compromettere la libera esplicazione della personalità umana.

I primi insistono che il massimo dispiegamento della potenza trasformatrice della tecnica non è possibile senza porre sotto pesante controllo le diversità che caratterizzano l' umanità, provocando dialettiche culturali e politiche estranee alle esigenze puramente tecniche. Questo "blocco" implica una visione in un certo senso "militare" (di tipo schmittiano) dei rapporti interpersonali ed internazionali, dove ogni cittadino è un potenziale "diverso": ogni "diverso" è un "avversario", ogni "avversario" è un potenziale "nemico", ogni potenziale "nemico" è un potenziale "combattente", e ogni potenziale "combattente" è un potenziale"terrorista".A questo punto, i normali cittadini debbono essere tenuti sotto controllo permanente, perchè potrebbero rivelarsi dei "diversi", e i "diversi" vanno comunque combattuti, perché potrebbero diventare "terroristi". Questa dialettica porta al dissenso, alla radicalizzazione e all' incremento della conflittualità.

Le idee dei secondi hanno trovato attuazione nella Carta di Nizza, il più completo documento di tutela dei diritti personali e sociali.

I fatti dell' 11 Settembre sono stati assunti , invece, come pretesto per imporre in tutto il mondo la logica del primo tipo cui sopra. Se ogni "diverso" è sospetto, occorre una "guerra infinita", per rendere tutti "eguali".In nome di questa "guerra" si può fare qualunque cosa.

La tesi opposta è che, intanto, questa "guerra infinita" vada fermata (come tutti i politici dicono di voler fare). Se, dopo 10 anni, non sì è ancora riusciti a bloccare i "terroristi", e gli stessi Stati belligeranti riconoscono che non sono più "terroristi", bensì "insorti",ciò significa che stiamo parlando di uno specifico territorio e di uno specifico scenario bellico. Non si può coinvolgere il mondo intero in una guerra che riguarda solo pochi. Dopo 10 anni, non si può controllare indefinitamente in modo poliziesco il territorio del mondo solo perchè c'è la guerriglia in Afganistan, in Pakistan, in Irak, in Palestina e nel Golfo di Aden. Se lo scopo è quello di evitare il rischio, assai potenziale, che qualcuno venga ad imporci una dittatura islamica, questa non è una buona ragione per imporci fin da subito una reale dittatura poliziesca.

Dal punto di vista dei difensori della "privacy", le invasioni nella sfera privata del cittadino, anche se, apparentemente, circoscritte, come quelle sui dati bancari, una volta inserite in un contesto più generale, che va dalle extraordinary renditions ai campi di concentramento, dalla detenzione a tempo indeterminato e senza processo alla censura sui libri di testo delle scuole, dalle interferenze partitiche sulle televisioni e sul cinema ai centri di ascolto intercontinentali sulle comunicazioni, dal controllo delle scatole nere del "web" fino all' oscuramento dei siti, incomincia ad assomigliare ad un complessivo disegno totalitario per schedarci e per disciplinarci.

Un modello europeo di difesa della "privacy" e della libertà di espressione

La ricerca dell' identità europea è anche quella di un modello armonioso di contemperamento fra le esigenze di sviluppo della persona e quelle del controllo sociale.Controllo che non si limita alle misure di polizia, ma comprende anche la promozione dall' alto di una "memoria condivisa", e l' imposizione della cultura del "politicamente corretto". Tale contemperamento si situa perciò ben lontano dall' attuale "vulgata", secondo cui ideologie lontane da quelle dominanti sono considerate come una patologia che sconfina col delitto.

La tanto decantata "Magna Charta"e il Giuramento del Ruetli, che, secondo la vulgata storiografica, costituiscono l' origine storica del costituzionalismo liberaldemocratico moderno, contenevano in bell' evidenza addirittura il "diritto di resistenza" dei sudditi, riconoscuto perfino dalla filosofia scolastica, e che, oggi, invece, viene strenuamente negato a chi non si identifichi con il "mainstream".Ciò vale non solo per coloro che dissentano dalle guerre in Medio Oriente, ma anche per il fronte opposto, come sta succedendo con il processo in corso in Olanda contro l' On.le Geert Wilders, accusato di incitamento all' odio contro l' Islam

La tutela dalle forme di controllo poliziesco, come la politica della "privacy" ha come presupposto il fatto di concepire i cittadini come originariamente dotati di libertà, e quindi anche di non accettare le scelte della maggioranza.

A nostro avviso, dev' essere mantenuto almeno il diritto al dissenso, anche se radicale, purché non si traduca in atti di violenza. Ricordiamo che, ai tempi ,tanto vituperati, della nostra gioventù, erano perfettamente accettati dal sistema gruppuscoli intellettuali che predicavano rivoluzioni di sinistra o di destra; erano ben rappresentati in Parlamento partiti di radicale, anche se pacifica, alternativa al sistema, e partecipavano perfino alla dialettica governativa partiti che miravano a modifiche sostanziali. Oggi, invece, le posizioni estreme vengono sempre più criminalizzate e soggette a misure amministrative.

I controlli di vario genere volti a salvaguardare la sicurezza dello Stato vanno svolti in modo tale da non soffocare la libertà e la diversità fino al punto da rendere impossibile la dialettica delle idee, e, quindi, il cambiamento.

Le cessioni di libertà non possono, in nessun caso, essere fatte a favore di Autorità straniere, ma, al massimo, a favore dell' Europa, sotto lo stretto controllo della Carta di Nizza, della Corte di Giustizia Europea e del Parlamento Europeo.SEcondo i Parlamentari Europei, e secondo alcuni degli stessi politici nazionali che avevano approvato l' accordo, questo era contrario ai principi "costituzionali" europei, fra i quali quelli della proporzionalità e della reciprocità. I controlli polizieschi e quelli di carattere militare possono essere necessari, ma solo se, e nella misura in cui, i primi siano legittimati dalla magistratura con adeguati mandati di perquisizione, e i secondi si svolgano in territori in cui vige il diritto bellico.I giuristi europei dovrebbero sviluppare una ben precisa "expertise" in questo campo.

Infine, non possono essere forniti ad Autorità straniere dati sensibili di carattere economico che possano compromettere la sicurezza economica internazionale dell' Europa, come sta accadendo oggi con l' attacco all' Euro.Anche per questo , gli Europarlantari hanno impostato il dibattito su questo tema come una forma di lotta per la sovranità europea. er tutti questi motivi avevamo formulato, in un precedente "post", la provocatoria proposta di formare una sorta di "intelligence economica" dell' Europa, che vegliasse su questa tormentata frontiera, essendo sottoposta alla legge ed ai tribunali europei.

Ignoriamo in che modo il legislatore comunitario intenda intervenire per colmare la lacuna venutasi a creare con la bocciatura dell' accordo. Ciò che è certo è che intendiamo essere ben presenti sul tema, seguendone tutti gli sviluppi.

2 commenti:

  1. E' giusto che l'UE prenda posizione su argomenti di questo genere.

    Non si può accettare supinamenete qualsiasi decisione proveniente da oltreoceano.

    In nome di cosa poi? Dell'ordine mondiale deciso 65 anni fa? Mi sembra che sia arrivato il momento per gli europei di aprire, quantomeno, la bocca e opporsi a decisioni provenienti dall'alto, decisioni che non hanno altro fondamento se non la convinzione americana di avere a che fare con i fratelli vecchi e stupidi, sui quali hanno ogni diritto.

    Questo caso, come la manifestazione della volontà di occuparsi dell'attuale situazione finanziaria greca, dimostrano che l'Europa può, almeno, prendere posizione su argomenti delicati.

    Il secondo passo sarà agire, ovvero riuscire veramente a "cavarsela da soli", senza Swift, FMI o altri ...

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  2. Certamente, la decisione del Parlamento Europeo può sorprendere, per la sua grande tempestività e determinazione, ed, inoltre, per il modo in cui è stata preparata, motivata e commentata.

    In effetti, erano molti anni che la CIA si appropriava semplicemente dei dati di tutti i conti bancari degli Europei, senza avvertire assolutamente nessuno.Infatti, in America,dopo il "Patriot Act" le intercettazioni di qualunque genere sono state
    fatte senza nessuna regola. Resto convinto che lo stesso accada oggi per le conversazioni telefoniche anche all' estero, grazie al sistema di ascolto "Echelon", ed anche agli "E.mail", grazie ai motori di ricerca.

    A questo punto, specie con la marea di magagne finanziarie che sta venendo fuori con la crisi, le stesse banche non possono non preoccuparsi. Di qui, l' idea di trasferire i server in Europa, e la necessità di dare una base giuridica ai controlli antiterrorismo.

    Comunque, il Parlamento ha avuto l' abilità e la capacità di "bocciare" in 11 giorni un accordo negoziato lungamente dal Consiglio e dagli Stati membri.

    I Parlamentari hanno anche giustamente fatto valere la contrarietà dell' accordo ai Trattati istitutivi e alla Carta dei Diritti.

    Vorrei fare rilevare che sta venendo fuori un' "intelligence economica europea". Infatti,proprio a causa della crisi finanziaria greca, la Commissione sta facendo "indagini" sulle due banche americane che avevano aiutata la Grecia a nascondere il suo debito alle Autorità Europee.

    Torniamo per altro ad un punto che potrebbe sembrare marginale, ma non lo è: quali sono gli organi preposti a queste indagini, quali i suoi poteri, quali le garanzie per i citttadini?

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