giovedì 4 febbraio 2010

LA POLITICA INDUSTRIALE NEI PROGRAMMI DEI COMMISSARI

Analysis of Programmes for Hearings Shows Insufficient Development of New Concept.L'analyse des programmes pour les auditions des Commissaires montrent un développemement inadéquat du nouveau concept. Analyse der Programme der Kommissaere fuer EP-Pruefung zeigt unzulangende Entwicklung des neuen Konzepts.

Come anticipato, al fine di pervenire al risultato di un' analisi critica della nuova idea di "una politica industriale per l' Europa, abbiamo ritunuto prioritario compiere un' analisi a volo d' uccello dei programmi esibiti dai neo-commissari in occasione delle audizioni dinanzi al Parlamento Europeo.

La "rivoluzione culturale" in corso, sottolineata dalla modifica apportata al concetto di "concorrenza" dal nuovo "wording" dei Trattati Istitutivi, non trova espressione se non nel linguaggio dei due commissari all' Industria e alla Concorrenza, che parlano di "economia sociale di mercato". In realtà, si torna all' ispirazione originaria delle Comunità Economiche Europee, che era tutt'altro che liberista.Si ricordi che l' Europa era appena uscita dalla pianificazione imperativa attuata dall' economia di guerra, e che in molti Paesi, in primis la Francia e l' Olanda, vigeva un sistema economico altamente dirigista.

Lo stesso Jean Monnet, che viene spesso presentato come fautore del neo-liberismo perchè era imprenditore e aveva lavorato anche ibn America, era, in realtà, un grande esperto di ppianificazione economica, aveva lavorato all'economia di guerra con il Presidente americano ed era stato nominato da De Gaulle "Hauc Commissaire au Plan", cioò il massimo funzionario per la pianificazione dell' Economia francese. Infine,il tanto esaltato "Ordoliberalismus" di Ehrardt altro non era se non la traduzione del termine "Orderly Liberalism" che, in America, aveva caratterizzato le politiche dirigistiche del "New Deal".

Anche la concezione originaria della concorrenza, quale espressa dal Trattato di Roma, non era la concorrenza "senza se e senza ma", bensì la "workable competition", cioè una sorta di "concorrenza sostenibile"-compatibile, cioè, con le realtà effettive della società e dello stesso mercato-.

La situazione attuale, di graduale uscita dalla crisi, può essere paragonata, sotto certi aspetti, a quella del dopoguerra.Vi è una generale sfiducia nella possibilità dell' economia mondiale, così come l' abbiamo conosciuta negli ultimi vent'anni, di dare risultati soddisfacenti per gli Europei.

E' chiaro che, perchè si possa dispiegare in tutta la sua pienezza il concetto di "politica industriale europea", occorre previamente una rivisitazione senza veli ideologici di tutta la storia economica degli ultimi secoli , delle teorie economiche, anche quelle meno conosciute (come quelle di Fichte, di Stein, di Kujper, di Latouche), rileggendo quelle più note ma interpretate in senso distorto (come quelle di Weber, di Hilferding, di Schumpeter).

Per ora, limitiamoci a segnalare gli aspetti, dei programmi dei Commissari, che più strettamente si conmnettono all' idea di "politica economica".

TAJANI

INDUSTRIA

POLITICA INDUSTRIALE EUROPEA

PMI

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TURISMO


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ENERGIA

gasdotti


PIEBALGS

SVILUPPO

Ripensamento dell’ aiuto internazionale allo sviluppo


VASSILIOU

FORMAZIONE, CULTURA,GIOVANI

Industria culturale








2 commenti:

  1. I continui allargamenti (specie l'ultimo, troppo sostanzioso per essere digerito in breve tempo) e le susseguenti tensioni e modifiche imposte alla struttura stessa dell'Ue l'hanno resa una macchina sempre meno efficiente, sempre più burocratica.

    Oramai i commisari UE sono, da tempo, uomini politici nazionali inviati dai rispettivi governi, per le ragioni più varie, ma quasi mai per le loro comprovate competenze nell'area di cui vanno ad occuparsi.

    Per questo e altri motivi penso che la Commissione avrebbe un assoluto bisogno di una struttura stabile e ultra-efficiente dietro ai commissari, uomini immagine delle diverse DG, di funionari che svolgano il lavoro vero. Le competenze dell'UE ed i problemi da affrontare non fanno che aumentare, mentre l'organizzazione della "macchina" non fa che complicarsi.

    Come si capisce da questo articolo, i commissari non sono in grado di sviluppare le politiche UE da soli. C'è bisogno di una struttura migliore, che renda la stessa Commissione più credibile.

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  2. Caro Anonimo,

    mentre noi scriviamo, il Parlamento Europeo agisce.

    In seguito alla crisi greca, il Parlamento sta chiedendo agli organi dell' Unione di indagare sulle banche americane che hanno aiutato i Governi greci a falsare i bilanci. Ma quale organo è competente in questo campo, dal punto di vista legale, professionale e degli strumenti operativi?

    Ecco che torna il tema di un' "intelligence economica" della UE:

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