domenica 14 febbraio 2010

WILDERS: VERZUILING ED EUROPEITA' DEI PAESI BASSI

Wilders' Trial Fosters Debate on Dutch Identity. Le procès contre Geert Wilders stimule le débat sur l' identité hollandaise. Wilders-Prozess foerdert Debatte ueber niederlaendische Identitaet






Geerd Wilders è un parlamentare olandese fortemente liberista e occidentalista, noto per la sua avversione all' Islam, e per avere prodotto un piccolo documentario , intitolato "Fitna", nel quale si evidenziano gli aspetti del Corano e dell' attuale discorso politico del fondamentalismo islamico che incitano alla Guerra Santa.

Le espressioni usate da Wilders nella sua propaganda politica, e in "Fitna", sono state considerate come in violazione di alcuni articoli della legge penale olandese del 1934, approvati per rendere illegali i movimenti filonazisti del tempo, nei quali si vietano l' incitamento all' odio razziale, all'odio religioso, alla discriminazione su base razziale e religiosa.Tale legge era nata in parallelo all' "Anti-Terror-Gesetz" austriaca, nella quale, con gli stessi obiettivi, si concentrava sulla repressione della violenza politica.

Su questa incriminazione, si è aperto venerdì scorso un processo penale dinanzi al Tribunale di Amsterdam.

Winters sta cercando di trasformare tale processo in una forma di propaganda per le sue posizioni. Il processo ha, infatti, una forte copertura mediatica, e molti seguaci di Wilders stazionano dinanzi al Tribunale di Amsterdam per sostenerlo.Non dimentichiamo, ad onore del vero, che, in Olanda, anche la posizione dei sostenitori dell' Islam viene sostenuta con una forza addirittura eccessiva, al punto di avere dato luogo ad alcuni omicidi politici contro i sostenitori delle tesi di Winters, vale a dire quelli di Theo van Gogh e quello di Pim Fortuyn.

Questa vicenda tocca, infatti, i "nervi scoperti" dell' attuale Europa, non solamente dell' Olanda,in quanto mette in gioco vari asapetti controversi ed eterogenei dell' attuale cultura politica: critica dell' Islam in quanto "arretrato", e laicità assoluta; libertà di pensiero, e delitti di opinione; critica del "sacro violento", e difesa della "tradizione giudaico-cristiana; rifiuto del "politicamente corretto", e pretesa di interpretare la "vera" identità nazionale o europea.

A nostro avviso, l' incapacità di comprendere queste contraddizioni nasce dalla carenza di una cultura storica pluralistica, storica e non settaria dell' Europa. La contraddizione di fondo della "vulgata" degli "establishments" è stata quella di imporre l' idea che la Storia sia un' evoluzione lineare e necessaria dal peggio al meglio, ma, nello stesso tempo, pretendere anche che i nostri valori di oggi siano assolutamente validi in ogni tempo e in ogni luogo. A questo punto, la gente non capisce più perchè certi comportamenti, che vengono dati per scontati da parte dei nostri antenati e perfino da parte di personaggi "sacri", come Mosè, San Paolo, o Garibaldi, poi non vadano bene quando le fanno altri, per esempio i Mussulmani.

Nel caso che ci interessa, non si capisce più se si deve permettere la libertà di espressione di tutti: cristiani, mussulmani, ebrei, atei, progressisti, democratici o autoritari, oppure solo quella di qualcuno (ma chi?), oppure, infine, quella di nessuno, in quanto deve valere un' unica espressione, quella "politicamente corretta"(la "linea del Partito"-oggi, la "memoria condivisa"-).

Tradizione occidentale o europea?

Wilders ha giocato su questi equivoci con il suo intervento al processo, fondato su un'esaltazione della tradizione olandese di libertà, così estrema, da sfiorare una sorta di "teologia politica" della libertà. Ma, a nostro avviso, come indicato in un precedente post, proprio seguendo la falsariga della "Storia della Libertà", si perdono di vista le libertà concrete, quella "negativa", quella "positiva" e quella "morale", e non si riesce più ad articolare nessun discorso.

A nostro avviso, Wilders gioca anche, sottilmente, su un altro equivoco: quello fra "identità olandese" (e/o europea), e "identità occidentale". Certamente, Wilders ha ragione nell' affermare che la legislazione in base alla quale egli è processato costituisce un limite alla libertà di espressione.Il reato di incitamento all' odio razziale e religioso (che è stato introdotto in molti Paesi europei, e recentemente, anche in Italia), è effettivamente espressione di un valore molto radicato in Olanda, e, seppure in altra forma, in tutta Europa: il comunitarismo. Secondo alcuni politologi, come Lijphardt e Elazar, il comunitarismo, nella sua formulazione olandese ("Verzuiling"), costituisce il più importante contributo dell' Europa Centrale ex-asburgica (Benelux, Svizzera e Austria) alla cultura europea e mondiale (si parla anche di Israele, Libano e Sudafrica).Un attacco troppo violento contro un' altra comunità, razziale, religiosa o ideologica, comunque motivato, mina la tradizione olandese di pacifica convivenza (e di reciproca sopportazione) fra diverse comunità, che viene considerata perfino più importante dei tradizionali valori in materia di libertà di espressione e di verità storica.

Verzuiling

"Verzuiling" significa "costruzione fondata su pilastri".

Essa nasce con la creazione delle Province Unite, in senso stretto come sforzo di tenere insieme confessioni diverse (cattolica, luterana e calvinista). A ciascuna confessione, venivano concessi eterminati diritti ed istituzioni.In un certo senso, la "Verzuiling" era la conformazione del principio dell' equilibrio vestfaliano, fondato sul "cujus regio ejus religio" all' interno di una repubblica pluriconfessionale, federale ed aristocratica.Nel tardo Ottocento, con l' affermarsi di culture politiche laiche, si erano ammess a fare parte della"Verzuiling" anche i due "pilastri "liberale e socialista.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale,una volta liberatasi dal Nazismo, in un empito di entusiasmo patriottico, l' Olanda si era dotata di un complesso sistema istituzionale solidaristico, incentrato sulle "Product-en Bedrijfschappen", una sorta di "Verzuiling" dell' Economia, comprendente anche le due "colonne" dei lavoratori e dei datori di lavoro.

Tutte queste istituzioni esistono ancora, e sono totalmente operative, anche se, a livello ideologico-mediatico, si tende a nasconderne l' esistenza sotto gli stereotipi globalizzati del "liberismo"a destra e del "liberalismo di sinistra" a sinistra.

In Belgio, poi, la "Verzuiling" è talmente fondamentale che, senza di esso, lo stesso Paese sarebbe andato recentemente in pezzi. La costituzione federale fà sì che vi sia una "Verzuiling" etnica, una religiosa ed una ideologica. Tutti sono concordi nel riconoscere, in Herman van Rompuy, l' attuale Presidente dell' Unione Europea, il massimo esperto del la"Verzuiling", il quale, forte di questa competenza, era riuscito non molti anni fa a mettere insieme i cocci del suo Paese.

Presupposto della "Verzuiling": non c'è un solo concetto della "vita buona". Dove possiamo, viviamo insieme, dove non possiamo, viviamo separati, anche se nello stesso Paese, ciascuno con le sue idiosincrasie, i suoi costumi e le proprie istituzioni.

Wilders è uno di coloro che contestano il "Verzuiling", volendo che l' Olanda divenga un "melting pot" universalistico con un' egemonia culturale nettamente occidentale, sul modello americano. Perciò, per lui, l' attacco all' Islam diventa un potente strumento per fare saltare il "Verzuiling"(almeno nella sua visione culturale).

Da quando, infatti, il numero degli islamici ha raggiunto il milione, è chiaro che, nella logica del Benelux, si porrebbe la questione di considerare anche l' Islam come parte della "Verzuiling." Un diverso atteggiamento sarebbe contraddittorio, e rientrerebbe perfino nel divieto di discriminazione della Legge del 1934.

Tuttavia, l'introduzione dell' Islam nel concetto di "Verzuiling" si urta contro una parte della popolazione e della cultura olandesi, che vedono, come Wilders, come centrale, nella tradizione olandese,solo il calvinismo protestante, sul modello puritano(la "Dissidence of Dissent", di cui parla Huntington. Fin dall' origine, la cultura politica calvinista fu scossa dal conflitto con questa tendenza. Basti ricordare che Ugo Grozio, il "regista" del Trattato di Vestfalia (e, quindi, dell'equilibrio europeo fondato sul "cujus regio, ejus religio"), e "Pensionaris"(Giudice Supremo) della Provincia di Olanda ( quindi, "antenato "degli attuali giudici di Amsterdam), era stato addirittura condannato a morte in seguito ad un complotto dei calvinisti estremisti (riuscendo, per altro, a fuggire nascosto in una cassa di libri e passando al servizio dei Re di Svezia e di Francia).

La "pretesa universale" dell' Islam

L'attacco di Wilders all' Islam, contenuto soprattutto nel documentario "Fitna", è basato ssoprattutto sul fatto che, in parte il Corano, in parte le sue interpretazioni nei secoli, hanno costruito una teoria del "Jihad", ("Guerra Santa"), che prevede l'obbligo, per i credenti, di espandere l' "egemonia" dell' Islam nel mondo, se necessario con la guerra. La tesi di Wilders è che, giacché questa tendenza nell' Islam c'è, egli non può essere condannato per averla messa in evidenza.La Guerra Santa, che, in effetti, nel Corano, esiste, ha costituito, come tante altre cose, come rilevato da Papa Ratzinger, un' "innovazione"(negativa) dell' Islam, nella quale (diciamo noi) si fondono le due tradizioni, lievemente diverse, della "conquista di Canaan" del Vecchio Testamento, e il "compelle intrare" del Nuovo.

In realtà, nel Vecchio Testamento, vediamo espresso (ed attuato)l' imperativo della Guerra Santa con molto maggiore violenza e concretezza che nel Corano stesso: tuttavia, tale violenza è (si fa per dire)"limitata" alla repressione degli scismi ebraici ed alla "debellatio" del popolo di Canaan. Il "compelle intrare" è una serie di puri accenni del Nuovo Testamento all'opportunità di convincere i renitenti a convertirsi, se necessario con le maniere forti.

Successivamente, il Cristianesimo, parzialmente l'ebraismo, ma, soprattutto, le culture modernistiche che affermano di ispirarsi alla tradizione giudaico-cristiana, hanno ripreso e ingigantito l' idea islamica della Guerra Santa, nelle forme della Reconquista, dell' Era Messianica, delle Crociate, delle "Esplorazioni Geografiche", della Rivoluzione Mondiale, della "Globalizzazione" e dell' "Impero Democratico".

A oggi, gli elementi dell' Islam che lo contraddistinguono in tal senso non sono molto dissimili da quelli delle altre religioni e convinzioni filosofiche.Anzi, si direbbe che, dopo un periodo di calma, nell' ultimo periodo degli imperi Mughal e Ottomano, sia stata proprio l' espansione europea a sollecitare, per "rivalità mimetica", un rinnovato interesse per il "jihad".

Le tendenze delle diverse culture di origine monoteistica si sono infatti stimolate ed esaltate a vicenda nel corso della storia. In ultimo, come l' Occidente non fa mistero di considerare se stesso culturalmente e storicamente superiore al resto del mondo, e di desiderare di diffondere in tutti i Paesi i propri valori morali, culturali e politici, il proprio modo di vivere e perfino la lingua inglese, così non c'è da stupirsi se certi islamici (in primis la fazione sciita al potere in Iran e al-Qaida) affermano, in sostanza, che questa missione di unificare il mondo spetta alla religione, ai valori e alla cultura islamica, e, "last but not least", all'Arabo Classico(che non per nulla viene utilizzato nel documentario di Wilders quasi fosse una prova della volontà imperialistica degli Islamici).

In ultima analisi, l' addebito che viene fatto a Wilders sarebbe quello di sottolineare in modo troppo esasperato una caratteristica dell' Islam, che non è condivisa da tutti gli Islamici e che presenta molte affinità con aspetti religioni e culture "occidentali"(sì che andrebbe almeno parzialmente "contestualizzata"). In tale modo, egli cercherebbe di suscitare l' avversione contro gli islamici come gruppo e di legittimare provvedimenti legislativi discriminatori (divieto di immigrazione, ecc...).

Limiti della libertà di opinione.

A questo punto, il problema è fino a che punto sia possibile lasciare scatenare in territorio europeo la lotta fra le concezioni del mondo che deriva automaticamente dall' ambizione ,di alcune tendenze politiche e culturali, di egemonizzare il processo di integrazione internazionale.

La tradizione europea non è nel senso di una dottrina dominante, bensì di una pluralità di tendenze.Questo era tanto più forte, quanto più si risale nel tempo.

Addirittura, la tanto decantata "Magna Charta" e il Giuramento del Ruetli, che, secondo la vulgata storiografica, costituiscono l' origine storica del costituzionalismo liberaldemocratico moderno, contenevano in bell' evidenza addirittura il "diritto di resistenza" dei sudditi, riconosciuto perfino dalla filosofia scolastica, e che, oggi, invece, viene strenuamente negato a chi non si identifichi con il "mainstream".

A nostro avviso, dev' essere mantenuto almeno il diritto al dissenso, anche se radicale, purché non si traduca in atti di violenza contro la legge. Ricordiamo che, ai tempi ,tanto vituperati, della nostra gioventù, erano perfettamente accettati dal sistema gruppuscoli intellettuali che predicavano rivoluzioni di sinistra o di destra; erano ben rappresentati in Parlamento partiti di radicale, anche se pacifica, alternativa al sistema, e partecipavano perfino alla dialettica governativa partiti che miravano a modifiche sostanziali. Oggi, invece, le posizioni estreme vengono sempre più criminalizzate e soggette a misure amministrative.

Riteniamo che anche oggi, intanto, i controlli di vario genere volti a salvaguardare la sicurezza dello Stato vadano svolti in modo tale da non soffocare la libertà e la diversità fino al punto da rendere impossibile la dialettica delle idee, e, quindi, il cambiamento.

Riteniamo anche che i due progetti estremi che si scontrano nel mondo: l' imposizione a tutti di una tecnocrazia di marca occidentale, e la conversione di tutti verso forme estreme di Islamismo, come quello mahdista della dirigenza sciita, siano sostanzialmente estranee alla tradizione europee (nel caso specifico, la"Verzuiling"), e che, quindi, non vadano, certo, incoraggiate sul nostro territorio. Neppure esse dovrebbero, per altro, essere vietate, ma non potrebbero entrare a far parte della"Verzuiling", inteso come patto fondativo della comunità (ma, a mio avviso, esse non lo chiedono neppure, perchè contestano il concetto stesso di "Verzuiling").

Se, poi, Wilders vada, in concreto, condannato o assolto
è un compito, non facile, dei giudici olandesi, nel quale non abbiamo intenzione di interferire.

1 commento:

  1. Il problema principale della Versuiling è che l'Islam non può essere integrato all'interno di un simile sistema. Il motivo è che l'Islam non contempla nessun tipo di compromesso quando ha la possibilità di ottenere il controllo totale ed assoluto. I compromessi o le tregue (chiamate non a caso "Hudna" dagli islamici) sono solo l'occasione di prendere fiato se si sta avendo la peggio e di riprendere forza e ritornare all'attacco in un momento più propizio.

    Con tutti i difetti che possono avere il cristianesimo e l'ebraismo (ma anche altre religioni come l'induismo e il buddismo), esse non arrivano alla virulenza dell'Islam. Il mussulmano può essere moderato e pacifico, ma l'Islam non è ne moderato ne pacifico.

    Wilder, comparando il Corano al Mein Kampf e l'Islam al Nazismo, ci ricorda che durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi (e anche gli stessi nazisti) erano in gran parte moderati e pacifici e non desideravano la guerra. Ma il nazismo non è mai stato una ideologia moderata. Le sue prescrizioni ed obiettivi erano radicali e chi decideva la politica erano gli elementi più radicali e senza scrupoli. Lo stesso vale nell'Islam.

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