mercoledì 24 marzo 2010

IPPOCRATE, PADRE DELL' IDENTITA' EUROPEA

Debate Among Italian Physicians Raises Doubts About Hippocrates' Swearing. Un débat parmi les médicins italiens met en discussion le Serment d'Hippocrate. Debatte unter italienische Aertzte
verbreitet Zweifel ueber Hippokrates' Schwur.






Ippocrate è, nello stesso tempo, e il fondatore mitico della medicina, e il presunto redattore del "Giuramento", che costituisce la base della deontologia medica occidentale, e il primo autore ad aver parlato, in termini chiarissimi, di "identità collettive", e dell' identità degli "Europaioi".

Per questo, ci ha profondamente incuriosito il dibattito in corso a Torino, in connessione con il fatto che il "Giuramento" viene fatto leggere ai laureandi durante la cerimonia di laurea. Orbene, nel "Giuramento", fatto sotto gli auspici di Apollo, Igea e PAnacea, il neo-medico si impegna, tra l' altro, ad astenersi dal provocare l' aborto.

Ebbene, giacché l' aborto è previsto dall' ordinamento italiano, leggere il "Giuramento" implicherebbe l'impegno di non esercitare un' attività permessa dall' ordinamento.

Dal punto di vista pratico, il problema non è grave, in quanto non risulta che il "Giuramento" abbia alcun effetto giuridico.

Il problema è piuttosto di carattere culturale.

Il fatto che il rifiuto dell' aborto sia contenuto nel più antico autore medico "pagano" rafforza certamente la tesi che esso faccia parte del "Diritto Naturale", ovvero di quelle "leggi non scritte" che sono comuni a tutti gli uomini.

La messa in discussione del "Diritto Naturale" equivale a mettere in discussione il concetto di "Uomo" quale conosciuto nel corso della storia(l' Umanesimo), per aprire le porte ad una nuova realtà, tutta da definire e da scoprire.

Questa nuova realtà è stata definita "Superuomo", o "Oltreuomo".Esso è l' effetto della "trasmutazione di tutti i valori" e del prevalere della scienza e della tecnica.

L' uomo dell' Umanesimo era il prodotto della natura, così come descrive in modo insuperato Ippocrate nella sua fondamentale opera "Arie, Terre e Luoghi", dove si spiegano le "identità" locali sulla base delle diverse influenze del clima sugli uomini.

L' Oltreuomo sarà l' effetto dell' ingegneria genetica.

Come sarà l' Oltreuomo?

Sarà la rinascita della "Bestia Bionda", a cui pensava Nietzsche?

Sarà un "flaneur" come sembra vederlo Vattimo?

Sarà l' Homunculus condizionato in provetta, descritto da Huxley?

Sarà una "Macchina Intelligente", come pensa De Landa?

Non lo sappiamo, ma la tradizione ippocratea dice di fare molta attenzione. Oggi, infatti, la responsabilità del medico non è solo quella di comportarsi correttamente verso il singolo malato, bensì anche e soprattutto quella di responsabilizzarsi per la storia futura dell' umanità.

Al di là dei valori attinenti alla salute e alla medicina, le idee di Ippocrate sono atte a fare riflettere anche in campo politico.

Come abbiamo detto, Ippocrate aveva derivato innanzitutto, dalla sua teoria circa le identità collettive, fondata sulle influenze del clima, una definizione di "Identità Europea" e "Identità Asiatica", che, in ultima analisi, sopravvive fino a noi.

Si noti che Ippocrate viveva a Cos, isola della Ionia dalla quale si vede Alicarnasso, che, geograficamente, è già Asia.

Secondo Ippocrate, il clima temperato e variabile dell'Europa stimola nei suoi abitanti laboriosità, combattività, particolarismo e amore per la differenza. Invece, il clima caldo dell' Asia stimolerebbe la pigrizia, la raffinatezza e lo spirito di disciplina.

Da queste differenze caratteriali deriverebbero le differenze politiche fra l' Europa e l' Asia.

Gli Europaioi costituirebbero piccoli stati, i cui abitanti, eguali fra di loro, sarebbero per natura guerrieri, e dediti principalmente alla guerra per l' affermazione del loro Stato e per l' acquisizione delle ricchezze di quelli vicini.

Invece, gli Asiatici, più pacifici e disciplinati, vivrebbero in grandi Stati, il cui vero padrone è il sovrano. Perciò, gli Asiatici non hanno interesse alla guerra, in quanto questa rafforza il re, non i sudditi.

Questa costruzione descrive, a nostro avviso, molto fedelmente la situazione della Grecia antica, come ce la illustrano nel dettaglio i poeti antichi, Erodoto e Tucidide, con guerre di prestigio come la Guerra di Troia, l' oppressione militare sulle città vicine, come quella sugli Iloti, quella sui Meli, quella dei Trenta Tiranni. Essa è stata ripresa in modo ideologico in epoche più tarde, in particolare dal colonialismo europeo e americano e, dal connesso "Orientalismo", per giustificare l'oppressione coloniale da parte degli "Occidentali", più laborioosi, più liberi e più combattivi, sui "pigri" e "tirannici" popoli extraeuropei.

Certo, Ippocrate non era un fautore del "colonialismo" europeo.Dalle sue teorie si potrebbe, certo, trarre qualche argomento a favore del costume greco di fondare colonie all' estero -costume che non fu contestato da nessuno-. Ma, soprattutto, se ne traggono molti circa il carattere militaristico degli antichi Greci, più che sulla valenza "pacifica" della democrazia, sulla quale tanto hanno insistito gli autori moderni.

Come si vedrà meglio in Erodoto , chi pone in primo piano il valore della pace sono gli orientali, e in particolare quell' Impero Persiano che è il prototipo dei grandi Stati orientali, mentre i Greci che gli resistono sono appassionati a tal punto della guerra, come fonte di gloria, quindi, di eternità, sono i Greci. Significativa, a questo proposito, la figura di Leonida, che caccia gli alleati dal passo delle Termopili perchè vuole che la gloria di morire in battaglia per la difesa della Grecia spetti ai soli Spartani.

Tuttavia, nonostante le strumentalizzazioni ideologiche fatte da film come 300, che avvicinano Leonida ai presidenti americani che combattono guerre in Iran e in Afganistan, l' etica greca ci pare più affine a quella della "Belva Bionda" nietzscheana, che non a quella delle moderne democrazie.

Abbiamo detto della straordinaria sopravvivenza nel tempo, anche se con molte deformazioni, delle idee di Ippocrate. In particolare, esse furono riprese integralmente da Aristotele, quasi integralmente da Machiavelli.

Montesquieu ne fece la base della sua dottrina comparata dello Stato, e Caterina Seconda e Hamilton la sfruttarono come giustificazione, l' uno, del federalismo americano, l' altra, dell' autocrazia russa.

La parte oggi più in pericolo anche de lato "politico" delle idee di Ippocrate è proprio il collegamento con la natura. Il preteso "ritorno alla natura" attraverso l'ambientalismo suona molto falso.

Gli uomini dipendono sempre meno dalla natura, perchè vivono in un mondo artificiale. Le identità locali sono sempre più spesso identità ideologiche, che derivano da scelte storiche del passato.

E, tuttavia, il legame con la terra, fino ad oggi, si è spostato, ma sopravvive.

Caratteri "europei" permangono anche in America, nonostante il cambiamento di continente, di clima, e anche di "sangue". Nonostante la ipertecnologizzazione, la Cina continua a essere influenzata dalla cultura delle "Civiltà idrauliche".

Anche in Europa, il pluralismo, la diversità e la combattività restano più spiccate che in Cina, ma anche che in America.L' attaccamento alla terra resta forte, almeno nel senso che si continuano ad esaltare i radicamenti alle"Aque, Arie e Luoghi".

Quanto resisterà tutto questo all'intelligenza artificiale, alla bio-ingegneria, alle "Macchine Intelligenti"?




1 commento:

  1. "Gli uomini dipendono sempre meno dalla natura, perchè vivono in un mondo artificiale."

    E' la natura che dipende dall'uomo, e mi sembra si possa dire che l'ambientalismo sia legato alla paura di dover ritornare a dipendere dalla natura!

    Per esempio, secondo le previsioni, l'aumento delle temperatura e il conseguente innalzamento dei mari porterà, secondo le previsioni, a sommergere molti territori, molti insediamenti che l'uomo ha costruito "strappandoli" alla natura.

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