martedì 16 marzo 2010

KALEVIPOEG, O DELL' IDENTITA' ESTONE


Publication, in Italian, of Synthesis of old Kalevipoeg and Today 's Writers, Presents Estonian Litterature.La synthèse, en Italien, de l' ancien Kalevipoeg et d' ouvrages contemporains, est une présentation de la culture estonienne.Zusammengelegte Herausgabe von altem Kalevipoeg und von heurtigen Autoren stellt eine Art Praesentation estnischer Kultur dar.




E' lodevole che anche in Italia ci si sforzi di fare conoscere i nuovi popoli dell' Europa, o, almeno, i popoli che hanno di recente conquistato un ruolo all' interno dell' Unione Europea.

In queso caso, gli Estoni.

Popolo che, come altri vicini (i Lettoni, i Lituani, ma perchè non anche anche gli Udmurti, e/o i Mordvini, ecc...) sono troppo poco conosciuti dagli altri Europei.

Nel caso di specie, si tratta della rivista "In forma di parole", il cui secondo volume, "La sparuta progenie di Kalev", è dedicata all'Estonia.In questo numero, sono raccolti insieme 5 canti del Kalevipoeg ed opere di autori estoni contemporanei.

Il Kalevipoeg è la saga nazionale estone, "ricostruita" secondo il modello dell' Ossian di Macpherson, delle saghe lettoni di Herder, del Kalevala di Loennroeth, delle poesie epiche illiriche del Tommaseo, delle canzoni tradizionali lituane della Gimbutas, attraverso l' audizione di artisti dilettanti rurali, e la rifusione dei materiali in opere complete e letterariamente coerenti.

La derivazione più diretta è, evidentemente, già anche per il nome, dal Kalevala finnico (o, meglio, careliano), di Loennroth, con cui, al passaggio della Finlandia dalla Svezia alla Russia, si era "costruita" un' identità nazionale per il Granducato di Finlandia (parte della Russia), ripescando tradizioni della Carelia (che, tuttavia, è sempre rimasta parte della Russia in senso stretto, e dove si trova San Pietroburgo).

Addirittura, i personaggi del Kalevipoeg sono, in gran parte, anche eroi del Kalevala.

Inoltre, solo una minima parte del Kalevipoeg riprende direttamente le antiche poesie popolari (Rune), mentre, per la maggior pate, si tratta di rielaborazioni del compilatore ottocentesco.

Kalevipoeg è un eroe fondatore: egli sbarca dalla Finlandia con l' obiettivo di generare la nuova progenie dell' Estonia.

Fra le varie cose, trasporta personalmente dalla Russia il legname necessario a costruire fortificazioni contro i Cavalieri Teutonici . Tuttavia, nella battaglia viene sconfitto, e gli vengono mozzate ambo le gambe. Nell' Aldilà, viene rigenerato, e diviene, pietrificato, il guardiano degli Inferi.

Nel Kalevipoeg si manifesta la complessità dell' eredità culturale estone.

Gli Estoni sono una delle infinite tribù ugrofinniche (uraliche) che vivono nel Nord dell' Europa, e, soprattutto, della Russia.La maggiore fra queste è il popolo finlandese, ma anche i Mordvini del Mordostan, i Mari del Mari El i Komi e i Ciuvasci delle omonime Repunbbliche russe hanno una certa consistenza.

Anticamente, tutta la parte settentrionale della Russia, lungo il Circolo Polare artico, era abitata da questi popoli, tanto da essere chiamata anche "Grande Finlandia"). Secondo molti studiosi della storia e della cultura russe(cfr. p.es., Orlando Figes, La danza di Natascia), la cultura popolare di questi popoli, rimasta a lungo sciamanica, come quella dei popoli altaici (turcici), artici (lapponi e Inuit) e siberiani, ha profondamente influenzato la cultura russa (p. es., la sagra della Primavera di Stravinskij, la pittura di Kandinskij).

In effetti, questi popoli cominciarono a subire influenze estranee (germaniche a Nord, e islamiche ad Est) nel primo periodo medievale, e cominciarono a convertirsi all' Islam e al Cattolicesimo sotto l' influenza del regno dei Bulgari del Volga e degli scandinavi. Solo nei secoli 13° e 14° vi furono vere e proprie "crociate", da parte dei danesi, dell' Impero Germanico e dell' Ordine Teutonico, per assoggettare gli Estoni, mentre la zona degli Urali veniva invasa da Tartari e Mongoli.

Nel 16° e 17° secolo, la Finlandia e l'Estonia furono sottoposte a Danesi e Svedesi, che le convertirono al luteranesimo, mentre l' impero russo conquistava i territori degli Urali, portandovi la fede ortodossa.

Con la Guerra del Baltico, Pietro il Grande tolse l'Estonia, e la parte orientale della Carelia, agli Svedesi, e vi costruì San Pietroburgo. La Finlandia e l' Estonia, in gran parte, oramai, di cultura tedesca e scandinava, subirono una crescente influenza russa, con la convivenza di tre popoli: finnici, germanici e russi.I Finnici, come, a Sud, i Baltici, furono relegati in aree rurali e furiono posti in condizioni sostanzialmente servile, mentre le loro lingue venivano studiate solo dai sacerdoti, per esigenze di predicazione.

Nel corso dell' Ottocento, anche grazie a periodi di riforma all' interno dell' Impero Russo, rinacque un certo interesse per le lingue finniche, e gruppetti di intellettuali nazionalisti cercarono di farne rinascere un uso letterario.

Durante la 1° Guerra Mondiale, l' Estonia fu occupata, come tutte le future Repubbliche Sovietiche, dall' esercito tedesco, che concesse l' indipendenza, attraverso un governo dipendente dalla Germania.

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, l' Estonia, contrariamente ad altre Repubbliche, mantenne l' indipendenza, salvo che, con il Patto Molotov-Ribbentrop e con l' Operazione Barbarossa, fu annessa prima all' URSS, poi alla Germania, e, infine, di nuovo all' URSS, divenendo una Repubblica sovietica.

Durante il periodo sovietico, continuò il processo di russificazione, iniziato con Pietro il Grande, anche per effetto della massiccia industrializzazione.

Verso la fine del periodo sovietico, Tallinn costituiva, come Berlino Est, una sorta di vetrina del sistema socialista, facilmente accessibile con il traghetto da Helsinki e con le trasmissioni radiotelevisive in lingua finnica.

Come in tutti i Paesi baltici, il periodo successivo all' indipendenza è stato caratterizzato da forti scontri con la minoranza linguistica russofona (che costituisce circa un terzo della popolazione, ed è la maggioranza i alcune regioni).Alla minoranza russofona vengono spesso negati come in Lettonia), i diritti delle minoranze secondo gli standard europei.

Ancora oggi, uno dei principali temi di dibattito in Estonia è costituito dalle colpe degli uni e degli altri nella prima guerra civile, sotto l' occupazione tedesca, durante il periodo sovietico e al momento dell' indipendenza.

Il che non serve certamente a programmare un futuro migliore per il Paese.

Certamente, non si può negare che lo svilupppo tardo del sistema "nazionale" abbia reso difficile, qui, come anche nel Caucaso, evitare eccessivi conflitti "nazionali" fra popolazioni diverse che vivono completamente intrecciate nella vita di tutti i giorni. Ciò è vero per i Russi che vivono nei Paesi Baltici, come per gli Uralici che vivono nel Nord della Russia (anche se hanno le loro Repubbliche).

Ma è così necessario, nell' Europa del Terzo Millennio, tracciare confini così netti fra le varie etnie d' Europa?

Ma è così

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