sabato 13 marzo 2010

PRIMA CHE A CHAMBERY, ARRIVEREMO IN TAV A SINGAPORE

Announcement by Chairman of Chinese Engineering Academy about new Eurasian Trains. L'annonce, de la part du président de l' Académie Chinoise d'Engégnérie, des nouveaux chemins de fer eurasiatiques.Vorschlag, von der Seite des Vorsitzenden der Chinesischen Technischen Akademie, neuer eurasiatischen Linien.



Il recente libro di Martin Jaques, "When China Rules the World" ha fatto molto discutere negli Stati Uniti, in quanto, nella situazione attuale, caratterizzata da un predominio americano in campo culturale, ideologico e militare, è difficile capire come questa preannunziata egemonia della Cina potrebbe realizzarsi in concreto.

Soprattutto, è stato giustamente messo in rilievo come il carattere non messianico del Confucianesimo, ed il tradizionale ritegno dei Cinesi ad uscire dal loro "Tian Xia" costituiscano un ostacolo al porsi, da parte cinese, come un modello esportabile, e, come tale, atto a proporsi come leader a livello mondiale.

E, certamente, il Confucianesimo, diversamente dal marxismo, non è ispirato ad una "rivalità mimetica" con il modello americano, che lo sospinga a contrapporvisi per contendergli il primato del "progresso".

Il Confucianesimo è la quintessenza del conservatorismo. Esso è profondamente convinto, come De Maistre e come Tocqueville, che non ci si può opporre frontalmente al "progresso", che la "controrivoluzione" non è una rivoluzione di senso contrario.

Il saggio confuciano non agisce. Il suo obiettivo è il "Wu Wei" : l' "azione non azione" dell' Imperatore che, compiendo impeccabilmente i riti, orienta il corso del mondo.

La Cina di oggi non aspira ad imporsi con la forza. Essa resta fedele all' imperativo maoista di "non aspirare mai all' egemonia".Ciò significa che essa aspira semplicemente ad essere se stessa. Ma, essendo se stessa, essa esercita automaticamente un fenomeno di "irraggiamento".E questo può essere un problema, perchè, nell' era della dismisura tecnico-economica, anche un impero confuciano tende a crescere indefinitamente, e ad avere bisogno di spazio vitale, di terre, di materie prime.

Tuttavia, quest' espansione si manifesta, almeno per ora, come un puro e semplice irraggiamento , senza ricerca dell' egemonia. Con lo spostamento dell' accento su Confucio, si è scatenata una reazione a catena, per cui anche nei Paesi vicini, dove la parola era tabù, è tornato in auge il "conservatorismo" (è il caso della Russia).

In campo economico e demografico, siamo vedendo un altro possibile percorso di questo irraggiamento nel grandioso progetto di tre linee di Alta Velocità eurasiatiche che la Cina sta negoziando con 17 Paesi.

Una linea collegherà il Sud-Est asiatico, unendo Kunming, nella regione cinese dello Yunnan, a Singapore. La seconda linea attraverserà l´Asia centrale. Da Urumqi, nello Xinjiang, si spingerà in Kirghizistan per raggiungere Ashgabat in Turkmenistan e Astana in Kazakhstan. Da qui, arriverà fino a Budapest e a Bratislava. La terza linea, dalle zone minerarie della Manciuria, penetrerà nella Russia siberiana ed europea, in Bielorussia e Polonia, per terminare in Germania.

Pechino ha dichiarato che gli accordi economici sono già chiusi con la maggioranza delle nazioni coinvolte.«Anche India, Pakistan e Iran - ha detto il ministro dei trasporti - sono in trattative per entrare nel network ferroviario del secolo». L´alta velocità euroasiatica punta in realtà al traffico merci e alla nascita di nuovi poli industriali, ma soprattutto allo scambio di risorse naturali e delle cosiddette "terre rare".

La Cina prevede che i supertreni renderanno conveniente lo sfruttamento di immense zone minerarie sotto il Baltico, nell´Europa orientale e in Asia centrale. La semicancellata Via cammelliera della seta cederà il passo alla nuova Via ferroviaria del gas, del petrolio e dei metalli essenziali per le nuove tecnologie.

Obiettivo: inclinare verso l´Estremo Oriente il pendio politico che fino a oggi ha fatto scorrere l´energia verso l´Occidente europeo. I supertreni, secondo il ministro delle Ferrovie, Liu Zhijun, spingeranno anche «centinaia di milioni di persone a trasferirsi a Ovest, in aree del continente oggi spopolate e ricchissime di risorse».

Ecco, il problema numero uno sarà spostare milioni di Cinesi dal loro Paese sovraffollato verso le zone semidesertiche dell' Asia Centrale e della Siberia. Cosa che è un' obiettiva esigenza economica a livello mondiale, ma che costituisce anche un problema politico per la Russia, che si vede sull' orlo di restituire ai Cinesi i territori acquisiti nell' Ottocento, ma anche per la Turchia, che sperava di affermarsi fra i popoli amici dell' Asia Centrale.

Russia e Turchia, se non vorranno perdere sempre di più il loro ruolo strategico, dovranno appoggiarsi sempre di più all' Europa (come già oggi fanno, puntando molto su iniziative comuni proprio nei territori possibili oggetto dell' espansione cinese, come quelle coll'Iri, con l' Eni, con la Finmeccanica e con la Fiat nell' Estremo Oriente Siberiano, e quelli dell' Eni in Kazakhstan ).

L' Europa non può disinteressarsi di ciò che sta accadendo su quello scacchiere.

Soprattutto, non può procedere con il passo di oggi, quando i Cinesi costruiscono in 10 anni tre ferrovie eurasiatiche, mentre noi impieghiamo alcuni dcenni a decidere il percorso della TAV da Torino a Chambéry.




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