giovedì 14 ottobre 2010

TORINO CAPITALE (1): GLI ASSESSORI PRESENTANO IL LIBRO SU TORINO CAPITALE ALLA SALA DEL GRUPPO DIRIGENTI FIAT

At Presentation at Gruppo Dirigenti Fiat’s Hall, Responsible People for Culture of Torino and Piedmont Discuss with R.Lala. A’ la présentation dans la salle du Grouppo Dirigenti Fiat, les responsables de la culture du Piémont et de Turino ont discuté avec Riccardo Lala. An der Vorstellungen bei Gruppo Dirigenti Fiat.

Presentiamo qui di seguito e nei successivi post, la versione scritta dell’ intervento, nonché i corrispondenti filmati della presentazione delle Slides.



“Ringrazio il Gruppo Dirigenti Fiat, che ha sempre accompagnato e sostenuto la mia attività editoriale e pubblicistica, ospitando le già due presentazioni di libri Alpina, il mio “10.000 Anni di Identità Europea” e “50 Ans d’Europe. Images et Reflexions” di Jean-Pierre Malivoir, con prefazione di Mercedes Bresso –libri che sono esposti sul banco all’ ingresso-.Ringrazio anche le Autorità qui presenti, le Associazioni che sostengono la proposta di Torino Capitale Europea della Cultura (che verranno indicate nelle slides qui di seguito), nonché il vasto, qualificato e affezionato pubblico.

Il tema richiamato nel titolo del libro “Torino, Capitale Europea della Cultura?”, pur apparendo indissolubilmente connesso ad una precisa opportunità, ha, in realtà, una grande quantità di ramificazioni e di addentellati in vari campi di attività.

Perciò, suppongo che gli oratori che seguiranno avranno modo, oltre che di pronunziarsi su Torino 2019, di spaziare anche su temi di attualità, attinenti alla politica culturale della città. Per ciò che mi concerne, mi sforzerò di riassumere le tematiche principali che ho cercato di percorrere in questo mio “instant book”, il quale a sua volta, per la sua origine occasionale, non ha potuto certo permettersi di approfondire tutti i temi in quel modo esauriente che avrei desiderato. Circoscriverò per altro ulteriormente tali temi, per non disperdere l’attenzione e il dibattito.

Memore dell’esperienza di comunicazione acquisita all’interno del Gruppo Fiat, mi servirò di “slides” sperando, con ciò, di essere più sintetico. Siamo comunque a disposizione, qui e nelle molte altre sedi disponibili, per approfondire l’informazione e per chiarire meglio il nostro pensiero.
Ovviamente, mi farebbe anche piacere che chi è interessato all’ argomento acquistasse il libro, anche soltanto come riconoscimento degli sforzi fin qui sostenuti da Alpina e Diàlexis per iniziative che sono nell’ interesse di tutti

Le tre grandi tematiche che dicevamo sono:

-Cosa sono le capitali europee della cultura?

-I vantaggi per Torino

-Il contesto culturale dell’operazione.

(I) COSA SONO LE CAPITALI CULTURALI?
Per ciò che concerne il primo punto, prenderemo le mosse da una definizione di tipo scolastico, per poi vedere gli aspetti che interessano maggiormente ai fini di un’ eventuale candidature.
Con una programmazione che, per ora, si arresta al 2019, l’Unione Europea designa una o più capitali europee della cultura, nelle quali si realizzeranno importanti eventi culturali.
Nel corso dei vari precedenti cicli di programmazione, le capitali europee della cultura (prima, “Città Europee della Cultura”) sono state circa una cinquantina, di cui tre in Italia (Firenze, Bologna e Genova).
Quest’anno, le capitali europee della cultura sono Istanbul, Essen e Pécs.

(II) Perché Torino potrebbe avere interesse a partecipare a questa iniziativa? Non siamo fra coloro i quali credono che le città debbano partecipare in ogni caso alle opportunità di organizzare grandi eventi di cui si presenti loro l’opportunità (la cosiddetta “bulimia”).
Al contrario, siamo attenti agli sviluppi della dottrina economica internazionale, che rilevano come l’impatto economico positivo dei grandi eventi sia discutibile, e, nel caso migliore, vada visto caso per caso. Nello stesso tempo, siamo anche critici della tendenza verso la “cultura-spettacolo”, e preferiremmo che le risorse destinate alla cultura fossero canalizzate verso attività che producono una vera maturazione culturale ed economica dei territori (il “Permanente” contro l’ “Effimero”). Infine, sappiamo anche che lo stesso fenomeno delle “Città Europee della Cultura”, proprio per il suo inflazionamento, rischia di  essere banalizzato ed inefficace. Ciononostante, riteniamo che, pure con queste premesse, nel contesto attuale, e con un approccio adeguato, Torino possa trarre giovamento da un’eventuale selezione per l’iniziativa, tanto dal punto di vista economico, quanto da quello della crescita culturale.

(III) Contesto culturale
E, con ciò, vengo al terzo punto: il contesto culturale.
Nella procedura di selezione per scegliere, all’interno del Paese titolare dell’iniziativa, la città designata, occorre presentare un “dossier”, all’interno del quale occorre, non solamente indicare le credenziali della città e le iniziative che si intendono realizzare nell’anno in questione, bensì anche una giustificazione delle caratteristiche della cultura della città e del contributo che, con l’iniziativa, si intende dare alla cultura europea.
Orbene, è nostra opinione che, in questo periodo, la cultura europea sia in crisi, e che le specifiche caratteristiche culturali della Città di Torino siano tali che, qualora opportunamente valorizzate, possano fornire un contributo proprio per il superamento della crisi in corso.
Se ciò fosse il caso, Torino potrebbe qualificarsi non solamente come l’effimera “Capitale Europea della Cultura”, per il 2019 (“Torino 2019”), bensì anche, e soprattutto, come una città in grado di fornire in modo permanente servizi culturali all’intera Europa (Torino Snodo della Cultura Europea”).

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