lunedì 10 maggio 2010

L'INNO ALLA GIOIA SULLA PIAZZA ROSSA

Ambiguous Celebration in Moscow Shows Turnpoint of Russian-European Relationships.La célébration ambigue de Moscou constitue une plaque tournante des rapports Russie-Europe. Zwiespaltige Zelebration in Moskau hinweist Wende Russisch-Europaeischer Beziehungen.




La complessità delle interrelazioni internazionali nell' era della globalizzazione fa sì che sia difficilissimo trarre indicazioni univoche dagli eventi in corso. Ci sforzeremo, comunque, di estrarre alcune considerazioni da un evento che, proprio per la sua complessità e per la sua ambiguità, sarà, certamente, di un' importanza epocale per la storia dell' Europa e della sua identità-la sfilata dell' esercito della Federazione Russa a Mosca in occasione del 65° anniversario della sconfitta della Germania nazista-.

1.Le ragioni del titolo:

-E' vero che, ufficialmente, la principale novità della parata di Mosca sarebbe costituita dalla (sparuta) presenza di truppe americane, francesi, inglesi e polacche, in rappresentanza degli alleati dell' Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, e tuttavia, il "tocco" più innovativo ed inaspettato è stato, a nostro avviso, il fatto che, proprio alla fine della parata, sia stato suonato, come sola musica non russa, l' "Ode alla Gioia", inno ufficiale dell' Unione Europea. Solo alla fine dell' inno, il comandante generale delle truppe sulla Piazza Rossa ha annunziato: "Parad zavershiòn!"("la sfilata è finita") .

-L' Inno alla Gioia (per altro, non una novità sulla Piazza Rossa, dove era già stato eseguito l'anno scorso da una fanfara russa in occasione del Festival Internazionale della Musica Militare -"Kremliovskaja Zorja"-) è stato suonato da una fanfara congiunta, russo-francese;

-Tutto ciò è stato fatto nell' assenza di Berlusconi e Sarkozy (che avevano accettato l' invito), ma , comunque in presenza di Angela Merkel, Komarowski, Klaus, Dinkic, più rappresentanti di Slovenia, Slovacchia, Lettonia, Armenia,Azerbaidjian, oltre che delle Repubbliche dell' Asia Centrale e di Israele;

-La parata è incominciata con il travolgente ritmo di "Idiot Voinà Narodnaja"("Incomincia la Guerra Nazionale"), inno della "Grande Guerra Patriottica" (Seconda Guerra Mondiale), dell' attuale inno della Federazione Russa (che, sulla musica di quello dell' Unione Sovietica di Michal'kov padre, invoca, sulla Russia, la protezione di Dio), della "Slavianka" (marcia delle truppe "bianche" -zariste- nella Guerra Civile Russa), e di altre famose e travolgenti musiche russe, sì che l' Inno è risaltato particolarmente in un contesto "culturalmente"molto diverso;

-E' chiaro che l' inserimento dell' Inno è il risultato di una scelta politica di vertice lungamente meditata, la quale, comunque, è stata, alla fine, pensata per dare, alla manifestazione, un tono decisamente europeo (erano presenti, oltre ai reparti sopra citati, anche quelli ucraini, bielorussi, caucasici e dei Paesi Baltici), ponendo, così, in un secondo piano, i messaggi verso gli Stati Uniti (truppe americane), verso la Confederazione di Stati Indipendenti (presenza di molti Presidenti e delle truppe di quasi tutte le Repubbliche) e verso la Cina (presenza di Hu Jin Tao).

-I governanti dell' Europa (dal Presidente, al Presidente del Consiglio, a quello della Commissione, dai Presidenti e Primi Ministri degli Stati Membri, dei Laender e delle Regioni, così come i sindaci delle grandi città), hanno dimenticato di ricordare ai loro concittadini che il 9 maggio è la Festa dell' Europa, e solo quelli della Russia (, se ne sono ricordati, sì che , il 9 mggio 2010, solo sulla Piazza Rossa, davanti a tutti i grandi, e a tutti i popoli del mondo, è stato eseguito, solennemente ,l' Inno dell' Europa, e di questo occorre dire grazie a Medvedev e a Putin;

-Ciò implica obiettivamente, un'attenzione rinnovata per i rapporti fra Russia ed Europa.

2.Significato politico della manifestazione.


Nonostante l'incredibile difficoltà, da sempre, di interpretare le tendenze della Russia (un Paese che, nonostante i suoi 150 milioni costituisce la sintesi di molti altri altri popoli),tutto ciò non può restare senza seguito nel futuro dell' Europa, se non altro per una serie di considerazioni elementari che andiamo a sviluppare qui di seguito:

-la manifestaziione di cui sopra, costituisce, di per sé, la più straordinaria manifestazione di forza che uno Stato (neanche l' America, neanche la Cina) abbia potuto porre in essere dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in quanto:

Essa testimonia l' adesione "granitica" di un popolo di 150.000.000 abitanti ad una visione storica condivisa di continuità nazionale (nonostante le controversie sui Tartari, sugli Zar e su Stalin), per cui l' intera popolazione si identifica senza riserve con lo Stato e con le Forze Armate;

Essa fornisce una sintesi inedita fra i tradizionali "valori premoderni" (adombrati dall' onnipresente simbologia zarista), il "nazionalcomunismo" (eredità dell' odiato, ma onnipresente, Stalin), e i valori "moderni" della tecnologia di avanguardia e della democrazia;

Essa dimostra che tale sintesi inedita è possibile e vitale, e che la maggior parte dei Russi (e anche degli abitanti dell' ex Unione Sovietica e dei Paesi alleati), la condivide.

Ciò dimostra anche una nuova capacità di aggregazione da parte della Russia.

3.Un tentativo di interpretazione geopolitica

Governare la Russia è stato, da sempre, uno dei compiti più difficili, a causa dell' estensione del suo territorio, dell' apertura dei suoi confini e della sua cultura, della fierezza dei suoi abitanti, ecc...

I governanti della Russia hanno, pertanto, dovuto sviluppare,fino dai tempi più antichi, un livello di "Techne Basiliké" ("arte di dominio") ben superiore a quella dei governanti di altri Paesi. Quest'idea fu espressa mirabilmente dalla Grande Caterina nelle Istruzioni Introduttive ("Nakaz") alle attivià della Commissione Legislativa (esaltate da tutti gli Illumisti italiani e francesi come il massimo prodotto della "Filosofia dei Lumi"), "secondo Montesquieu, uno Stato di grandi dimensioni non può essere governato se non in modo autocratico, sicché, di conseguenza, io governo la Russia come un autocrate ("kak samoderzhavets").

Ciò ha comportato, da sempre, un livello inaudito di sofisticazione, e/o di ambiguità (Mosca era, al contempo, l' esattore dei Mongoli e il faro della libertà; Pietro I era ,al contempo ,un grande riformatore e un crudele tiranno; Alessandro I era, al contempo, il fondatore dell' idea dell' Europa dei Popoli e il repressore delle libertà; Stalin era, nel contempo, un nazionalista georgiano e un dittatore sovietico, ecc.).

Per quel che ci riguarda, l' ambiguità concerne due, almeno apparentemente, contraddittorie, aspirazioni della Russia, riflesse nella stessa manifestazione di Mosca:

-quella di essere il centro di un sistema complesso di equilibri "eurasiatici" che vanno dall' Europa alla Cina, dall' America al Medio Oriente (quindi, sostanzialmente, il centro del mondo);

-quella di essere una parte importante, se non dominante, di un sistema europeo, e/o euro-atlantico.

Il primo dei due progetti , simboleggiato dalla presenza della Cina e delle Repubbliche centroasiatiche, ci sembra irrealistico, in quanto non ci sembra possibile che un popolo di 150 milioni di abitanti, per quanto unificato da una "mitologia nazionale" fortissima, per quanto possessore della maggior parte delle terre ve delle risorse naturali del mondo, per quanto preservatore quanto nessun altro dell' etica militare, per quanto situato in una posizione geografica centrale, possa aspirare ad un' egemonia mondiale che perfino gli Stati Uniti e la Cina, in posizioni relativamente migliori, stanno rinunziando ad esercitare.

Il secondo, invece, ci sembra essere più realistico, in quanto Europa e Russia, per quanto, apparentemente opposte, sono,in realtà, complementari, in quanto:

-se l' Unione Europea crede di realizzare il sogno della Pace Perpetua attraverso l' accettazione della sconfitta ed il pacifismo, la Russia crede di realizzarlo perpetuando gli effetti della propria vittoria nella IIa Guerra Mondiale;

-se l'Europa crede di poter fare a meno della propria difesa affidandandola agli Stati Uniti, la Russia spera di farsi affidare dagli Stati Uniti la difesa dell' Occidente, per esempio in Asia Centrale,così da diventare essa stessa un esercito dell' Occidente, ed in un certo senso, il suo centro;

-se l' Europa ricostruisce la propria storia in modo settario, facendo di ogni fase storica un giudizio di Dio, in cuisi affermi la posizione "più giusta", e quella "superata" vengo sconfitta, la Russia crede, invece, che tutte le fasi della sua storia siano positive, in quanto esse contribuiscono a fondare l'"Identità Russa".

Noi crediamo che una "Comunità da Vancouver a Vladivostock", quale viene adombrata dai presenti discorsi fra Russia, America ed Europa, abbia un senso solamente se, e nella misura, in cui essa costituisca l' affermazione delle tradizioni culturali comuni a tutto l' Occidente: Europa (compresa la Russia), America, Medio Oriente (comprensivo di Israele).La "Modernità" (che si identifica con l' America), verrebbe superata, sicché dovrà cedere il passo, da un lato, allo spiritualismo medio-orientale, e, dall' altro, al romanticismo est-europeo.In questo contesto, l' Europa, quale necessaria posizione di mediazione, potrebbe svolgere un ruolo centrale.










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