mercoledì 20 gennaio 2010

LE MIGRAZIONI, PROBLEMA UNIVERSALE


A Worldwide Study on Migrations Allows to Decode Deeprooted Meanings. L'étude des migrations comme phénomène mondial permet d'en saisir les significations universelles. Ein vergleichendes Blick auf Wanderungen ermoeglicht Verstaendnis ihrer Universellen Bedeutung.

Da uno sguardo alla carta geografica allegata risulta che il problema dell' immigrazione in Italia è, statisticamente, inferiore a quello della media dei Paesi del mondo.

Infatti, l' Italia si trova in una fascia di Paesi con un' livello di immigrazione relativamente modesto, in confronto a picchi come l' Arabia Saudita, o a Paesi di elevata immigrazione, come America, Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Russia e, perfino, Ucraina e Kazakhstan.

L' Italia si trova, dicevamo, fra i Paesi a media intensità di migranti, come la Polonia, la Turchia, la Libia, il Nepal, che, invece, siamo abituati a considerare addirittura come Paesi di emigrazione.

Queste considerazioni preliminari ci aiutano ad acquisire, nei confronti dell' immigrazione, un atteggiamento molto meno passionale di quello che predomina nei mass media e nel dibattito politico. A sentire certe discussioni, sembrerebbe che l' Italia sia la meta quasi esclusiva di tutti i tipi di migrazione, da quella per fame a quella mafiosa, da quella economica a quella politica.

I dati analizzati a livello mondiale ci mostrano, invece, che le migrazioni sono un fenomeno universale, che ha un impatto ben maggiore in altri Paesi.

Ma anche uno studio storico ci mostra che le migrazioni sono sempre esistite (Indoeuropei e Semiti, Fenici e Greci, Romani e barbari, Arabi e Ungheresi, Turchi e Tartari, Europei e Africani, tutti sono emigrati verso Paesi lontani).

Anzi, queste migrazioni hanno cambiato il mondo : esse sono "la trama della storia".Se non vi fossero state le migrazioni di Indo-Europei e di Semiti, non ci sarebbe l' attuale scenario delle lingue del mondo.

Se non ci fossero state le migrazioni degli Arabi, non ci sarebbe l' Islam; se gli Europei non fossero emigrati fuori dell' Europa, non ci sarebbe l' attuale "mondo moderno".

Certo, anche oggi le migrazioni cambiano il mondo, ed è questo il motivo principale per cui molti se ne preoccupano. E, tuttavia, le modalità secondo cui queste trasformazioni stanno avvenendo sono imprevedibili. Studiarle, richiede una vista finissima.

Si dice che le migrazioni di popoli islamici in Europa corrano il rischio di modificare l' "identità europea". Si dimentica che, con Turchia e Bulgaria, Bosnia e Albania, ma anche Russia e Georgia, l' Islam è già "da sempre" parte dell' Europa.Si dimentica anche che sono altri Paesi, come India ed America, ad essere esposte ai maggiori rischi.

Certamente, con l' aumento (relativo) degli immigrati di religione islamica, aumenterà (sempre in senso relativo) il numero dei residenti europei contrari all' attuale tipo di globalizzazione. Ma questo succede ancor più in India e in Russia, e nessuno se ne preoccupa tanto.E, per ciò che riguarda l' Europa, succede anche con l' arrivo degli emigrati ortodossi e/o sudamericani. Ma è questo un problema? Non sono le stesse Autorità Europee una fra le prime fonti, a livello mondiale, delle critiche alla globalizzazione?Non sarà, forse, che l' Europa, con i suoi immigrati, rafforza la propria stessa identità, permettendo alle proprie Autorità di condurre una politica più assertiva nel mondo?



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