lunedì 25 gennaio 2010

RIVOLUZIONE ISLAMICA IN EUROPA?


A Provocative Book of Christopher Caldwell about Immigration. Un livre provocateur de Christopher Caldwell sur l' immigration.Ein herausforderndes Buch von Christopher Caldwell ueber Immigration.

Nel viaggio da New York a Torino, ho avuto modo di leggere un ottimo libro sull' immigrazione in Europa, scritto dal giornalista anglo-americano: Christopher Caldwell, Reflections on the Revolution in Europe, Immigration, Islam, and the West, Doubleday, USA.

Ottimo, perchè documentato, competente e problematico, anche se scritto da un angolo di visuale che non è il mio, cioè quello WASP, e anche se veramente politicamente scorretto, perchè concentrato su un problema europeo (l' immigrazione islamica in Europa), mentre molto più logico sarebbe concentrarsi sull' immigrazione in generale, e negli Stati Uniti in particolare, questione ben più macroscopica, e foriera di ben altre "rivoluzioni"(come dimostra già soltanto il planisfero allegato).

La tesi centrale del libro è però per noi interessante, perchè è legata al discorso dell' identità europea.

Essa si può così riassumere:

"A causa dei diversi tassi di accrescimento demografico, e del diverso atteggiamento verso il relativismo culturale, nel corso di qualche decennio, l' Islam diverrà in Europa la cultura dominante."

Mentre sono note, conosciute, e, se si vuole, perfino banali, le osservazioni sulla compattezza culturale degli islamici, sui loro tassi di crescita e sulle loro ambizioni di convertire i Cristiani, sono molto interessanti, perchè originali, le osservazioni critiche sulle varie "élites" culturali che dovrebbero esprimere l' "Identità Europea": dagli "atei devoti" ,come Oriana Fallaci, ai "liberals"come Pym Fortuyn, ai fautori della liberazione sessuale.

Per esempio, a proposito della Fallaci:

"Quando gli Europei affermano i loro valori contro l' Islam, cosa affermano:un'eredità religiosa?un'eredità filosofica?una morale?uno stile di vita?Non lo sanno di preciso.In una delle sue più rabbiose filippiche contro l'Islam, la polemista italiana Oriana Fallaci minacciò la guerra contro qualunque terrorista che danneggiasse certe 'pietre miliari' di Firenze, a partire dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore e dal vicino Battistero.Difendeva le cattedrali in quanto attrattive turistiche?(se è così, aveva ben poche chances nei confronti di una religione vecchia di 1300 anni).O difendeva un luogo di culto? (Se è così, agiva contro la maggior parte degli Europei, che sono contro l'Islam perchè costituirebbe una minaccia alla liberazione dalla religione)."

Poi, per ciò che riguarda Fortuyn:

"Non era chiaro se l' Europa, come egli la vedeva, fosse compatibile con qualsivoglia visione del mondo religiosa. Era disposto ad ammettere che la cultura individualistica che egli adorava fosse nata dal passato cristiano dell' Europa.In un certo senso, ciò che rendeva intollerabile l' Islam per Fortuyn è che esso è una religione viva.Per lui, la parità delle donne, il divieto di discriminazione razziale, e (forse, prima di tutto), la libertà di comportamento sessuale, sono diritti assoluti.Ma quello alla libertà religiosa è, oramai, un diritto la cui attauzione è stata relativizzata dal progresso della storia. Quando esso entri in conflitto con i nuovi diritti 'culturali', deve cedere.Ciò significa che il diritto alla libertà religiosa ha cessato del tutto di essere un diritto."


Infine, per ciò che concerne i militanti della liberazione sessuale:

"Non è neppure chiaro se i beneficiari della liberazione sessuale lotterebbero per la sua difesa.Il giornalista Hernyk Broder, dello Spiegel, nota il comportamento dei partecipanti alle varie parate erotiche e alle feste del sesso che costituiscono una caratteristica della Germania di oggi.Al Carnevale delle Culture di Colonia, i marciatori sono lieti di poter accusare Joachim Meisner, Cardinale di Colonia, di essere un inquisitore, o dipingono la cancelliera Merkel come plagiata da George Bush:tuttavia, sottolineano la loro sensibilità alle perplessità degli Islamici per la loro parata, e non fanno battute oscene indirizzate a politici sensibilmente meno ospitali verso la liberazione sessuale, come per esempio l'Iraniano Mahmud Ahmadinejad.

D'altro canto, l'Islam non è una religione particolarmente 'prude'; la maggior parte delle religioni sono meno 'prude' del tradizionale cristianesimo europeo, sia cattolico che protestante."

La stessa acutezza viene impiegata per descrivere la presunta "tolleranza" americana:

"Gli Europei credono che 'America' significhi cultura europea più entropia. Forse il mito più condiviso da parte gli Europei circa gli Americani è quello secondo cui gli Americani non avrebbero alcuna particolare pretesa circa la cultura ad essi propria (nella misura in cui ne abbiano una), e non si preoccupino un gran ché che i nuovi venuti restino attaccati alla loro.Tale mito è completamenmte sbagliato.L' America può essere aperta in teoria, ma, in realtà, sottopone gli immigrati ad un letto di Procuste per spingerli all' adattamento;sono queste pressioni, non già l'apertura, ad avere legato, in un solo popolo, insieme i diversi cittadini dell' America. Sì, se insistete, potrete avere una 'identità fra virgolette', ma vi conviene aver chiaro da che parte delle virgolette dovete stare se volete mantenere il vostro pane quotidiano.

Ciò che confonde gli stranieri è che queste pressioni degli Americani non sono mai dichiarate. Esse sono intrinseche al sistema sociale, e (specialmente) a quello economico, nei quali gli immigrati devono muoversi per sopravvivere."

L' osservazione finale e centrale è quella per noi determinante:

"Un'Europa Unita non avrebbe nulla da temere dall' Islam, ma l' Europa non è unita. La sua civiltà è spaccata in due, lacerata fra l' ideale dei diritti umani e l' ideale del patriottismo, fra la paura dell' eredità religiosa dell' Europa e l' orgoglio per la stessa, fra il vedere l' Islam come una nuova, e permanente, forma nel panorama religioso europeo e qualcosa che si dissolverà al contatto con l' edonismo ed il consumismo."

La spiegazione del perchè l'Europa non sia unita è anch'essa trasparente ed illuminante:

"l'Unione Europea, nonostante che, né gli Americani, né gli Europei, amino ammetterlo, è l' espressione istituzionale dell' americanizzazione dell' Europa."

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