venerdì 19 giugno 2009

I RISULTATI DELLE ELEZIONI EUROPEE


Europewide shift towars right? Glissement généralisé vers la droite? Europaweites Erdbeben nach Recht?

Le elezioni europee del 2009 hanno confermato i trend in corso da tempo a livello europeo: diminuzione a livello storico della partecipazione al voto: rafforzamento continuo dei grossi partiti a-ideologici di centro-destra, che, per altro, perseguono una politica sempre più "di sinistra" (dirigista e sociale); indebolimento dei partiti socialdemocratici (sempre più indistinguibili dal centro-destra), emergenza di partiti xenofobi o etnodifferenzialisti; confusione totale all' estrema sinistra.
Confermata anche la caduta dell' interesse per i temi specificatamente europei. D' altronde, abbandonata la politica estera e di difesa, bocciata la Costituzione e arenatosi l' allargamento, che cosa resta dei temi europei?
Nessuno ha il coraggio di proporre agli Europei obiettivi coerenti con le loro tradizioni, con la loro cultura e con i loro interessi. Nessuno vede più a che cosa serva l' Europa.
E' vero che i problemi ci sono: ma, quando essi arrivano, siano essi la crisi economica, le guerre in Medio Oriente o nel Caucaso, l' immigrazione, ogni Governo li affronta per conto suo, dialogando, se del caso, con l' America, con la Russia, con la Cina, con i Paesi Arabi.
In questa situazione, la rituale invocazione ai parlamentari e ai cittadini perchè prendano sul serio l' Europa è sempre meno plausibile.
Per questo, la proposta che emerge da alcune parti, vale a dire quella di "ripartire dalla cultura", resulta sempre la più appropriata.Solo se cittadini, intellettuali e politici si fermassero un momento a riflettere su quali siano gli obiettivi e le potenzialità dell' Europa, allora tutti capirebbero che la posta in gioco è elevata, e che vale la pena di discuterne sul serio.
A nostro avviso, l' Europa si sta avviando verso una fase di declino, culturale ed economico, non tanto perchè non adotta questa o quell' altra politica sociale o economica, bensì perché, contrariamente ad altre parti del mondo, manca di chiari obiettivi e di entusiasmo.
Attraverso adeguate forme di collaborazione con altre parti del mondo, l' Europa può ancora esercitare la propria creatività. La Russia ha bisogno dell' Europa, per gestire l' enorme sfida siberiana insieme alle nostre multinazionali, ma anche, e soprattutto, per dare un senso alle sue ambizioni di contare nel mondo. Un Medio Oriente in continua ebollizione ha bisogno di un punto di riferimento esterno che non sia pregiudizialmente ostile ai suoi valori. L' Islam è parte anche della storia e della cultura europee: perciò, l' Europa può svolgere autorevolmente questo ruolo.
Un ' Europa integrata con la Russia e con il Medio Oriente ha enormi prospettive economiche. Anche la sua cultura potrebbe, grazie ad un più approfondito dialogo con realtà diverse, uscire dalla sclerosi in cui essa si sta impantanando.
Infine, costruire adeguate basi di dialogo con i grandi vicini servirebbe anche per creare un dibattito più adeguato all' interno della stessa Europa, dove i piccoli nazionalismi nascono soprattutto da non sopiti strascichi dell' era sovietica, o dalla mancata comprensione delle rispettive culture fra Europei ed immigrati.
Certo, restani problemi istituzionali: Costituzione e competenze europee. Però, senza un chiarimento sui punti di cui sopra, le istutuzioni e le competenze restano come un guscio vuoto.
Speriamo che i neo-parlamentari europei, il cui compito precipuo sarebbe quello di occuparsi di Europa, prendano finalmente sul serio il loro ruolo, e partecipino a questo processo di elaborazione.