mercoledì 11 novembre 2009

20 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO: STAFFETTA FRA PIONIERI/MARTIRI E REALIZZATORI


The True Celebration of the Fall of the Berlin Wall Requires an Epochal Focussing on the Urgency of Action. Une célébration authentique de la chute du Mur implique une prise de concience sur l' urgence de l' action. Authentisches Erleben des Mauerfalls bringt mit sich Zwing zur Tat.

In quanto appartenenti ai movimenti studenteschi precursori dell'attuale tendenza alla riunificazione delle due Europe (cfr. manifestazioni di Torino del 1968, in commemorazione di Jan Palach, della Confederazione Studentesca, e del 1971, per la liberazione del Prof. Dziuba e dei nazional-comunisti ucraini, e a favore delle prime azioni del sindacalismo indipendente polacco, della Confederazione Studentesca Nazionale), abbiamo il diritto-dovere di pronunziarci circa le (apparentemente) lontane, conseguenze di quelle (apparentemente) remote azioni, le quali, pur facendo parte del naturale (ma fino a quando?) avventurismo/romanticismo giovanile, segnavano un cammino volontaristico, che ben più potenti forze si sono viste obbligate, per lo più loro malgrado, a seguire, almeno parzialmente.

Le tendenze che ci avevano ispirati nella nostra giovinezza incombono, oggi ,ormai ,con una potenza difficilmente contestabile, anche se, dai più, incompresa (basti pensare ai recentissimi interventi su "la Stampa" di Gorbaciov e dei ministri degli Esteri italiano, Frattini, e russo, Lavrov, sul futuro dell' Europa).

Il "nocciolo duro" di queste nuove forze può essere riassunto con le espressioni, a nostro avviso, felici, utilizzate, da un lato, da Gorbaciov ("una Perestrojka anche per l' Occidente"), e, dall' altro, dai due ministri degli Esteri: "Dall' Atlantico agli Urali".

Siamo tutti immersi nelle contraddizioni di questa fase storica in cui convivono tendenze apparentemente inconciliabili, come per esempio esoterismo, tecnocrazia, puritanesimo, banalità del bene, ecc....Per questo, non ci illudiamo che poche parole in un blog possano definire un messaggio complesso e minoritario, che aveva trovato espresssione in pochi ed inascoltati precursori dell' idea dell' unificazione di tutti gli Europei.

Proprio per questo, ci impegnamo, nei successivi post, a ripercorrere in successive tappe ciascuna delle fasi del ciclo delle lotte prodromiche alla unificazione dell' Europa ( 1945, 1953,1956, 1968, 1971, 1978, 1988, 1991) da parte di uomini, anch'essi fra di loro così diversi, come Richard Koudenhove-Kalergi, Duccio Galimberti, Altiero Spinelli, Charles de Gaulle, Alexandr' Sol'zhenitsin, Jan Palach, Willy Brandt, Karol Woityla, Lech Walesa, Michail Gorbaciov,Boris Elcin, Vladimir Putin, Tayyep Erdogan, Jacques Delors .

Siamo consapevoli che la maggior parte dei nostri quattro lettori -fedeli, in ciò, ai ruoli a loro assegnati dalle rispettive parrocchie culturali,- si sentirà offeso già solamente da qalcuno degli accostamenti da noi fin qui effettuati.

Eppure, restiamo dell' idea che questi accostamenti siano necessari poiché:

-la costruzione di un qualsivoglia progetto per l' Europa passi attraverso uno studio critico e senza pregiudizi della nostra storia comune;

-sia impossibile entusiasmare almeno una modesta, ma efficace, minoranza attiva europea, senza dare soddisfazione alle istanze espresse dai più diversi filoni culturali, ceti ed etnie dell' Europa.


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