sabato 28 novembre 2009

EUROPAEISCHE LEITKULTUR


One Hundred Years from Birth of Marion Doenhoff. Cent ans de la naissance de Marion Doenhoff. Einhundert Jahr seit Geburt von Marion Doenhoff.

La scorsa settimana, lamentavamo il (a noi pare negativo) contributo che Die Zeit dava alla costruzione di una "memoria condivisa" tedesca, fondata, a nostro avviso, sul conformismo, in quanto escludeva inspiegabilmente personaggi indiscutibili, come Hegel, Marx, Nietzsche, Weber, Mann, Heidegger.

Questa settimana, ci associamo invece a Die Zeit per commemorare il centesimo anniversario della sua fondatrice, Marion Graefin (contessa) Doenhoff.

Die Zeit ricorda tre temi cari alla sua direttrice:

-la Resistenza (aveva partecipato all' "Operazione Walkiria");

-la riconciliazione con l' Est (aveva appoggiato la "Ostpolitik" di Willi Brandt nonostante ella fosse direttamente e direttamente toccata dalla perdita delle regioni al di là dell' Oder-Neisse (era, infatti, una grande feudataria prussiana dalla Masuria, oggi, polacca, ed aveva dovuto fuggire dal suo Paese a cavallo, inseguita dall' Armata Rossa);

-la critica del capitalismo (nonostante appartenesse a ceti molto abbienti ed appoggiasse la SPD).

A noi, invece, era rimasta impressa un' altra sua presa di posizione.

Quando, in Germania, ferveva la polemica sull' integrazione degli immigrati, e il siro-tedesco Bassam Tibi aveva suggerito (con un certo successo) che si dovesse stabilire una sorta di gerarchia fra le culture presenti in Germania, dove una presunta Deutsche Leitkultur ("cultura dominante tedesca") avrebbe dovuto essere accettata dagli immigrati come pegno dell' integrazione, Marion Doenhoff aveva proposto, con una voce isolata, che la "Leitkultur", se una ve ne dovesse essere, avrebbe dovuto essere quella europea: Europaeische Leitkultur.

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