domenica 29 novembre 2009

VALORIZZARE ULTERIORMENTE LA RICCHEZZA DELLA VITA ASSOCIATIVA DELLE PMI

In Spite of Natural Plurality of Associations, SME in Piedmont should pursue jointly certain common goals. Nonobstant la différenciation naturelle des associations, les PME piémontaises devraient s' unifier pour poursuivir des objectifs communs. Trotz der natuerlichen Pluralitaet von Verbaenden, sollte Mittelstand in Piemont einige gemeine Zwecke verfolgen.

La rappresentanza istituzionale degli imprenditori, come, per altro, anche quelle dei lavoratori industriali, degli agricoltori, delle professioni e del pubblico impiego, ecc., costituiscono un asse portante di un Modello Sociale Europeo, il quale ultimo è fondato, non già sull’interazione anarchica sul mercato di soggetti economici atomizzati, bensì sulla sinergia e la collaborazione, in vista del bene comune, di imprenditori, lavoratori, professionisti, intellettuali, pubblici ufficiali, ecc. - ciascuno aderente, su base volontaria e democratica, ad un associazionismo diffuso, che costituisce la linfa vitale della partecipazione e della coesione sociale -.

La tipologia delle associazioni imprenditoriali è, in Italia, altrettanto variegata di quelle di ogni altra categoria di lavoratori, funzionari, e/o professionisti - rispondendo, con ciò, a quell’esigenza di pluralismo che è insita nel Modello Socio-Economico Europeo -.

Abbiamo, così, Confindustria, le associazioni “verticali” di categoria, le associazioni della piccola e media impresa, quelle dell’artigianato, ecc.. Abbiamo anche Piccola Industria, API, CNA, CNA Piccola Industria e Confartigianato.

Un elevato grado di pluralismo caratterizza, in Italia, non solamente la politica e l’associazionismo, bensì anche la società civile.Non dimentichiamo che l’Italia ha, alle sue spalle, 4.000 anni di storia; che essa è il risultato della fusione di decine e decine di etnie diverse, delle tradizioni di migliaia di Stati locali e regionali, della sedimentazione di molteplici società cittadine, ma anche feudali, religiose, claniche e cetuali.

Ancor oggi, gli interessi del pubblico impiego, delle Partecipazioni Statali, delle grandi Public Companies, della Fiat, delle grandi imprese familiari, delle piccole e medie imprese, delle microimprese, dell’artigianato, delle cooperative, del no-profit, sono, evidentemente, differenti, e non solamente giustificano - bensì, addirittura, sotto un certo punto di vista, richiedono, una rappresentanza di tipo altamente segmentato e differenziato -.

La molteplicità e contraddittorietà delle problematiche attinenti alla rappresentanza degli interessi imprenditoriali è esemplificata egregiamente, “ad abundantiam”, dalla situazione presente a livello piemontese.Nel nostro caso, notiamo una dispersione enorme nella rappresentanza di soggetti imprenditoriali diversi, come il Gruppo Fiat, le ramificazioni torinesi di Finmeccanica, le public companies a proprietà internazionale come Avio, le presenze locali di multinazionali con base italiana, le presenze locali di multinazionali europee o americane, le imprese pubbliche, regionali, municipalizzate, le cooperative, le imprese familiari italiane, quelle piemontesi, le medie imprese con un respiro internazionale, le piccole imprese, le micro-imprese, gli artigiani, le ONG, ecc..

In concreto, pensiamo che alcune iniziative, sulle quali si potrebbero focalizzare gli sforzi comuni delle associazioni di categoria a livello locale, sono le seguenti:

a) attività congiunta volta all’adozione, da parte della Regione, di una legislazione piemontese, sulla falsariga di quelle di altre Regioni (come, per esempio, la Lombardia e l’Emilia Romagna), finalizzata al supporto concreto (in particolare, finanziario), per le piccole e medie imprese interessate alla presenza sui mercati internazionali (Progetto di legge regionale per il supporto all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese piemontesi);

b) promozione di consorzi fra imprese e società di consulenza localizzate sul territorio (piemontese, del Nord-Ovest e/o delle Alpi Occidentali), volti a fornire servizi mirati alle piccole e medie imprese nel campo dell’internazionalizzazione e/o della collaborazione cultura/impresa (Consorzio delle imprese piemontesi per la consulenza all’internazionalizzazione);

c) azioni comuni (verso il Ministero degli Esteri, verso le Autorità locali, verso le imprese capo-commesse) finalizzate alla presenza delle piccole e medie imprese (piemontesi e/o del Nord-Ovest) in territori o su tematiche sulle quali l’Italia è particolarmente presente, ma relativamente alle quali la piccola e media impresa del Piemonte ha particolari difficoltà ad essere operativa (ad esempio, la Russia, il nuovo Comprensorio industriale di Kragujevac in Serbia);

d) iniziative di lobbystica legislativa internazionale (che, ovviamente, coinvolgono almeno anche i livelli nazionale e/o europeo), come, per esempio, la modifica delle definizioni delle aree geografiche interessate al programma Interreg, che penalizzano le imprese del Nord-Ovest, oppure la revisione delle normative americane in materia di licenze all’estero, che presentano carattere di particolare attualità per le imprese piemontesi dei settori Aerospazio e Difesa);

e) forme di rappresentanza appropriate per le “microimprese” (le quali, a nostro avviso, non sono rappresentate adeguatamente da nessuno, e le quali dovrebbero, probabilmente, trovare un nuovo tipo di rappresentanza professionale, simile a quella delle professioni liberali).


Per ulteriori informazioni:
http://www.alpinasrl.com/Bouleusis_piccole_imprese.pdf
http://tamieia.blogspot.com/
riccardo.lala@alpinasrl.com


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