domenica 29 novembre 2009

LIFELONG LEARNING COME BILDUNGSROMAN


Come Back to Linking Vocational Training and Spiritual Growth. Considérer à nouveau la formation professionnelle comme une part de la croissance spirituelle. Berufsausbildung wieder als Teil der Bildung zu betrachten



Un’impostazione “personalistica” delle problematiche dell’economia non può prescindere dall’idea di formazione. La cultura europea, a partire dalle sue radici più lontane, come, per esempio, l’Epopea di Gilgamesh e la Bibbia, per venire ad opere unanimemente riconosciute come centrali nella nostra cultura, quali la Divina Commedia, il Parsifal, il Flauto Magico, il Faust, il Wilhelm Meister, sono fondate sulla concezione della vita come “prova”, nel corso della quale l’uomo non cessa di confrontarsi con se stesso ai fini di un proprio completamento, nel contempo mondano e spirituale.

È in questo spirito, non già in quello dell’esaurimento dell’umano nel mondo della scienza e della tecnica, che, dopo l’inserimento, da parte della cultura medievale, del lavoro all’interno del macrocosmo di una società sanamente organizzata, fu pensata la moderna “civiltà del lavoro”, come tentativo di sintesi fra spiritualità ed operosità. Sintesi che continua ad essere problematica.

Comunque sia, se, e nella misura in cui, tale sintesi potrà avvenire con successo, essa dovrà essere concepita nel senso del lavoro come “prova”, come “Bildungsroman”, in cui l’uomo realizza, attraverso infinite prove, la propria umanità. Ciò significa che il lavoro va concepito come strumento di insegnamento e di apprendimento. Di qui l’idea di “apprendimento permanente” (“Lifelong Learning”), che è anche l’“anima” della società postmoderna.

È, infatti, proprio e solo in questo senso che “il posto fisso” può essere superato. Superamento che non dovrebbe, certo, significare piena subordinazione ed identificazione della persona con la caotica sperimentazione sociale ed economica, ma che dovrebbe, invece, essere il progetto, collettivo ed individuale, di una serie di percorsi volti ad esaltare, attraverso il continuo cambiamento, il progressivo arricchirsi delle esperienze di ciascuno ed il suo crescente ruolo nella società.

Formazione permanente significa che:

(i) dev’essere reso possibile in un qualche modo anche ai giovani studiosi il partecipare al processo produttivo;

(ii) durante tutto l’arco dell’attività produttiva debbono essere aperti degli spazi alla cultura ed all’apprendimento;

(iii) che la formazione permanente (ovviamente stabilizzata su una forma più solida che l’attuale) sia obbligatoriamente presa in considerazione nella valutazione delle prestazioni;

(iv) infine, anche nell’età più tarda, il pensionamento non dev’essere concepito come una separazione traumatica dalla comunità di lavoro, bensì come un graduale passaggio da ruoli produttivi/gestionali a ruoli di “leadership” e di esempio.

In questa luce, l’intera architettura attuale delle attuali attività di formazione ci appare come un mirabile castello, dove, però, si è un po’ perduto il bandolo della matassa, che è la formazione della persona, la pervasività della formazione, il suo abbinamento con un effettivo percorso di crescita.

Riteniamo si renda necessario un tipo di formazione meno dispersivo, meno costoso, meno formalistico e più legato all’effettiva vita professionale.

Va sfrondata, intanto, l’enorme incastellatura di privilegi che trasformano le attività di formazione in un informe corsificio ed in una miniera d’oro per feudi di vario tipo.

Va ritrovato il collegamento di tutta la formazione con la “paidéia”, con la cultura umanistica, con la consapevolezza della funzione sociale del lavoro, con la dimensione internazionale ed europea.

Infine, “last but not least”, a causa dell’incidenza crescente delle nuove tecnologie informatiche sull’intera attività economica, la formazione dev’essere sempre più orientata su modelli nuovi, i quali non si limitino a trasporre in “format” digitale contenuti di tipo tradizionale (testi scritti, e/o lezioni “frontali”), bensì sfruttino i nuovi concetti di ambiente 2.0 e 3.0, nei quali è possibile fare partecipare i discenti all’ideazione del progetto di formazione.

Questa profonda ristrutturazione del mondo della formazione, sulla quale possono avere un’incidenza determinante gli Enti Pubblici Territoriali e le Associazioni Territoriali di Categoria, richiede un grande sforzo di sinergia fra finanziamenti europei, nazionali e regionali alla ricerca, organizzazione delle attività di formazione, editoria elettronica, società di formazione, istituti culturali ed imprese (Progetto di Ambiente Web 2.0 e Web 3.0 per Giuristi e Imprese; cfr. http://www.alpinasrl.com/Bouleusis_grandi_imprese.pdf).

Per ulteriori informazioni:

http://www.alpinasrl.com/

http://tamieia.blogspot.com/

riccardo.lala@alpinasrl.com


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