lunedì 23 novembre 2009

AUGURI AI NUOVI LEADERS DELL' UNIONE


Whilst professional Commentators Exercise usual Europe-Bashing, we Bet on Newly Elected Leaders.Tandis que les commentateurs professionnels rouspètent, comme toujours, sur les décisions de l' Europe, nous faisons confiance aux dirigents qui viennent d' etre nommés. Waehrend professionelle Beobachter kritisieren, wie gewoehnlich, die Entscheidungen Europas, wir haben Vertrauen in neugewaehlte Stellvertreter.

E' ben noto che gli osservatori politici professionali avrebbero preferito che venissero nominati politici di lungo corso (e per tutte le stagioni), come Blair e D'Alema. Noi, invece, preferiamo questi eletti, meno blasonati , ma non certo sprovveduti. uomini (e donne) nuovi, per una politica nuova.

Ricordiamo che Blair è stato responsabile, con Bush, dell' incredibile storia delle armi di distruzione di massa che non esistono, e D'Alema dell' incredibile (per degli Europei) decisione di bombardare Belgrado.

Intanto, Van Rompuy e Lady Ashton non hanno sulla coscienza nessuna pesante responsabilità politica come quelle dei "leader di prima grandezza".

In secondo luogo, il loro curriculum, apparentemente modesto, è, invece, assolutamente appropriato ai loro compiti, come non ha mancato, opportunamente, di fare osservare fin dall' inizio Lady Ashton.

Van Rompuy ha presieduto ben due governi del Belgio, riuscendo a conciliare le opposte tendenze, con la tradizionale saggezza della Verzuiling. Inoltre, è un uomo di cultura, multiculturale (scrive Haiku in Fiammingo), ed incredibilmente aperto rispetto ai nostri politici (sui suoi blog ci sono gli indirizzi e gli e.mail di casa e dell' ufficio).

Lady Ashton, oltre ad essere commissaria europea, è stata per tutta la vita un' attivista per nobili cause sociali.

Come avremmo potuto, specie nelle attuali condizioni, trovare due rappresentanti più degni?

Auguri, e buon lavoro!

3 commenti:

  1. "Que tu es optimiste!"

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  2. Le problème n'est pas d' etre optimistes ou pessimistes. En effet, je trouve mal placée la présumée dialectique entre "Eurooptimistes" et "Eurosceptiques". La question ce n'est pas si l' Europe est faisable ou non.La question est quelle Europe on veut. Or, si l' on veut une Europe différente, qui ne soit pas carrément la continuation des 50 ans de Yalta, il faut des idées et des personnes nouvelles. Qui ne seront pas la solution, mais, du moins, un premier pas pur l' effacement de cette culture politique et de cette classe politique qui nous ont condamnés à l' immobilisme pendant 20 ans.

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